Par condicio: una normativa complessa

Al seminario su pluralismo politico e accesso ai mezzi radiotelevisivi in condizione di parità, le discussioni su un tema di grande attualità. Ma al Corecom si è discusso anche di crisi della piccola editoria.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2009 20:25
Par condicio: una normativa complessa

Regole più funzionali per monitoraggio e controllo, ma anche una discussione più ampia e approfondita su un tema complesso e di difficile applicazione. Questi i temi sviluppati nel corso del seminario Quale par condicio? Monitoraggio del pluralismo politico a livello locale organizzato dal Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni). Un incontro voluto dall’Authority regionale per “esaminare, da un punto di vista tecnico, funzioni e compiti che Corecom ed emittenti radiotelevisive sono chiamate a rispettare”, ha evidenziato il presidente del Comitato Marino Livolsi in apertura dei lavori e poco prima di lasciare la parola al governatore della Toscana Claudio Martini che ha dimostrato di avere le idee chiare.

A margine del seminario il presidente ha infatti detto che “la par condicio è bene che rimanga quella che è”. “Certamente il tema è di grande interesse e attualità – ha evidenziato Martini nella sua introduzione ai lavori – che sta alla base di una corretta garanzia dell’informazione e che assume ancora più importanza vista la campagna elettorale in corso”. Dal governatore anche i “ringraziamenti all’Authority toscana che svolge un ottimo lavoro con impegno ed equilibrio. Un lavoro riconosciuto da tutti e che è certamente una delle risorse più significative della nostra regione”.

Di “normativa complicata” su cui “occorre spendere riflessioni ampie” ha parlato Sebastiano Sortino, commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. “L’attività svolta dal Corecom della Toscana è lodevole. Da sempre attento a temi di grande importanza come il monitoraggio dell’emittenza radiotelevisiva, anche in questa occasione ha centrato un problema su cui a livello nazionale si stanno aprendo scenari di confronto e di proposte. È opportuno continuare l’azione di analisi avviata in Toscana per arrivare ad una discussione e ad un confronto quanto più ampi possibile”. “Riformare una legge dannosa per la qualità dell’informazione e della comunicazione politica”.

Così il componente della commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi Paolo Amato a margine del seminario sulla Par Condicio organizzato dal Corecom della Toscana. “Il nostro intento – ha continuato Amato – non è eliminare la legge. Non siamo per la deregulation come negli Stati Uniti. Come riferimento, vorremmo piuttosto modelli quali quelli europei. Dove il diritto alla visibilità e all’accesso di tutti viene garantito contemporaneamente al diritto della maggioranza di pesare di più”. Secondo Amato è necessario conciliare il pluralismo con quello che è il valore fondante della democrazia: "decide e pesa chi ha più consenso". Per l’altro componente la commissione parlamentare Fabrizio Morri il bilancio sulla par condicio è “tutto sommato positivo”.

“In un Paese come il nostro – ha detto - unico in Europa per un conflitto di interessi evidente, la legge sulla parità di accesso ha garantito una tutela al diritto, per tutte le forze politiche, di potersi esprimere. È un fatto di democrazia sostanziale”. L’invito che Morri ha rivolto al Governo e al disegno di legge di riforma della normativa, è quello di “ripensarci” o discutere di par condicio “seriamente”. L’attività di monitoraggio delle emittenti televisive nel corso della campagna elettorale per le europee amministrative del 2009, è stata tra i punti centrali del seminario su par condicio, regole e controllo.

Svolta dall’Istituto per lo studio dell’innovazione (Isimm) per conto del Corecom della Toscana, l’osservazione delle 14 emittenti scelte direttamente dall’Authority regionale sulla base della loro rappresentatività e dell’area di ricezione, non ha evidenziato “macroscopici casi di violazione”. Del resto, ha osservato Enrico Menduni dell’Università Roma Tre, “nel calcolare la tempistica, talvolta si devono sommare tempi di liste e di consultazioni diverse per determinare, in modo imperfetto, gli equilibri rispettivi degli schieramenti”.

