Accoglienza dei migranti: 60 borse di studio all’estero per giovani neodiplomati

Tre mesi in Spagna, Germania, Malta e Regno Unito. C’è tempo fino al 31 gennaio per candidarsi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2017 08:59
Accoglienza dei migranti: 60 borse di studio all’estero per giovani neodiplomati

60 borse di studio all’estero per formare giovani neodiplomati toscani nell’accoglienza migranti. E’ il progetto realizzato da FormAzione Co&So NEtwork in partenariato con CESVOT, Reattiva e Confcooperative Toscana, nell’ambito del programma “Erasmus+ INTEGR8” destinato ai giovani appena usciti dagli Istituti Tecnici e Professionali del settore dei Servizi Sociali e Socio-sanitari e dei Licei delle Scienze Umane. Tre mesi di tirocinio formativo in Spagna, Germania, Malta e Regno Unito per acquisire e migliorare competenze professionali necessarie a lavorare con i richiedenti asilo e le persone sotto protezione umanitaria e migliorare la conoscenze linguistiche.

Un’esperienza umana e formativa fondamentale per i ragazzi toscani che decidono di lavorare in questo settore. La domanda dovrà essere presentata entro il 31 gennaio 2018, compilando il modulo online disponibile sul sito http://www.formazionenet.eu/ oppure sul sito www.coeso.org. Per informazioni, ForMAzione Co&So NEtwork 0554222167 - 055 4476026

“Il progetto promosso da Erasmus+, è fondamentale per aiutare l’inserimento lavorativo di giovani – spiega Patrizia Giorio, presidente FormAzione Co&So Network - In linea con gli obiettivi dell’Agenda Europa 2020, è una grande opportunità per i neodiplomati e rafforza il loro senso di identità e di cittadinanza europea. Formazione Co&So network intende formare in chiave europea 60 giovani che potranno poi, in futuro, collaborare con le cooperative che appartengono alla nostra rete”.

Oltre 250.000 euro sotto forma di borse di studio all’estero sono stati stanziati dall’UE, come cofinanziamento, per formare giovani neodiplomati toscani nell’accoglienza ai migranti. Si tratta di un progetto che non soltanto non ci trova d’accordo da un punto di vista di principio ma che, anche dal punto di vista della realizzazione pratica, lascia a dir poco perplessi”, queste le parole di Eugenio Palazzini, coordinatore di CasaPound Toscana in merito all’invito a presentare candidature per lo svolgimento di tirocini formativi all’estero “Oltre al fatto che il problema dell’immigrazione e dell’integrazione in Italia non si risolve di certo con una vacanza-Erasmus di 13 settimane”, prosegue Palazzini, “ciò che salta subito all’occhio sono le destinazioni per i tirocinanti toscani: Germania, Regno Unito, Spagna e Malta.

Sarebbe auspicabile che i nostri studenti potessero apprendere in quegli Stati non tanto i metodi per accogliere, quanto quelli per impedire ai migranti di entrare illegalmente sul territorio nazionale, visto che tutti e quattro si sono contraddistinti per politiche di accoglienza restrittive e rigidissime. La Germania e la Gran Bretagna se ne sono fregate dell’’emergenza profughi’ italiana e greca arrogandosi il diritto di accogliere solo un numero limitatissimo e selezionato di richiedenti asilo, la Spagna invece ha dato ottimi esempi di ‘accoglienza’ soprattutto nelle sue due città in terra marocchina, Ceuta e Melilla, dove i militari hanno mano libera nei respingimenti di chi provi a superare il confine, e non parliamo poi di Malta e della sua marina militare, che si rifiuta categoricamente di assistere le imbarcazioni in difficoltà provenienti dall’Africa, violando tutte le leggi del mare, e lasciando il compito esclusivamente alla nostra Marina.

E se ciò non bastasse il governo de La Valletta si rifiuta anche di far attraccare le navi italiane per far sbarcare sulle proprie coste i migranti soccorsi, costringendo le navi a dirigersi verso i porti siciliani e calabresi”. “E’ evidente, quindi”, conclude il coordinatore regionale di CasaPound, “che un progetto di formazione come questo non soltanto è un regalo al solito mondo cooperativo toscano che dall’immigrazione incontrollata sta lucrando da anni a piene mani, ma soprattutto assume contorni grotteschi visto che si spediscono ragazzi a imparare ad accogliere i migranti laddove, giustamente, si è tentato invece di porre un argine serio e rigido all’invasione in corso dall’Africa e dall’Asia.

C’è solo da sperare che i ragazzi imparino dalle politiche di respingimento dei governi degli Stati di destinazione e non dalle politiche lassiste del governo italiano”.

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