Mali: un villaggio chiamato Siéna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2008 23:12
Mali: un villaggio chiamato Siéna

Curioso caso di omonimia tra la città del Palio ed un piccolo villaggio del Mali, sperduto nell’Africa del Nord. La scoperta di Siéna, che ospita poco più di 620 abitanti, è stata infatti fatta nelle scorse settimane dallo Studio di Geologia e Geofisica di Siena in occasione del loro coinvolgimento nel progetto Pactea, programma di sostegno alle comunità locali per l'acqua potabile ed il risanamento igienico, finanziato dall’Unione europea e avviato nel 2007, in collaborazione con il Ministero delle miniere, dell’energia e delle risorse idriche della Repubblica del Mali.

La particolarità della scoperta ha gettato le basi per avviare la definizione di alcune iniziative di cooperazione internazionale nel villaggio maliano, con il coinvolgimento della Provincia e del Comune di Siena. “Il villaggio Siéna – spiega Claudio Rossi, uno dei fondatori di SGG – si trova a circa 450 chilometri ad est della capitale Bamako, tra le regioni di Ségou e di Mopti, che sono rispettivamente la quarta e la quinta regione del Mali. Il villaggio è abbastanza piccolo, anche se è segnalato su tutte le carte ufficiali della Repubblica.

La sua scoperta, da parte del nostro studio, è stata abbastanza casuale e, al tempo stesso, molto curiosa. Abbiamo incontrato il capo villaggio e le autorità locali per instaurare un primo rapporto e abbiamo riscontrato altrettanta curiosità e interesse per questa particolare omonimia. Una volta rientrati a Siena, poi, abbiamo avviato i contatti con la Provincia e con il Comune di Siena per attuare alcune iniziative a favore del piccolo villaggio, che necessita, tra le altre cose, di alcuni di pozzi di acqua potabile”.
“In Mali, come in molti altri Paesi dell’Africa – aggiunge Rossi – la scarsa disponibilità della risorsa idrica è un grosso problema.

A questo si aggiunge la scarsa attenzione per alcune norme igieniche basilari, quali lavarsi le mani prima di mangiare o non bere l’acqua del fiume. E’ su queste basi che il progetto Pactea sta portando avanti anche un programma di formazione, con l’aiuto di alcuni sociologi, per sensibilizzare la popolazione. Il primo passo in tal senso è stata la realizzazione di quaderni per i bambini che frequentano le scuole, che ricordano, sulla copertina e sul retro, le norme per un uso corretto dell’acqua ed il rispetto delle norme igieniche basilari”.

“Il nostro Studio – afferma ancora Rossi – si sta occupando delle ricerche geofisiche per individuare la migliore ubicazione per il pozzo, in relazione alla presenza o meno della falda acquifera. Il progetto Pactea, in particolare, prevede l’esecuzione di quaranta impianti di adduzione idrica, alimentati da energia solare, in grossi villaggi, con una popolazione superiore ai duemila abitanti. L’intervento comprende la realizzazione di pozzi, della portata di circa 5m³/h, e la sistemazione di pompe sommerse che saranno alimentate da pannelli solari.

Accanto ai pozzi, poi, verranno realizzati dei serbatoi rialzati che serviranno anche per alimentare delle fontanine da collocarsi negli agglomerati in funzione della loro estensione. Il progetto comprende anche la costruzione di servizi igienici e la realizzazione di altri pozzi, senza l’alimentazione con l’impianto solare, in cinquanta villaggi”.

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