Regione Toscana: costituiti due nuovi gruppi politici, mentr il PRC si avvicina al governo
Antichi: “Grave non dare al Consiglio comunicazione sui nuovi assetti della Giunta”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 luglio 2007 13:09
Regione Toscana: costituiti due nuovi gruppi politici, mentr il PRC si avvicina al governo<BR>Antichi: “Grave non dare al Consiglio comunicazione sui nuovi assetti della Giunta”

Firenze, 24 Luglio 2007- Lo ha confermato il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, il quale ha invece definito "prematuro" qualsiasi ragionamento sulle deleghe. Nascono due nuovi gruppi politici in Consiglio regionale. A darne comunicazione è stato il presidente del Consiglio, Riccardo Nencini, prima dell’inizio dei lavori dell’aula.
Le consigliere Alessia Petraglia e Bruna Giovannini, finora facenti parte del gruppo dei Ds, hanno costituito il gruppo denominato Sinistra democratica per il Socialismo europeo.

Presidente del gruppo è Alessia Petraglia, mentre Bruna Giovannini assume l’incarico di vicepresidente e tesoriere del gruppo.
L’altro gruppo neocostituito è frutto invece della fusione dei gruppi della Margherita e dei Ds ed è denominato Per il Partito democratico – l’Ulivo. Presidente del gruppo è stato nominato Alberto Monaci, già presidente del gruppo della Margherita. Ai presidenti dei due nuovi gruppi consiliari il presidente Nencini ha espresso gli auguri di buon lavoro.

Nencini ha anche annunciato che dal prossimo Consiglio regionale si provvederà anche alla nuova distribuzione dei consiglieri sui banchi dell’aula.
L’aula ha approvato con i voti della maggioranza di centrosinistra e del Prc la presa d’atto delle dimissioni di Adriano Chini, che faceva parte del gruppo dei Ds, e la surroga con Nicola Danti, che risultava il primo dei non eletti nella lista dell’Ulivo. Al voto non ha invece partecipato il centrodestra. Le dimissioni di Chini sono giunte dopo che il consigliere ha accettato di assumere l’incarico di vicesindaco del Comune di Campi Bisenzio.
Il capogruppo dell’Udc, Marco Carraresi, ha voluto ringraziare “il collega Chini per il lavoro svolto” e augurargli “buon lavoro per l’incarico che ha scelto di assumere”.

Parole di ringraziamento ei buon lavoro a Chini sono arrivate anche da Alberto Monaci, presidente del neocostituito gruppo Per il Pd – l’Ulivo. Alle parole di Carraresi e Monaci si è anche associato il presidente del Consiglio Riccardo Nencini.
Quindi sui banchi del Consiglio ha preso posto Nicola Danti, 40 anni, proveniente dalla Margherita, che dal 2002 è presidente della Comunità montana “Montagna fiorentina” e membro della Giunta nazionale dell’Uncem (Unione nazionale Comunità e Enti montani).

Consigliere comunale di Pontassieve dal 1990 al 2004, dal 1995 al 1999 ne è stato il vicesindaco. È stato cooordinatore provinciale della Margherita fiorentina dal 2004 fino al congresso del febbraio 2007. È stato anche consigliere regionale e nazionale dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia).

Oggi sono usciti dall’aula del Consiglio regionale annunciando che non avrebbero né partecipato né votato nessuno degli atti di rilevanza istituzionale. Ma per il futuro gli esponenti della Cdl si preparano a dimettersi in blocco dalle Commissioni e anche dall’Ufficio di presidenza finché Martini non spiegherà all’aula il futuro del governo regionale e, proprio perciò, chiedono oggi la convocazione a brevissimo di un consiglio straordinario sulla materia.

I gruppi del centrodestra (FI, An, Udc e Alleanza federalista) non parteciperanno al voto sul Piano di indirizzo Territoriale (Pit), sul Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) e sugli altri atti di carattere istituzionale. Lo ha annunciato il Portavoce dell’opposizione, Alessandro Antichi, dopo aver sollecitato invano, sostenuto dai colleghi dei gruppi del centrodestra, una comunicazione del presidente Claudio Martini sulle notizie di stampa circa alcuni ritocchi al programma di governo e al rimpasto di Giunta.

La richiesta è stata respinta da Martini, che ha annunciato che farà una comunicazione al Consiglio regionale non appena “l’operazione politica sarà conclusa”.
La richiesta di Antichi è stata avanzata in apertura dei lavori del Consiglio regionale, quando ancora era in discussione la definizione dell’ordine dei lavori. “Si continua a leggere – ha detto – di ritocchi al programma di governo e di un rimpasto di Giunta che modificherà la composizione della maggioranza ma nessuno si preoccupa di darne informazione all’aula”.

