La vendemmia 2007 del Chianti Classico: più qualità e meno quantità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2007 14:46
La vendemmia 2007 del Chianti Classico: più qualità e meno quantità

Vince la qualità a dispetto di una flessione quantitativa intorno al 10%. Questa è la sintesi di una vendemmia 2007 che conferma anche nel territorio del Gallo Nero, come in tutto il paese, una flessione sulla quantità delle uve raccolte, ma che sembra anticipare un Chianti Classico degno di “un’ottima annata”, espressione spesso abusata che in questo caso, però, non rischia di essere smentita.
L’alta gradazione e la buona acidità dei vini fanno sperare, infatti, in bottiglie adatte a durare nel tempo.

Le uve sono entrate da poco in cantina, con un anticipo di circa una settimana sui tempi canonici di raccolta, anche se in alcune zone si sta ancora vendemmiando. Un grande anticipo sulla vendemmia, quindi, non c’è stato, nonostante le previsioni ben diverse dei mesi scorsi, quando un germogliamento decisamente precoce prospettava scenari diversi. Se, infatti, inverno vero e proprio non c’è stato, facendo temere in principio una stagione eccessivamente siccitosa, le piogge di giugno ed agosto hanno ridato fiato alla vite e ai suoi artigiani.

Il risultato ad oggi è quello di grappoli sani ed equilibrati in tutte le loro componenti, con un’alta gradazione zuccherina, base certa di vini corposi, future grandi riserve, con ottime acidità.
Il nascituro “Classico” sta dando soddisfazioni anche in fase di vinificazione, registrando decorsi regolari anche per chi fermenta naturalmente.
“I produttori del Chianti Classico hanno ragione ad essere euforici.” – afferma Marco Pallanti Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – “Era probabilmente dai favolosi anni ’80 che non si verificava un’accoppiata di annate di grande qualità come quella ottenuta con il 2006 e il 2007.

Senza contare poi il 2004 e 2001 che stanno dando delle grosse soddisfazioni ai consumatori. Questo decennio ci ha già concesso quattro annate straordinarie a dimostrazione che anche il tanto superficialmente discusso “global warming” ha, per il momento, riflessi impercettibili su varietà autoctone ben radicate come il Sangiovese ed in territori collinari come quello del nel Chianti Classico. La tradizione rimane sempre il miglior strumento per vincere nel futuro”.

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