Regioni e medici di famiglia per sconfiggere la piaga doping
Ecco la 'ricetta' del ministro Turco presentata oggi a Roma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2007 19:19
Regioni e medici di famiglia per sconfiggere la piaga doping<BR>Ecco la 'ricetta' del ministro Turco presentata oggi a Roma

Un maggiore coinvolgimento delle regioni nell’attività di controllo e prevenzione “con l’obiettivo di fare della lotta al doping una costante e radicata attività di prevenzione sanitaria”, ma anche la “formazione e sensibilizzazione dei medici di famiglia che possono diventare le vere ‘sentinelle’ del fenomeno sul territorio”. Sono queste alcune delle linee guida tracciate dal ministro per la Salute Livia Turco in occasione del quarto Convegno nazionale sul doping.
E “per quanto riguarda gli aspetti normativi – ha proseguito il titolare del dicastero di Lungotevere a Ripa – siamo poi alla vigilia della ratifica della Convenzione Unesco che prevede anche la costituzione di apposite autorità responsabili del coordinamento a livello nazionale tra tutti gli enti interessati alla lotta al doping”.
I dati
Oltre 1.511 controlli su tutte le federazioni sportive escluse le serie A e B di tutti gli sport praticati e per la prima volta anche su tutti gli enti di promozione sportiva, 84 ricerche finanziate, programmata l’apertura di laboratori regionali antidoping.

Questi i principali risultati dell’attività della Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping per la tutela della salute e delle attività sportive del Ministero della Salute (Cvd) presentati oggi all’Istituto Superiore di Sanità.
In particolare: il 2,4% (37 in valore assoluto, 34 maschi e 3 donne) degli atleti sottoposti a controllo dalla Cvd è risultato positivo ai test antidoping (le sostanze più diffuse sono risultati i cannabinoidi seguiti dagli stimolanti e dai diuretici, dai corticosteroidi, dagli anabolizzanti, dalle sostanze attive sul sistema ormonale).
Osservando il trend delle positività tra il 2003 e il 2006 si nota che, nonostante l’aumento dei controlli effettuati, i valori percentuali di positività sono rimasti pressoché inalterati, passando dal 2,7% del 2003 al 2,4% dello scorso anno.

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