Accoglienza Migranti: minacce a Monsignor Tardelli e alla Diocesi di Pistoia

Cellai (Capogruppo FI), On. Mugnai, Marchetti (Capogruppo FI Consiglio regionale), Stella (Consigliere FI e Vicepresidente consiglio regionale) Giovannini (Coordinatore provinciale FI): “Perché ci si ostina a dire di no al centro di rimpatrio?”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 settembre 2018 18:03
Accoglienza Migranti: minacce a Monsignor Tardelli e alla Diocesi di Pistoia

Un articolo pubblicato sul “Tirreno” di ieri riporta la notizia dell'imminente sgombero dei locali della parrocchia di Vicofaro, sulla base dei rilievi effettuati nelle scorse settimane dai Vigili del Fuoco. E Monsignor Tardelli e la Diocesi di Pistoia vengono fatti oggetto di minaccia. Ieri di fronte alla sede della vescovado è apparso uno striscione che li “accusa” di essere schierati per l’accoglienza e l’umanità

«Un nuovo episodio fascista e xenofobo di incitazione al linciaggio, che condanno. Gli autori di quest’oltraggio devono essere assicurati alla giustizia» scrive su Facebook Enrico Rossi.

“Come cittadini esprimiamo la nostra preoccupazione di fronte a una simile prospettiva. Pochi sanno che la stragrande maggioranza delle persone che trovano ospitalità nella parrocchia di don Massimo Biancalani versano in una condizione di estrema debolezza: ragazze e ragazzi esclusi dai percorsi di integrazione e accoglienza, oltre a una decina di cittadini italiani, emarginati e segnati da anni di difficoltà e di esclusione -si legge in un documento dell'Assemblea Permanente antirazzista e antifascista, Vicofaro–Pistoia- Tutti sono il risultato di una serie di politiche fallimentari in materia sia di immigrazione (la legge Bossi-Fini, in primis) sia di politiche del lavoro e di tutela sociale che nel nostro paese, da decenni, hanno abbandonato la valorizzazione del singolo in nome della competizione e dell’arrivismo.

A tutto questo la comunità di Vicofaro, tra mille difficoltà, sta cercando da tempo di dare una risposta, offrendo a poco meno di un centinaio di persone un sostegno precario quanto indispensabile non solo in termini di alloggio, sostentamento quotidiano e assistenza medica, ma soprattutto nella costruzione di una rete di relazioni umane che sole trasmettono un preziosissimo senso di sicurezza, di protezione a chi si trova in una condizione di grave e persistente disagio.

Non è difficile immaginare cosa potrebbe succedere in caso di sgombero: decine di persone sarebbero abbandonate a se stesse e costrette a fronteggiare un'emergenza ancora maggiore con tutti i rischi connessi per loro stessi e per l'intera comunità cittadina.Ci auguriamo fortemente che l'Amministrazione cittadina non proceda in questa direzione. Se invece così fosse le ragioni della legalità e della sicurezza cozzerebbero inevitabilmente con quelle del buon senso e dell'umanità. In un Paese in cui la maggior parte delle scuole e degli edifici pubblici rispondono minimamente o per nulla agli standard di sicurezza previsti dalla legge – basti pensare per esempio agli istituti scolastici della nostra città – colpisce con sempre maggiore evidenza la solerzia con cui viene trattato il caso Vicofaro: forse perché, più che di garantire sicurezza e legalità, si vuole colpire il valore di un'esperienza “anomala” che prova a offrire un sostegno agli ultimi e agli esclusi.

Ci si appella pretestuosamente a quei diritti sacrosanti e indiscutibili che tutti vorremmo vedere garantiti, sempre e per tutti – la protezione dai cosiddetti rischi ambientali– per negarne di fatto altri assai più importanti e necessari per chi crede in una società civile: la solidarietà e il rispetto dell’uomo.In difesa dell'esperienza di Vicofaro, dopo la splendida e partecipatissima assemblea di lunedì scorso, invitiamo tutti i cittadini, le associazioni regionali e nazionali, i sindacati a mobilitarsi insieme a noi, a condividere le nostre iniziative di sostegno e di resistenza pacifica, ma decisa, che organizzeremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, a partire dalla partecipazione l’8 settembre 2018 alla Marcia per la Giustizia Agliana-Quarrata.Le politiche disumane del governo italiano appaiono sempre più tristemente orientate contro i valori fondanti della nostra Costituzione: solidarietà, libertà, uguaglianza.

Contro tali politiche Pistoia può ben definirsi ora una città-simbolo che rivendica accoglienza e umanità: una grande manifestazione nazionale nella nostra città testimonierebbe la bellezza del vivere insieme, della solidarietà e il rifiuto di ogni razzismo e disuguaglianza”.

“Il Sindaco Nardella ha comunicato alla città che, dall'inizio dell'anno a maggio, sono 231 i migranti che a Firenze hanno avuto il diniego alla loro richiesta di asilo politico, dovrebbero quindi essere usciti dalle strutture di accoglienza in quanto irregolari ma dei quali non sappiamo più niente. Perché – sottolineano gli esponenti di Forza Italia Jacopo Cellai, Stefano Mugnai, Maurizio Marchetti, Marco Stella e Paolo Giovannini – la Regione Toscana si ostina a dire no a quel centro di rimpatrio previsto dalla legge che servirebbe esattamente a dare una sistemazione e, al contempo, controllare coloro cui non è stato riconosciuto il diritto di asilo in attesa del rimpatrio nel Paese di origine? Rossi ha sempre detto no e vorrebbe la sanatoria per tutti i casi di questo genere, oltre il 70% delle richieste fatte in Toscana e il PD non ha fatto nulla per convincerlo diversamente.

Nardella li chiama migranti fantasma, ma il suo partito in Regione c'è stato in carne ed ossa, altro che fantasmi, ed ha avuto tutto il tempo per provare a fare qualcosa che non ha mai fatto per paura di una crisi politica con Rossi che non si poteva permettere. Oggi – concludono gli esponenti di Forza Italia – ci dicono che siano quasi diecimila i richiedenti ospiti in strutture toscane. E tra questi che ne sarà di quelli che avranno il diniego? Altri fantasmi, altri rischi. Per i toscani e per gli stessi irregolari”.

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