Animali: otarie usate per esperimenti bellici all'Isola d'Elba

LAV: limitare la sperimentazione ai robot, gli animali non valutano il pericolo cui vanno incontro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2009 00:11
Animali: otarie usate per esperimenti bellici all'Isola d'Elba

“Gli esperimenti bellici che coinvolgono cinque leoni marini nell’ambito del progetto Catharsis2, che il centro di ricerche della Nato (Nato undersea research center - Nurc) con sede alla Spezia condurrà fino al 20 ottobre nelle acque dell'isola d'Elba (LI), sono un ulteriore, drammatico esempio, di sfruttamento animale” commenta Michela Kuan, biologa responsabile settore Vivisezione della LAV. Le otarie, infatti, dopo un lunghissimo viaggio che le ha portate dalla California all'aeroporto militare di Pisa, e da lì all'isola d'Elba per raggiungere gli scienziati del centro Nato, saranno utilizzate per rilevare simulazioni di ordigni sottomarini e, in caso di ritrovamento, si immergeranno con una pinza collegata a un cavo in profondità orientandosi grazie all'acutissimo udito.

Una volta assicurata la pinza agli occhielli dell'oggetto da recuperare, il leone marino verifica la tenuta tirando il cavo con la bocca. “Il campo dell’applicazione in ambito bellico di animali è una realtà fortemente invasiva. Questi animali, mammiferi etologicamente molto complessi, subiscono un addestramento severo ben lontano dalle loro esigenze comportamentali e fisiche, e non sono in grado di capire lo scopo di ciò che fanno né di valutarne i rischi che, soprattutto in caso di ricerca di esplosivi, sono oggettivamente elevati” prosegue Michela Kuan. Altri esperimenti recenti effettuati dal Pentagono, hanno visto l’uso di squali, cui sono stati impiantati elettrodi nel cervello di in modo da poterne controllare gli spostamenti attraverso un radiotrasmettitore, diventando spie invisibili teleguidate come oggetti. “Questi esperimenti sono eticamente insostenibili a fronte dello stress cui sono sottoposti gli animali negli spostamenti trans-oceanici, delle enormi spese economiche, e considerata, inoltre, l’ampia disponibilità di strumentazioni per il rilevamento subacqueo, come i robot cercamine cui appartiene anche l’Auv (authonomous undersea vehicle), il sonar in sperimentazione all’Isola d’Elba,” conclude Michela Kuan.

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