Dalla Pdl una lettera ad alunni, le loro famiglie e gli insegnanti toscani

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2009-2010 i Gruppi del Popolo della Libertà in Consiglio Regionale hanno inviato una lettera aperta a tutti gli alunni, alle famiglie ed agli insegnanti toscani.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2009 21:24
Dalla Pdl una lettera ad alunni, le loro famiglie e gli insegnanti toscani

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2009-2010 i Gruppi del Popolo della Libertà in Consiglio Regionale hanno inviato una lettera aperta a tutti gli alunni, alle famiglie ed agli insegnanti toscani. Di seguito il testo della lettera a firma Alberto Magnolfi, Roberto Benedetti, Stefania Fuscagni e Giuliana Loris Baudone.

Carissimi ragazzi, famiglie e insegnanti, oggi inizia un nuovo anno scolastico: per alcuni una nuova avventura, per tutti un impegno serio per il futuro personale di ciascuno ed il futuro dell’intera nazione.

In questi ultimi anni, diciamo pure decenni, la scuola ha perso alcuni “valori” fondamentali come il merito, la disciplina, la capacità di tirar fuori da ognuno il meglio per valorizzare i talenti e dare a tutti pari opportunità. Se oggi la scuola italiana ha esempi positivi da ricordare è per l’impegno della stragrande maggioranza degli insegnanti, non certo per gli indirizzi impartiti dalla classe politica. Una politica che troppo spesso ha privilegiato la massificazione ponendo sullo stesso piano chi si impegna e chi no, la pessima consuetudine a tollerare atteggiamenti scorretti, l’assuefazione ad un clima che non ha il coraggio di premiare il merito.

Da un anno il Ministro Maria Stella Gelmini sta cercando di raddrizzare la rotta dicendo cose semplici, ma rivoluzionarie. Dicendo che i bulli vanno puniti con fermezza, che chi studia va premiato, che chi vale deve poter avere opportunità grandi, che quando si spendono milioni di euro per il personale e non per l’innovazione didattica c’è qualcosa che non va, che se tutta Europa ha un maestro prevalente forse la formula del maestro prevalente è migliore di altre formule adottate. In queste settimane si faranno polemiche sui famigerati tagli e sulla presunta uccisione della scuola pubblica, vi diranno che qualcuno vi sta “rubando il futuro” quando nessuno fino ad oggi vi ha detto davvero come stanno le cose.

Come ogni anno qualche professionista della protesta vi chiederà di scendere in piazza e di occupare le scuole. Noi vi diciamo solo di avere la forza di pretendere una scuola dove si misurino le risorse in base alle vostre esigenze e non a quelle dei sindacati, dove razionalizzare è un modo per ottimizzare e garantire qualità, dove i migliori dei vostri insegnanti siano valutati e pagati di più dei peggiori e dove chi di voi è bravo possa dirlo con orgoglio e non vedersi irriso dal furbetto di turno perché tanto “alla fine passano tutti”.

Vi chiediamo di pretendere una scuola che parli più di voi e meno di tutto il resto, che non faccia politica ma faccia cultura, che non sia un ammortizzatore sociale ma una comunità educante aperta al disagio di chi è rimasto indietro ma anche all’eccellenza di chi può volare lontano. Una scuola aperta al mondo del lavoro e capace di fare scelte importanti. Una scuola così è un vostro diritto ed è un nostro impegno. Ascoltate tutte le “campane” ma non prendete per oro colato le verità a buon mercato e non dimenticatevi che la scuola prima di ogni altra cosa deve formare uomini e donne capaci di essere cittadini e professionisti, forti e solidali.

Chiedetevi se forse non è tempo di abbandonare gli slogan dei “grandi” per capire davvero a che punto siamo e cosa serve per migliorare. Cominciate a diventare i “sindacalisti” di voi stessi e pretendete una scuola diversa, non ereditate le proteste ma costruite le proposte e soprattutto diffidate da chi si erge a vostro difensore venendo a scuola ogni inizio anno con bandire di parte che parlano di tutto tranne che del vostro domani. Siate liberi e forti, aperti al dialogo con le vostre famiglie che devono tornare ad essere protagoniste della scuola, siate vicini ai vostri insegnanti ma non dimenticatevi mai che i protagonisti della scuola non sono né i vostri docenti né i vostri genitori ma solo voi.

Siate severi e - se serve - anche arrabbiati ma siate voi stessi! Buon inizio anno, ragazzi. Di cuore.

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