Residenze sanitarie assistenziali: ancora bloccate le richieste di denaro ai parenti dei degenti

Redazione Nove da Firenze
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21 febbraio 2009 18:47
Residenze sanitarie assistenziali: ancora bloccate le richieste di denaro ai parenti dei degenti

Firenze, 21 Febbraio 2009- Nonostante la legge regionale Toscana n. 66 del 2008, il Tar regionale si pronuncia nuovamente con una ordinanza che sospende le dimissioni di una anziana signora fiorentina degente nella RSA "Il Giglio" di Firenze (ex Rsa Canova) e inibisce l'accollo della quota sociale ai parenti. La nuova legge regionale Toscana n. 66 del 2008 istitutiva del "Fondo per la non autosufficienza", con la quale la Regione Toscana ha tentato di bloccare la battaglia Toscana sulle rette RSA, non ha fermato i cittadini dal rivendicare i propri diritti previsti dalla legge nazionale; ne' ha fermato il Tar Toscana che continua a dare regione agli utenti.

Le Rsa pretendono il pagamento delle rette degli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti anche dai parenti dei ricoverati, mentre la legge nazionale stabilisce che paghino solo i ricoverati in base alle loro capacita' contributive e il resto sia versato dal Comune; una situazione che ha costretto molte famiglie ad indebitarsi fino all'inverosimile.
Si e' rivolto all'Aduc il figlio si una anziana signora malata di Alzheimer gia' degente nella Rsa Canova da diversi anni. Nel novembre del 2008 la Rsa Canova gestita dalla Asp Montedomini e' stata venduta con gara di aggiudicazione alla societa' Coop.a.r.l.

Punto Service della provincia di Vercelli che ha acquistato l'immobile e ottenuto la gestione dei posti in convenzione con Comune e Asl cambiando nome ne "Il Giglio". "L'avvicendamento nella gestione ha riservato agli utenti del servizio e ai loro parenti tante sorprese negative -spiegano l'Avv. Claudia Moretti e l' Avv. Emmanuela Bertucci, legali Aduc- La Punto Service ha dimenticato di aver vinto una gara per la gestione di un servizio pubblico, ed ha chiesto a tutti i degenti in convenzione e ai loro parenti il pagamento della retta in qualita' di privati, facendo firmare loro dei veri e propri contratti con i quali questi si impegnavano a pagare.

In secondo luogo, quando il signor X (figlio della signora degente) si e' rifiutato di pagare, consapevole dei propri diritti, ha iniziato a ricevere telefonate e lettere raccomandate da parte della Punto Service in cui si minacciava di dimettere la signora entro pochi giorni se non avesse pagato. A nostro avviso, come in altre occasioni abbiamo gia' denunciato alla Procura della Repubblica, si tratta di un grave tentativo di estorsione ai danni di soggetti particolarmente deboli. Il signor X ha, allora, impugnato le nuove richieste di pagamento e le minacce di dimissione, cui il Tar Toscana ha posto tempestivamente fine".

L'udienza finale e' stata fissata per il 5 novembre 2009, quando il Tar Toscana si pronuncera' anche sulla legge regionale contestata e sulle richieste di rimborso delle rette pagate nel corso degli anni e di risarcimento dei danni subiti dal signor X e da sua madre.

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