Salute e benessere a rischio nell’età “ingrata” dell’adolescenzaSalute e benessere a rischio nell’adolescenza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2007 14:06
Salute e benessere a rischio nell’età “ingrata” dell’adolescenzaSalute e benessere a rischio nell’adolescenza


di Susanna Cressati

Firenze L’hanno chiamata, tra l’altro, anche “l’età ingrata”. E tale deve essere l’adolescenza per quelle ragazzine che a 15 anni ritengono di godere di una salute “scadente” (3,5%) o appena discreta (21%). Solo il 17,2% delle coetanee si considera in possesso di una salute eccellente. I maschi, a quella età, sono più sicuri di sé: si sentono in ottima forma nel 37% dei casi. E’ una delle tante “spigolature” che sono contenute nello studio HBSC 2005-2006 (Healt Behaviour in school-aged children) che viene presentato oggi a Viareggio nell’ambito della giornata italiana del Forum internazionale dell’OMS intitolata “Azioni integrate per favorire il benessere degli adolescenti”.

L'evento è co-organizzato dalla Regione Toscana, dal WHO Collaborating Centre for Health Promotion Capacity Building in Child and Adolescent Health (AOU Meyer, Firenze), dal WHO European Office for Investment for Health and Development (Venezia), in collaborazione con la AUSL 12 di Viareggio.
Scopo della Giornata Italiana è quello di mettere a fuoco problemi quali le disparità socioeconomiche nell'ambito del benessere mentale, strategie di intervento come la collaborazione tra i settori istruzione, sanità, previdenza sociale e le modalità di passaggio dalla fase di ricerca (lo Studio HBSC) alle politiche concrete e partecipate dai giovani in qualità di protagonisti nella promozione della propria salute mentale e globale.

La giornata italiana" costituisce inoltre un'occasione di confronto sulle politiche integrate e le esperienze realizzate o in corso fra varie Regioni italiane ed europee, in presenza di esperti e rappresentanti di Enti ed Istituzioni regionali, nazionali ed internazionali appartenenti a vari settori.
La ricerca HBSC è stata condotta con il supporto scientifico dell’Università di Siena, sotto la guida del professor Mariano Giacchi, su un campione di 236 scuole su un target di alunni di 11, 13, 15 anni.

Ha permesso di acquisire un quadro ampio e articolato dei comportamenti correlati alla salute dei giovani in una fascia di età particolarmente fragile. Il rapporto prende in esame il contesto familiare e scolastico, il gruppo dei pari, le abitudini alimentari, la pratica di attività fisica e la sedentarietà, lo stato nutrizionale, l’igiene orale, i comportamenti a rischio, la salute ed il benessere percepito.
Le note problematiche emergono già dall’analisi dei comportamenti alimentari.

Per quanto riguarda il consumo di frutta, ad esempio, solamente il 18% circa dei giovani assume frutta più di una volta al giorno. Percentuali basse, intorno al 5%, riguardano quelli che dichiarano di non mangiare mai la frutta. Per quanto riguarda la verdura i consumi sono più bassi di quelli di quelli di frutta a tutte le età. E’ bassa anche la frequenza di coloro che consumano verdura per almeno 5 giorni la settimana e, contrariamente a quanto osservato per la frutta, la tendenza è in crescita con l’età (41,4%, 42,7% e 50,4% rispettivamente a 11, 13 e 15 anni).
Un accenno, infine, al tema della salute degli adolescenti misurata mediante la percezione soggettiva del proprio benessere.

Per tutti (ragazzi e ragazze) cresce con l’età la proporzione di salute definita “buona”, a scapito della risposta “eccellente”. Nei ragazzi rimangono costanti i valori della risposta “discreta” e calano quelli della definizione “scadente”; mentre nelle ragazze entrambe le definizioni, per così dire, negative della propria salute aumentano, ancorché leggermente, con l’età. A 15 anni la differenza di genere raggiunge la maggiore evidenza: il 3,5% di ragazze reputa scadente la propria salute (rispetto all’1,5% dei ragazzi) e il 21% la reputa discreta (rispetto al 9% dei ragazzi).

Solamente il 17,2% delle ragazze si considera in possesso di una salute eccellente (contro il 37% di ragazzi).

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