L’analisi ha inoltre mostrato come, nei notiziari locali, la tempistica sull’esposizione dei soggetti politici in campagna elettorale mostra una tempistica molto ridotta. Complessivamente le emittenti toscane hanno dedicato alla duplice campagna elettorale, amministrativa ed europea, circa tre minuti al giorno. Menduni ha poi spiegato le questioni metodologiche: la mappa degli enti locali interessati alla consultazione, peraltro ampia, si sovrappone solo in parte con l’area di recezione delle varie emittenti locali.

“Per evidenziare – ha detto Menduni - le complessità metodologiche della sommatoria dei tempi ricorreremo ad un paradosso. Il “paradiso del monitore” è stato il Comune di Uzzano in provincia di Pistoia. In questo paese sono state presentate soltanto due liste “Centrosinistra per Uzzano” e “Centrodestra per Uzzano”. Le liste sono quindi nette, divaricate ed il loro collegamento a movimenti politici è esplicito e dichiarato. Nel comune di Firenzuola (Firenze) si fronteggiano tre liste “Per un’altra Firenzuola”, “Insieme per Firenzuola” e “Lista civica Scarpelli sindaco”.

Non c’è qui alcun collegamento esplicito a movimenti politici di più larga scala”. “Infine va sottolineato come – ha detto Menduni – nelle amministrative la par condicio vira sostanzialmente verso un equilibrato buon senso e l’esercizio della moral suasion da parte del Corecom. Come si può del resto chiedere ad una piccola emittente di rappresentare adeguatamente quaranta o cinquanta competizioni che si svolgono nel suo territorio?”. (f.cio/lu.men) Piccola editoria: settore in emergenza Uno sguardo sulla crisi.

È questo il senso dell’audizione svolta dal Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni) venerdì 23 ottobre in Palazzo Panciatichi (Firenze – via Cavour, 4), con i rappresentati della piccola editoria. Presenti Confindustria Toscana, Tipografia Nuova Cesat, Uspi (Unione stampa periodica italiana) Toscana Oggi, Legacoop Toscana, Giornale di Barga, il Micco. Il Corecom, per dichiarazione del consigliere Vincenzo Caciulli, ha evidenziato la sua volontà di rappresentare problemi e istanze della piccola editoria regionale.

“Un settore – secondo Caciulli – ‘invisibile’ agli occhi delle istituzioni e del legislatore regionale ma che rappresenta una ricchezza dal punto di vista del pluralismo e della completezza informativa oltreché un luogo di occupazione giovanile. Un settore – ha continuato il consigliere – oggi in crisi e che ha bisogno di essere sostenuto”. Proprio sulla crisi editoriale si sono articolati gli interventi dei vari rappresentanti di associazioni ed editori. Per Renato Pacca (Uspi) la “situazione è grave e l’emergenza reale.

Nel giro di un paio di anni il panorama così come lo consociamo potrebbe cambiare drasticamente. Molte aziende potrebbero non esserci più”. La fotografia tracciata, è quella di una realtà che ha problemi di “protezione”. “Stiamo parlando – ha continuato Pacca – di aziende con poco più di dieci dipendenti e quindi escluse dall’accesso agli ammortizzatori sociali. Aziende impossibilitate ad applicare il contratto nazionale di lavoro giornalistico perché troppo oneroso. Realtà in cui il lavoro nero la fa da padrona”. Per Aldo Bassoni, Mediacoop, il comparto ha bisogno di “un confronto serrato con le istituzioni.

Le Regioni avrebbero un ruolo fondamentale da svolgere per definire il sistema della comunicazione”. Da Bassoni anche la questione dell’avvento del digitale terrestre che aprirà scenari ancora più complessi: “L’attenzione si sposterà dal pluralismo alla produzione di contenuti. Chi non produce perderà le concessioni con un’incognita su chi andranno”. Dall’audizione, la necessità di mantenere alta l’attenzione per continuare ad alimentare un settore che può viaggiare anche per proprio conto ma che, se non regolato, cresce con storture difficili da controllare.

(f.cio/lu.men)

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