Carcere: il modello Gorgona discusso in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
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20 novembre 2008 13:59
Carcere: il modello Gorgona discusso in Consiglio regionale

Firenze– “L’esperienza dell’isola-carcere della Gorgona non solo deve essere studiata come caso di successo, ma dovrebbe essere un modello da utilizzare anche altrove”. Questo è stata il motivo principale per il quale il presidente della commissione Agricoltura, Aldo Manetti, ha organizzato questa mattina in Consiglio la presentazione del libro “Il respiro della Gorgona” (Libreria Editrice Fiorentina) scritto dal medico veterinario e consulente della Casa di reclusione dell’isola, Marco Verdone.

E’ stata anche un’occasione per approfondire ulteriormente i risultati della visita che la commissione svolse nella grande fattoria dell’arcipelago il 25 settembre scorso. Il libro di Verdone cerca di cogliere nel profondo gli aspetti di una comunità carceraria di alta qualità, nella quale il rapporto con la natura, soprattutto con gli animali, pone l’uomo di fronte alle radici della vita, offrendogli risposte decisive sulla sua identità e la sua vocazione profonda, che sono le premesse per la sua rigenerazione.

“Un pezzo di mondo che respira con le onde del mare - ha detto Verdone -. Il respiro è fatto di scambio e lo scambio è fondamentale per la vitalità di Gorgona”. Ciò che viene fatto sull’isola, ha commentato ancora Manetti, “è l’attuazione precisa dell’articolo 27 della Costituzione che prevede la ricerca del sostegno per il reinserimento del detenuto nella società. Coloro che vi lavorano acquisiscono un alto livello di conoscenza tecnica e dunque un mestiere”. Alla presentazione del libro hanno partecipato anche il direttore della casa di reclusione, Carlo Mazzerbo, che ha sottolineato l’eccellenza dell’esperienza della Gorgona nell’ambito del sistema carcerario italiano, il provveditore toscano dell’amministrazione penitenziaria, Maria Pia Giuffrida, e i dirigenti regionali del settore agricolo e zootecnico, Claudio Del Re e Roberto D’Alonzo.

L’isola di Gorgona si estende per poco più di 2 chilometri quadrati e il carcere che vi ha sede viene chiamato “la prigione buona” essendo una casa di reclusione agricola in cui i detenuti, in un regime di semilibertà controllata, lavorano i campi ed a progetti di acquacoltura o ricerca biologica. Attualmente nell’isola, oltre a pochi residenti, vi sono una sessantina di detenuti e una cinquantina di guardie carcerarie, più educatori, personale sanitario e perfino un dipendente di Poste italiane che tiene aperto il piccolo ufficio postale dell’isola.

(red)

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