Libri: i 'Salmi metropolitani' di Michele Brancale, la città come un romanzo urbano in versi

Redazione Nove da Firenze
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25 maggio 2009 13:45
Libri: i 'Salmi metropolitani' di Michele Brancale, la città come un romanzo urbano in versi

Come riappropriarsi della città? Il rischio è di attraversarla perdendo la direzione in cui si va e ogni luogo sembra uguale all’altro. È la città del dopo 11 settembre, ma anche l’area metropolitana, nello specifico quella di Firenze, suggestiva e coinvolgente, cresciuta su radici antiche e specchio di una storia e di una cultura, straordinario contenitore-scenario in cui arrancano i nostri giorni. In 'Salmi metropolitani' (Edizioni del Leone, collana 'Poesia' diretta da Paolo Ruffilli, pp.

178, euro 11), Michele Brancale fa 150 tappe nelle storie e nelle vite di chi abita nella città, tra dimensione personale e corale, tra osservazione e senso di grazia, tra descrizione e invocazione, per provare a cogliere l’attesa per sé e per gli altri e affermare un senso possibile e condiviso di umanità. “La piana, la cupola e i tetti rossi/ ed il verde interrotto dai tralicci/ quei cavi che richiamano i binari,/ i contatti sospesi nella corsa”: dall’immagine con cui si apre la visione sulla geografia e la vita comuni, il percorso si snoda lungo le strade di una città che è anche una nave, ormeggiata, ma pronta a ripartire su rotte d’asfalto e di nuvole, saldamente ancorata al vissuto dei suoi cittadini e della voce narrante.

Vi sono porte che cantano perché non si sono chiuse quando qualcuno scappava e cercava protezione, c’è la stazione in cui fanno porto l’ancella immigrata e l’avvoltoio notturno, la vigna piantata e fiorita sulle pietre, gli anziani che lasciano la casa per un esodo, il dolore e la ripresa, il disincanto e l’amore ritrovato, un barista santificato nel giorno del giudizio, la ricerca di un rigore che non perde mai il gusto della festa e dell’ironia. Michele Brancale, in questi suoi sorprendenti Salmi Metropolitani, che portano la postfazione di Antonio Tabucchi, disegna con il suo stile incisivo un originalissimo campionario di figure, di vicende, di atmosfere: un moderno e avvincente romanzo urbano in versi, “un alambicco – scrive Tabucchi – dove ‘il cumulo di detriti del mondo’ si purifica”.
Michele Brancale (1966), vive e lavora a Firenze.

Suoi testi ne ‘Il tempo e la sua storia’, Santelli Editore, 1987; nel 1989 in “Collettivo R” (n. 50-51, Firenze) e interventi in “Dialoghi prima dell’alba” (Vallecchi, 2004) e ‘Dal braccio della morte alla lotta per la vita’ (Quaderni di Palazzo Medici 2007). Ha scritto il libro di poesie’ La fontana d’acciaio’ (Polistampa, 2007) e il racconto ‘Soave e invecchiato’ (Polistampa, 2007) e ha partecipato all’antologia ‘Sotto la lente’ (Perrone, 2008).

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