Nell'ex ospedale Luzzi 200 persone vivono in condizioni precarie

Per questo motivo il sindaco di Sesto Fiorentino Gianassi ha firmato una nuova ordinanza che intima agli occupanti l’abbandono della struttura entro la fine dell’anno.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2009 18:35
Nell'ex ospedale Luzzi 200 persone vivono in condizioni precarie

Due palazzine dell’ex ospedale “Luzzi” sono state abbandonate dagli occupanti nei mesi scorsi e sono vuote, con ingressi e finestre sigillate. Gli altri edifici del complesso di Pratolino risultano invece ancora occupati da circa duecento persone, sistemate in modo assai precario anche negli scantinati e nel sottotetto. È quanto ha verificato il sindaco Gianni Gianassi, nel corso del sopralluogo effettuato la scorsa settimana insieme al Comandante della Polizia Municipale di Sesto Fiorentino e a una pattuglia dei Carabinieri.

“Il pessimo stato delle strutture fa emergere gravi pericoli e rischi sanitari per gli occupanti – ha spiegato il sindaco mostrando ai giornalisti anche le foto scattate durante il sopralluogo - negli alloggi di fortuna sono numerose le cucine a gas alimentate da bombole collocate in ambienti facilmente infiammabili, le stufe a legna e le canne fumarie realizzate in modo precario, gli impianti elettrici con fili aerei e allacciamenti di fortuna”. Per questo motivo oggi Gianassi ha firmato una nuova ordinanza che - richiamando una parere espresso due anni fa dal Consiglio di Stato - intima agli occupanti l’abbandono della struttura entro la fine dell’anno.

L’atto è stato notificato all’Asl (in quanto proprietaria dell’ex ospedale) e trasmesso al Prefetto ed è stato stampato in un manifesto che verrà affisso a partire da domani all’interno della struttura. “L’immobile è occupato dal maggio 2006, sono quindi ormai tre anni e mezzo – ha ricordato il sindaco – è ora che sia completamente liberato e messo in sicurezza, impedendo usi diversi da quelli consentiti”. Gianassi ha anche ringraziato la Regione “per l’impegno che profonde da tempo nella ricerca di una soluzione adeguata al problema”.

“Il Comune – ha ricordato - ha girato il finanziamento regionale di 205.000 euro alla Società della Salute Nord-Ovest che gestisce le convenzioni con dodici associazioni del territorio, a loro volta chiamate a stipulare un “patto sociale” con le famiglie”.

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