Intercettazioni: oggi a Firenze convegno su privacy e diritto di cronaca

Redazione Nove da Firenze
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13 ottobre 2008 15:07
Intercettazioni: oggi a Firenze convegno su privacy e diritto di cronaca

FIRENZE– Faccia a faccia tra politici e giornalisti in Consiglio regionale sul disegno di legge del ministro Angelino Alfano ora all’esame del parlamento. Per discutere di “Intercettazioni: tutela della privacy o diritto di cronaca”, e per sottoporre le misure contenute nella proposta del Ministro della Giustizia “alla prova dell’informazione”, si è tenuto in Sala Gonfalone il convegno promosso dall’Unione Crinisti Italiani e dal Gruppo cronisti toscani. A confrontarsi con i giornalisti Stefano Fabbri e Sandro Bennucci (moderatore del convegno), entrambi consiglieri nazionali Fnsi e Unci, e con lo stesso presidente dell’Unci, Guido Columba, gli onorevoli Riccardo Mazzoni (Pdl) e Michele Ventura (Pd).

Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, ha introdotto i lavori entrando nel merito dell’equilibrio da ricercare su principi sanciti negli articoli 15 e 21 della Costituzione (l’inviolabilità del diritto alla riservatezza di ogni forma di comunicazione accanto alla libertà di pensiero e quindi, d’informazione). Il punto, per il presidente del Consiglio, sta nel “sottrarre alla pubblicazione ciò che non afferisce ai procedimenti giudiziari in corso”. Nencini si è soffermato su alcune delle disposizioni del Disegno di legge Alfano: ha espresso riserve sulla durezza delle misure previste contro i giornalisti che pubblichino intercettazioni (il carcere, ndr), e apprezzamento per l’esclusione dalle misure cautelari delle intercettazioni che non siano congrue con il procedimento in corso.

“Eliminare dalle trascrizioni le intercettazioni di quella natura significa svuotare il serbatorio dal quale i giornalisti hanno attinto in tanti casi”, ha detto il presidente. Nell’intervento di Nencini anche il richiamo alla giurisprudenza europea, e alle sentenze della Corte che hanno affermato rispettivamente la difesa del segreto professionale dei giornalisti (sentenza Goodwing) e l’impossibilità di procedere a perquisizioni negli uffici dove essi lavorano (sentenza Roemen): “Due sentenze che non sempre sono state rispettate in Italia”.

Stefano Fabbri ha ricordato le parole “non di maniera” del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito i giornalisti “presidio di democrazia e libertà”. Richiamato il quadro normativo europeo così come risulta da un dossier predisposto dall’Ufficio legislativo della Camera sulla disciplina delle intercettazioni (e portato all’attenzione del convegno dalla giornalista Franca Selvatici), Fabbri ha indicato le ripercussioni sul diritto di cronaca delle proposte ora all’esame del Parlamento: “Sarà impossibile non solo pubblicare i testi delle intercettazioni, ma anche gli altri atti delle indagini preliminari fino alla caduta del segreto istruttorio e alla conclusione delle indagini…”.

In discussione anche la tendenza, dal parte dell’autorità giudiziaria, ad accuse durissime per i giornalisti (ricettazione, ingiusto profitto per la pubblicazioni di atti di procedimenti), e il coinvolgimento in termini di responsabilità di direttori ed editori, anch’essi accanto ai cronisti di fronte alla misure previste. Ai politici presenti, l’auspicio di riuscire a modificare il Disegno di legge che “non può che destare molta preoccupazione”.
Guido Columba ha affermato che “una giustizia nascosta non è una giustizia”.

Il presidente dell’Unione nazionale cronisti italiani ha parlato di “abolizione dell’informazione giudiziaria” legata sia alla lunghezza dei processi che alla previsione di divieto di pubblicazione degli atti. “Se i giornalisti sbagliano si colpiscano, ma non si colpisca tutta la libertà d’informazione”, ha aggiunto Columba che ha anche espresso apprezzamento per l’ordine ai magistrati di non trascrivere le intercettazioni che riguardano persone estranee alle inchieste. In platea, a seguire i lavori del convegno, i consiglieri Marco Cellai (An-Pdl), Anna Maria Celesti (Fi-Pdl), Vittorio Bugli (Pd).

Molti i giornalisti in sala, tra i quali il capo dell’Ansa di Firenze, Riccardo Galli, Pier Andrea Vanni in rappresentanza del direttore de La Nazione, Francesco Carrassi; il direttore de Il Corriere di Firenze, Sandro Rossi, quello de Il Giornale della Toscana, Gianluca Tenti.
Migliaia di cittadine e cittadini di tutte le età hanno invaso i gazebo allestiti nelle piazze della provincia di Firenze per poter firmare il referendum contro il lodo Alfano. “Nel solo primo fine settimana di raccolta firme – afferma Alessandro Cresci responsabile provinciale dell’Italia dei Valori – più di quattromila persone sono venute a sostenere questo importante referendum”.

“Questo fa capire che agli italiani sta a cuore la Costituzione più che a questa governo e alla maggioranza parlamentare di centrodestra” aggiunge Cresci. “Noi dell’IdV lo abbiamo sempre sostenuto e per questo continueremo a essere in piazza con i cittadini – conclude l’esponente dipietrista.

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