Crisi economica e lavoro nero: la risposta del Consorzio Lavanderie Toscane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2009 19:27
Crisi economica e lavoro nero: la risposta del Consorzio Lavanderie Toscane

“Sono circa 10mila gli euro evasi ad occupato ogni anno da chi lavora senza garanzie per i consumatori e per il personale – afferma Massimo Gentili, presidente del Consorzio Lavanderie Toscane - ed è di circa un milione di euro il danno arrecato alle lavanderie industriali che invece operano nel rispetto della legge e dei lavoratori”. Questi solo alcuni dei dati forniti dal Consorzio in occasione della conferenza stampa che dà il via alla campagna istituzionale realizzata da “Catoni Associati” e che partirà lunedì 16 febbraio in tutta la Toscana.

Un’iniziativa che, con i temi “Il lavoro nero sporca anche il bucato”, “Navigare in acque pulite”, “Il profumo della natura”, vede concretizzarsi la lotta al lavoro nero e agli sprechi energetici che il Consorzio porta avanti fin dalla sua costituzione. “Cifre – spiega Gentili – che vanno ad aggiungersi al danno di immagine alle imprese toscane oneste, provocato da chi immette sul mercato servizi non certificati e non in grado di garantire la necessaria igiene al consumatore finale, a quel cittadino che poi si trova a dormire o pranzare su biancheria lavata e stirata non si sa come e con prodotti chimici non controllati”.
Il Consorzio lavanderie Toscane raggruppa circa 20 imprese, garantendo oltre mille posti di lavoro regolari nel settore dei servizi ad alberghi, ristoranti, ospedali e altre strutture di accoglienza.
“Siamo vicini al Consorzio e alle lavanderie – afferma l’assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze, Luigi Nigi - per quanto rappresentano: l’occupazione e quella femminile in particolare, le garanzie per i lavoratori e per i consumatori.

Ma anche per i motivi specifici che riguardano l’ambiente: vediamo la valorizzazione di biancheria di tipo riutilizzabile e quindi assai più sostenibile dell’usa e getta; conosciamo l’attenzione al risparmio energetico e alla depurazione degli scarichi. Siamo certi che le scelte ambientali siano una risposta indispensabile per affrontare la crisi economica con la necessaria capacità di innovazione.” Durante la conferenza è stata inoltre presentata la strategia che il Consorzio metterà in atto per rispondere alla crisi dei mercati che vede coinvolto il panorama industriale internazionale.

Al momento la flessione del mercato toscano del settore è circa il 20% e rispecchia quella dell’alberghiero e della ristorazione. “A breve partirà un progetto pilota del Consorzio – afferma Gentili - che vede la fusione di tre delle lavanderie associate, La perfetta Srl, Magnelli Srl e Taims Srl, con l’obiettivo di abbattere i costi senza abbassare i livelli retributivi e il numero di posti di lavoro. Un esempio che, spero, altri imprenditori toscani vorranno imitare e che rappresenta un invito verso le istituzioni ad assecondare operazioni simili ormai indispensabili per mantenere competitività contro la concorrenza sleale”.
“Il settore delle lavanderie industriali in Toscana – spiega il presidente – in questi ultimi anni sta registrando delle difficoltà che rendono improrogabili azioni tese alla salvaguardia delle aziende stesse.

Per questo abbiamo pensato che l’aggregazione delle industrie con l’attività concentrata in un unico sito sia la risposta giusta verso la richiesta del mercato di contenere i prezzi senza per questo rinunciare alla qualità”.
“L’accorpamento delle tre aziende – spiega Gentili - non avrà ripercussioni sul personale dipendente e porterà ad un sensibile abbattimento dei costi. Al momento questa operazione rappresenta la più importante fusione mai avvenuta nel settore in Italia ed è, secondo noi, l’unico modo per battere la concorrenza sleale”.

Sempre di più sono infatti le industrie che sfruttano la manodopera “a nero”. Da un’indagine fatta dal Consorzio, stimando un’azienda campione di circa 50 addetti, emerge che ogni anno verrebbero sottratti al fisco (Irpef) e all’ente previdenziale (Inps) non meno di 500mila euro.

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