Case di cura private: Toscana in prima linea nel garantire la sicurezza

Redazione Nove da Firenze
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24 gennaio 2008 18:49
Case di cura private: Toscana in prima linea nel garantire la sicurezza

FIRENZE 24 GEN 2008- «La Toscana è all’avanguardia in Italia nel settore sanità ed è in prima linea nel garantire la sicurezza delle persone» sottolinea il presidente della sezione Case di cura di Confindustria Firenze, Maurizio De Scalzi. «Oltre ai dati, che delineano un trend positivo, lo dimostra anche il fatto che la Regione Toscana si è dotata di un centro per la gestione del rischio clinico» conclude. Il punto sulla sicurezza nel campo sanitario è stato fatto ieri, nel corso del seminario “Misurare la sicurezza nelle organizzazioni sanitarie” al Palaffari di Firenze, a cui ha preso parte, fra gli altri, il direttore del Centro regionale gestione rischio clinico della Regione Toscana, Riccardo Tartaglia.

Negli ultimi anni, i professionisti e le organizzazioni sanitarie si stanno sempre più impegnando a gestire il “rischio clinico”. E ciò è anche dovuto al fatto che la percezione dei rischi che si possono correre quando si cura e si è curati è drammaticamente cresciuta, generando reazioni positive sul piano della prevenzione e della protezione, ma facendo registrare anche un significativo incremento dei contenziosi e delle richieste di risarcimento. E’ dunque auspicabile che le motivazioni etico-professionali e quelle economico-gestionali possano trovare un punto d’incontro, allo scopo di garantire maggiore sicurezza per i cittadini, le aziende sanitarie, l’imprenditoria sanitaria privata, le società di assicurazione.

Lo scopo del seminario è stato proprio quello di approfondire la conoscenza di prospettive diverse per contribuire a creare una cultura virtuosa del sistema sanitario. A questo proposito, il dottor Tartaglia ha fatto il punto sulle “buone pratiche” adottate dalla Regione Toscana. Si tratta di accorgimenti tecnici che mirano, ad esempio, alla prevenzione di criticità ed errori in chirurgia, prevenzione degli effetti collaterali di terapie anticoagulanti, prevenzione di infezioni; di protocolli ferrei contro il rischio nutrizionale.

Ma le “buone pratiche” tengono conto anche di attività clinico-assistenziali e di semplici raccomandazioni (accurata igiene delle mani); spaziano dalla preparazione di una scheda terapeutica per la prevenzione di errori di trascrizione alla corretta identificazione paziente; dalla ricerca di una prevenzione delle cadute in ospedale fino alla appropriata terapia antibiotica. Tutto ciò, naturalmente, riduce ma non annulla il rischio di errori, veri o presunti, da parte dei sanitari pubblici e privati.

Secondo dati riferiti dal direttore sanitario di Villa Donatello, Andrea Vannucci, il 50% delle contestazioni che originano contenziosi sono dovute alla gestione dei farmaci. Fra i vari dipartimenti, il più a rischio è quello chiamato a fronteggiare le emergenze, seguito da ortopedia e da ginecologia/ostetricia.

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