Nel 2006, in Toscana, su 6.028 aziende visitate per iniziativa delle Direzioni provinciali del lavoro, il 50% non rispettavano le norme

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2007 23:27
Nel 2006, in Toscana, su 6.028 aziende visitate per iniziativa delle Direzioni provinciali del lavoro, il 50% non rispettavano le norme

Firenze- Occupavano 5.568 lavoratori irregolari (dei quali 1.239 extracomunitari). Riguardo alle altre 3.683 aziende controllate, su richiesta di intervento di lavoratori o sindacati, 3.100 sono risultate irregolari. Questi solo alcuni dei dati resi noti, questa mattina da Pasquale Michienzi, direttore della Direzione regionale del lavoro, alla commissione regionale speciale Lavoro nel corso di un’audizione sull’attività ispettiva. “Controlli mirati, vere e proprie task force con gli altri organi di vigilanza, comprese le asl –ha detto Michienzi- hanno preso di mira il settore edile.

Nel corso di questa attività, nel 2006: 1.097 i cantieri ispezionati (1.762 aziende), dei quali circa il 58% non è risultato in regola con le norme per la sicurezza o di lavoro. Su un totale di 7.000 lavoratori occupati, sono stati trovati 136 minori irregolari, 1.324 lavoratori fuori regola, dei quali 424 “a nero”, di prevalente cittadinanza extracomunitaria”. Per il presidente della commissione regionale, il lavoro nero e il caporalato, in aumento in Toscana, sono fenomeni inaccettabili.

Considerate le difficoltà operative, la non adeguatezza dei mezzi a disposizione degli ispettori (ad esempio non possiedono un auto di servizio) e l’esiguo numero di addetti (in Toscana solo 200, compresi 30 carabinieri), il presidente si è detto soddisfatto dei risultati dell’attività congiunta degli ispettori delle direzioni regionali e provinciali del lavoro insieme ad Inail, Inps ed Asl. Il presidente ha, però, sottolineato la necessità che questo coordinamento venga istituzionalizzato e che agli uffici preposti alla vigilanza vengano forniti personale e mezzi per incrementare il controllo, determinando così un “guadagno” per lo Stato, attraverso le sanzioni ed il recupero di contributi e premi assicurativi.
Dalla commissione è emerso come la lotta all’illegalità non passi solo dalla vigilanza e dalla repressione ma sia necessario un cambio culturale che faccia percepire la “cultura e la consapevolezza della sicurezza” sui luoghi di lavoro.

Michienzi ha, infine, evidenziato come l’inasprimento delle sanzioni verso le aziende irregolari, il sostegno all’emersione del nero e l’incremento del personale ispettivo abbia portato a risultati apprezzabili nel primo trimestre del 2007, a confronto con il primo trimestre 2006: delle 6.000 aziende ispezionate (+21,35%), 4.000 sono risultate irregolari (+21,55%) con 4.500 lavoratori non in regola (+7,26%).
I dati completi sull’attività ispettiva del lavoro verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in via di definizione.

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