Per questo motivo ha chiesto la sospensione dei lavori e la convocazione della conferenza dei capigruppo in modo da modificare l’ordine del giorno del Consiglio con l’inserimento di una comunicazione in merito di Martini.
Il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ha affermato di “comprendere le ragioni politiche dell’intervento” di Antichi ma di non ravvisare la possibilità di “appoggiarle a nessun articolo dello Statuto regionale”.
Successivamente il capogruppo di An, Maurizio Bianconi, è intervenuto per sostenere la richiesta avanzata da Antichi e annunciando una mozione d’ordine per chiedere la sospensione dei lavori in modo da poter riunire la conferenza dei capigruppo insieme all’Ufficio di presidenza.
Anche il capogruppo dell’Udc, Marco Carraresi, ha sostenuto la richiesta di una comunicazione del presidente della Giunta dicendo che siccome “Martini, come si legge dalle agenzie, si appresta a ritoccare il programma di governo il Consiglio ha il diritto-dovere di sapere di che cosa si tratta”.
Stessa richiesta è stata avanzata anche da Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia.
Marco Montemagni (Pdci) ha affermato che quella posta dall’opposizione di centrodestra “non è una questione peregrina” e ha proposto, per permettere la discussione sui nuovi assetti del programma di governo e della giunta, di spostare al primo punto dell’ordine del giorno del Consiglio regionale la discussione sul Dpef.
Il presidente della Giunta Martini ha replicato: “E’ evidente che una modifica del quadro del governo regionale deve essere oggetto di discussione dell’aula, ma dovremo farla quando l’operazione politica sarà compiuta, non prima”.

Quindi ha annunciato che la condizioni per chiudere la partita ci saranno dopo il voto sul Dpef e il rimpasto di Giunta. “A quel punto – ha concluso – darò comunicazione all’aula così come previsto dallo Statuto”.
Successivamente i lavori sono stati sospesi e sono ripresi dopo oltre 50 minuti. Il presidente del Consiglio Nencini ha quindi messo in votazione la mozione d’ordine del consilgliere Bianconi con la quale ciedeva di sospensione dei lavori con successiva convocazione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è però stata respinta con il voto contrario della maggioranza di centrosinistra e del Prc. A questo punto Antichi ha detto: “Prendiamo atto del rifiuto a discutere dei mutamenti di Giunta e del programma di governo. Siccome questo svuota di contenuti gli atti in discussione, il centrodestra non parteciperà alla discussione e al voto sugli atti politico-istituzionali. Discuteremo invece domani sulla comunicazione sui costi della politica, perché questo è un momento politico importante”.
«Faremo tutto quanto sarà necessario – affermano come un sol uomo – per sottolineare che le istituzioni vanno rispettate, e non utilizzate ciascuno per sé come meglio crede purché abbia i numeri.

Noi a fare i testimoni muti di questa vergogna non ci stiamo».
Tutto nasce dall’accordo politico con cui sabato scorso si è di fatto costituita anche in Regione l’Unione. Con tutto quello che comporta fra toto-giunta e annunci di nuovi assessori con tanto di chi, di come e di quando. Sulla stampa, certo, perché poi, oggi: «Quando noi abbiamo chiesto un dibattito franco e trasparente in Consiglio sull’ingresso di Rifondazione in giunta e sulle modifiche che questo implicherà al programma di governo, Martini si è rifiutato.

Cosa ha da nascondere? Questa è una delegittimazione del Consiglio», insorgono.
Soprattutto perché, spiegano gli esponenti della Cdl: «In questa sessione consiliare allo stato dei fatti dovremmo discutere di Pit e Dpef dinanzi ad assessori già destituiti a mezzo stampa. Titolari di deleghe a orologeria, destinate a cambiare nel giro di una manciata di giorni. Una farsa. E tutto senza conoscere quale futuro programmatico viene riservato alle grandi questioni aperte di smaltimento rifiuti, piano energetico, infrastrutture».
«Qui – prosegue la Cdl – siamo davanti a un governo che, piuttosto che risolvere le questioni che sole potrebbero rilanciare lo sviluppo della Toscana, si prepara ad appioppare nuove tasse sul groppone di imprese e cittadini.

Che predica la riduzione delle spese regionali ma fa lievitare il numero di assessori, che per Statuto potrebbero essere ridotti fino a un minimo di 8, al livello record di quota 14. Che predica le quote rosa in Consiglio ma intanto si porta in giunta Paolo Cocchi. Che va in conferenza Stato-Regioni e sigla accordi che vanno nel senso contrario al deliberato consiliare. Insomma, un vero e proprio golpe. Noi non vi assisteremo in silenzio».

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