Il tennis tavolo per non vedenti arriva a Firenze

Una pallina sonora che arriva nel campo avversario rotolando. Si chiama showdown il tennis tavolo per non vedenti, a Firenze il 14 e il 15 novembre.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2009 14:45
Il tennis tavolo per non vedenti arriva a Firenze

Una pallina sonora che arriva nel campo avversario rotolando. Si chiama showdown il tennis tavolo per non vedenti. Basta impugnare una paletta a forma di spatola allungata per praticare questa disciplina sportiva, che finalmente sbarcherà a Firenze il 14 e il 15 novembre. In quei giorni al circolo Baragli dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti (via Antonio Cocchi 17) verranno disputate le 80 partite del primo torneo Francesco Bracci, organizzato dalla Polisportiva Fiorentina non vedenti Silvano Dani e dedicato agli atleti esordienti.

Ad affrontarsi saranno le rappresentative maschili e femminili di Firenze (Palettieri Firenze), Bologna (Pat Bologna), Milano (GSD non vedenti Milano Onlus) e Verona. Pensato per chi non vede, lo showdown - che fa parte delle attività del Cip, Comitato italiano paraolimpico, - può essere però praticato da tutti, dato che per giocare occorre indossare una mascherina sugli occhi. «Il torneo rappresenta un’importantissima occasione per promuovere lo showdown anche nelle zone in cui è poco conosciuto», sorride Nicola Vincenti della Polisportiva Dani. A premiare i vincitori saranno Alessandro e Beatrice Bacci.

L’evento è infatti dedicato al loro figlio Francesco, il cui nome è legato ad un’esperienza di condivisione e solidarietà purtroppo finita in tragedia. Francesco ero uno dei componenti di un gruppo di centauri che lo scorso maggio aveva organizzato un raduno nel Chianti per permettere anche ai non vedenti di assaporare l’ebbrezza della corsa all’aria aperta a bordo di una moto. Purtroppo, al ritorno da una cena legata all’iniziativa il giovane s’è scontrato con un’auto che proveniva in direzione opposta.

«Ci teniamo a legare il torneo al nome di questo giovane tanto altruista quanto sfortunato», conclude Vincenti.

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