Giustizia: la Toscana scommette sulla mediazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 aprile 2009 23:35
Giustizia: la Toscana scommette sulla mediazione

di Paolo Ciampi
Firenze- Liberare gli uffici giudiziari da tanti contenziosi, puntando piuttosto a forme di conciliazione e di risoluzione bonaria di conflitti che, dalla lite di condominio a quella sul traffico, si trascinano per anni e anni con costi e ricadute pesanti sulla vita di tanti cittadini. Tecnicamente si chiama “mediazione”, sarà una delle novità contenute nella proposta di legge sul degrado che il governo regionale si appresta a licenziare, ma non mancano già le prime esperienze alla cui luce luce valutare risultati e potenzialità.

Ed è di questo che si è parlato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, in occasione dell'iniziativa “Mediazione: dalla composizione giudiziale alla prevenzione dei conflitti”, occasione, tra l'altro, per presentare una ricerca sulle attività realizzate in questi anni dall'ufficio di mediazione del giudice di pace di Firenze. Parl are di mediazione, ha sottolineato il vicepresidente della Regione Toscana, significa parlare di un modello di intervento sui conflitti che si caratterizza per il ricorso a strumenti che promuovono la riparazione del danno causato dal reato nonché la riconciliazione tra le parti.

E l'esperienza maturata anche in altri paesi dimostra che tutto questo ha effetti benefici anche in termini di rafforzamento del senso di sicurezza collettivo. Questo è quanto si ricava anche dalla ricerca presentata oggi, che passa in esame tutte le varie fasi dei tentativi di mediazione, a partire dalla proposta avanzata dal giudice di pace, sulla base di valutazioni relative per esempio alla prossimità e alla interdipendenza tra le persone coinvolte.
Si tratta in ogni caso di una strada sempre più battuta, tanto che siamo passati dai 34 fascicoli del 2005 ai 198 del 2008.

Ma il dato più rilevante è relativo alla percentuale di esiti positivi della medi azione, costantemente sopra il 70% nei 5 anni. Questo significa, spiega il vicepresidente, che in 7 casi su 10 con la mediazione si riesce a pervenire a una soluzione prodotta e condivisa dalle parti, che conduce alla remissione della querela e all'estinzione del processo penale. Il reato più frequente (fino al 45%) oggetto di mediazione è l'ingiuria. Quanto ai contesti, in molti casi si tratta di conflitti che si sono venuti a creare in ambito familiare (negli passati fino al 53%).

In crescita i conflitti condominiali e di vicinato (entrambi nel 2008 si sono attestati sul 28%).

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