Poste: al via gli aiuti ai comuni disagiati

Redazione Nove da Firenze
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05 dicembre 2007 15:43
Poste: al via gli aiuti ai comuni disagiati

Firenze- Via libera al finanziamento regionale di trecentomila euro l’anno per tre anni (2007-2009) ai Comuni in difficoltà nel garantire alcuni servizi di prossimità, come i servizi postali. Lo prevede una proposta di legge, licenziata a maggioranza dall’aula con l’astensione del centrodestra. La legge vuole promuovere il mantenimento e la diffusione degli uffici postali nelle zone più disagiate con un contributo ai comuni che decidono di associarsi per affrontare le difficoltà. Il presidente della commissione Affari Istituzionali Ilio Pasqui (Pd), ha sottolineato l’importanza di introdurre forme innovative di gestione, in particolare centri multifunzionali, nei quali potranno essere concentrati più attività e servizi, compresi quelli di sportello ai cittadini.

Si andrà dalla riscossione delle tasse comunali, ai servizi di tesoreria, ambientali energetici, fino ai servizi erogati in via telematica con punti di accesso assistito. “Bisognerebbe – ha detto Pasqui - collegare i servizi a quelli esistenti, alle reti telematiche”. “Le intenzioni della legge sono chiare – ha detto Marco Carraresi (Udc) - i risultati un po’ meno. Siamo allo smantellamento totale delle Poste, ad una situazione di monopolio, ad una gestione che non si sa se sia pubblica o privata e ad un servizio che non funziona con ritardi di consegna e in termini di tariffe”.
Anche Jacopo Ferri (Alleanza Federalista) ha sottolineato l’inadeguatezza del provvedimento e le risorse esigue.

“E’ grave – ha detto il consigliere - il ritardo con cui si arriva al provvedimento e la mancanza di dialogo con Poste Italiane. Infine, le risorse sono spiccioli che non risolveranno i problemi dei comuni disagiati”. “Tre i motivi per i quali Alleanza nazionale si astiene - ha detto Maurizio Bianconi −, l’entità delle risorse troppo esigue; non si sa tra quanti comuni avvenga la ripartizione delle risorse, non c’è, infatti, nessuna progettualità e si parte dal presupposto di un accordo con Poste Italiane che non c’è”.
Nicola Danti (Pd) ha sottolineato l’importanza del provvedimento “stiamo parlando – ha detto – della possibilità di dare una risposta ad aree marginali della nostra Regione nelle quali non c’è né mercato né monopolio (né offerta né domanda); tentiamo di risolvere alcuni problemi delle realtà periferiche“.

“Una legge, di scarse dimensioni, sottofinanziata e che vuol dare piccole soluzioni a grandi problemi, è un emblema del percorso avviato, ormai, verso fine legislatura – ha detto Alessandro Antichi (FI)”. Antichi ha sottolineato anche l’approccio ideologico sbagliato della legge piena di intenzioni ma solo “dall’intento propagandistico”.
Secondo Aldo Manetti (Rifondazione Comunista) l’atto è indispensabile, sebbene le risorse stanziate siano limitate. “Si tratta di un giusto sforzo nella direzione – ha detto Manetti - di mettere in condizioni le popolazioni che vivono in aree disagiate di continuare ad abitarle.

E’ un contributo per impedire lo spopolamento dei piccoli comuni e l’abbandono dei territori di montagna”. Anche per Bruna Giovannini (Sinistra democratica) il provvedimento è positivo “perchè si affrontano i problemi dei comuni di montagna”. “Il finanziamento è poca cosa, certo – ha aggiunto Giovannini – ma è sempre meglio di niente”.
Voto favorevole al provvedimento è stato annunciato anche da Giancarlo Tei (Sdi), secondo il quale il problema origina dalla privatizzazione delle Poste, che prima si caricavano di un onere sociale mantenendo aperti tutti gli uffici necessari e che adesso si limitano a tagliare i rami deboli del servizio.

“La questione – ha detto Tei – non si risolve certo attraverso una legge, perchè l’elenco degli uffici da eliminare è destinato ad aumentare. Occorre una riflessione politica a livello nazionale sul ruolo delle Poste. Tuttavia la legge è un segnale”.
Nella replica finale, l’assessore regionale ai rapporti con gli enti locali Agostino Fragai ha sottolineato che lo scopo della legge è di venire incontro a quei cittadini, soprattutto anziani, che vivono in piccoli comuni e che fanno riferimento alle Poste per vari servizi, dalla riscossione della pensione al pagamento di bollette.

Nonostante un accordo nazionale impegni le Poste a mantenere aperto un ufficio per ogni comune, rischiano di crearsi dei “buchi” che la legge vuole risolvere. Quanto al finanziamento della legge, circa 300 mila euro l’anno, secondo Fragai è “necessario innanzitutto verificare se sia effettivamente spendibile”; in secondo luogo la parte normativa del provvedimento “permetterà di sperimentare nuove forme di sportello ai cittadini, che oltre ai servizi postali includa ad esempio quelli comunali, le prenotazioni con la Asl, i servizi turistici ecc.”.
Alessandro Antichi (Forza Italia) ha annunciato l’astensione del suo gruppo perchè “gli stanziamenti previsti dalla legge sono insufficienti per garantire una risposta adeguata, e di conseguenza l’atto resta un libro delle buone intenzioni”.

Posizione simile è stata espressa da Roberto Benedetti (An), il quale ha annunciato l’astensione del suo gruppo per i finanziamenti scarsi.

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