​Abruzzo esempio per la Toscana: case abbandonate offerte a chi le ristruttura

Nel Comune di Civitaluparella, in provincia di Chieti, l'Amministrazione prova ad invertire la tendenza alla desertificazione del centro storico

Antonio
Antonio Lenoci
17 giugno 2015 13:47
​Abruzzo esempio per la Toscana: case abbandonate offerte a chi le ristruttura

La Toscana che si vanta del proprio territorio, amato in tutto il mondo, vive con incredulità il fenomeno dell'abbandono dei Borghi antichi. Spesso intervengono investitori stranieri che recuperano intere località, ma molte frazioni restano deserte a causa dei prezzi che restano alti anche in caso di ruderi e chi ci mette il cuore tentando un recupero, si scontra spesso con la mancanza di incentivi che diventano ostacoli. In Abruzzo c'è chi potrebbe dare un buon esempio ai toscani.

"Il Comune di Civitaluparella farà da mediatore tra i proprietari e gli eventuali acquirenti: una sorta di elenco conterrà le schede degli immobili che nei prossimi sei mesi verranno resi disponibili" è quanto spiega il consigliere Paolo Ricci che il sindaco, Alba Loredana Peschi, definisce "esperto del settore che con grande dedizione ha curato personalmente l'iniziativa". "Ci siamo dati 6 mesi per raccogliere le disponibilità degli immobili - sottolinea Ricci - e poi procederemo affidando ai richiedenti la gestione gratuita.

Al tempo stesso abbiamo predisposto un regolamento che preveda alcune agevolazioni fiscali a seconda dell'intervento di riqualificazione da effettuare. Abbiamo previsto uno sconto del 30% sull'Imu dove il tributo sia dovuto ed ulteriori aiuti come l'abbattimento dell'occupazione del suolo pubblico per i ponteggi a seconda che venga ristrutturata la facciata in pietra anziché il tetto oppure entrambi". I proprietari, obbligati alla messa in sicurezza degli immobili, si libererebbero così di tale incombenza cedendo gratuitamente l'immobile fatiscente.La condizione di degrado è drammatica? "Il Paese, costruito sulla roccia - spiega il consigliere - è rimasto intatto nonostante i terremoti.

Purtroppo quello che non ha fatto il terremoto lo abbiamo fatto noi negli anni costruendo su richiesta, demolendo case ed arrivando a concedere strade a chi ad esempio aveva bisogno di portarsi la legna fino a casa. Così abbiamo perso parte delle caratteristiche originali e siamo andati verso l'abbandono con proprietari ai quali i propri immobili non interessavano più". Come si è arrivati a questo? "Qualcuno si è ritrovato l'immobile regalato per effetto di una successione magari, ma oggi non possiamo sentire cose del tipo "Non ne sapevo nulla" come accade ad esempio per gli scandali politici: il bene è nella proprietà di qualcuno e quel qualcuno ne deve essere responsabile".Da dove è nata la volontà politica di preservare il centro storico?"La vicenda l'ho vissuta personalmente.

La precedente amministrazione aveva proposto un intervento su vasta scala definendolo "Messa in sicurezza". In pratica però si trattava di una mera demolizione. Mi sono opposto in tutti i modi arrivando persino a chiedere di poter ottenere 5 degli 11 immobili per i quali era già stato previsto l'abbattimento. Avrei provveduto, ho pensato, a fare in modo che venissero recuperati. Non mi sono stati dati, ma almeno ne ho bloccata la demolizione".Avrete fatto un po' di conti, si tratterebbe di investimenti importanti? "Le racconto la mia storia perché è emblematica.

Vivo in un immobile del centro storico che ho acquistato per poche migliaia di euro ed ho ristrutturato in economia preservandone le caratteristiche e mantenendo le pietre a vista e le travi originali: chi mi viene a trovare, nonostante l'ambiente sia piccolo, ne resta affascinato. Non ho fatto nulla di particolarmente eclatante, è la dimostrazione che con poco è possibile fare qualcosa di bello".Una proposta rivolta ai concittadini o guardate oltre i confini regionali? "Purtroppo alcuni concittadini sono quelli che hanno lasciato i beni all'abbandono, pertanto ben vengano acquirenti da altre parti d'Italia o persino dall'estero". Una operazione pensata anche per la promozione turistica?"Indubbiamente ne guadagnano tutti.

Però ci tengo a chiarire che la località ha già un grande potenziale. La Pro Loco ha recentemente proposto una manifestazione gastronomica che in due anni ha portato oltre un migliaio di persone ad agosto, mese in cui l'offerta di sagre certo non manca. I visitatori hanno detto che Civitaluparella è un posto stupendo, però non è abbastanza conosciuto. Siamo nel cuore verde dell'Abruzzo ed abbiamo un sito archeologico che l'Università di Pisa ha datato all'Età del Bronzo e nei mesi scorsi è stata rinvenuta anche una tomba piuttosto importante".Un futuro dedicato alla riqualificazione? "Viaggio molto per lavoro e mi sono reso conto che tutto sommato siamo facilmente raggiungibili.

Ci troviamo a 30 km da Roccaraso ed a 30 Km dalla costa adriatica, tra montagna e mare non ci manca niente. Ci stiamo attivando in tutti i modi, anche con associazioni ad hoc, per reperire fondi europei ed il sogno sarebbe quello di creare una Cooperativa con gli abitanti al fine di prendere in gestione dei ruderi trasformandoli in strutture diffuse per la ricettività turistica".

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