La Regione approva la riapertura della caccia allo storno senza limitazioni di sorta e gli impianti di cattura dei richiami vivi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2006 18:12
La Regione approva la riapertura della caccia allo storno senza limitazioni di sorta e gli impianti di cattura dei richiami vivi

Firenze, 14 novembre 2006- – Via libera alla caccia allo storno fino al 31 dicembre prossimo. Ripristino dei prelievi in deroga e della cattura di richiami vivi: sono i regali portati a casa dai cacciatori grazie a una proposta di legge e un ordine del giorno elaborati oggi in Commissione II (Agricoltura). E’ successo oggi in Consiglio Regionale, dove in modo del tutto inusuale la Commissione Agricoltura si è riunita in contemporanea e in parallelo al Consiglio e il provvedimento sullo storno è stato portato in aula nel pomeriggio stesso e fuori ordine del giorno.
Le province di Firenze, Arezzo, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena potranno gestire gli impianti di cattura degli uccelli da richiamo: cesena, merlo, tordo bottaccio e tordo tassello.

I quantitativi massimi sono stati divisi specie per specie, secondo il tipo di impianto, per ogni singola provincia. Gli uccelli catturati potranno essere venduti a 15 euro ciascuno. La legge è stata approvata con il solo voto contrario del gruppo Verdi.
Si tratta ancora una volta di una caccia che solo come facciata è finalizzata alla tutela delle colture agricole. Non si seguono infatti i criteri indicati dalla Direttiva europea né le indicazioni dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica; non si caccia dove e quando ci sono i danni, ma dappertutto e per gran parte della stagione. Si tratta insomma di un provvedimento mirato a far sparare di più e non certo a tutelare viti e olivi. Lo stesso TAR Toscana aveva recentemente parzialmente sospeso (su ricorso del WWF) una prima delibera regionale sul tema proprio perché incongruente rispetto agli obiettivi dichiarati e troppo estensiva.
"A questo punto aspettiamo il pronunciamento del Governo -affermano alla Sezione regionale Toscana del WWF- e della Comunità Europea, che per le reiterate infrazioni della Regione rispetto alle sue direttive potrebbe far scattare pesanti sanzioni fra cui il blocco dei fondi comunitari di sostegno all’Agricoltura.

E, in questo caso, i soldi ai nostri agricoltori chi li darà? I nostri Consiglieri regionali? Sarebbe sicuramente la cosa più giusta. Dalla Regione è stata anche autorizzata l’attività di impianti di cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi per la caccia. Questa decisione è stata inserita nel provvedimento sulla caccia allo storno per aggirare i pareri negativi che l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica aveva ufficialmente fornito alla Regione sulla questione delle catture.

Disconoscendo quindi i dati e le prescrizioni che l’organo scientifico ha formalizzato nei suoi documenti, la Regione ha scelto ancora una volta la strada dei provvedimenti fuori dalle regole e contrari ai principi comunitari. Sarebbe interessante conoscere quanti tra i cittadini della Toscana, siano oggi favorevoli a scelte di questo tipo e su una materia che siamo sicuri non goda più dei favori dell’opinione pubblica. La caccia, riguarda sempre più una minoranza e malgrado ciò, riesce ad aggregare in maniera trasversale politici e funzionari di Pubbliche Amministrazioni.

Chi deve tutelare le aspettative di tutti gli altri?"
Il testo è frutto del lavoro della commissione Agricoltura su quattro autonome proposte di legge e, come ha spiegato il suo presidente Marco Remaschi (Margherita), “risponde ad un’esigenza del mondo agricolo per la salvaguardia della raccolta delle olive”, che non può essere garantita da strumenti alternativi. A suo parere la scelta dello strumento legislativo è in sintonia con quanto avviene in altre Regioni per l’attuazione delle deroghe.

Remascbi ha infine sottolineato che la cattura degli uccelli da richiamo è sottoposta ai più rigidi controlli, con una riduzione di oltre il 40% rispetto a quanto è stato autorizzato nel 2005 (1.500 esemplari invece di 2.600).
Alfonso Lippi (Ds) ha rilevato che i danni causati dagli storni sono sotto gli occhi di tutti e che la cattura degli uccelli da richiamo avverrà in modo molto controllato, sulla base di precise tabelle e con un prezzo di vendita fissato.
“E’ un buon lavoro” ha commentato l’assessore Susanna Cenni, secondo la quale siamo di fronte ad una legge “responsabile”, anche alla luce delle iniziative della Commissione europea, che potrebbe bloccare le risorse sullo sviluppo rurale.

Un’iniziativa che, sulla base delle previsioni della Finanziaria, potrebbe ricadere sulle Regioni che hanno determinato l’infrazione.
“Forza Italia, primo soggetto politico a recepire le legittime proteste dei cacciatori già dal mese di settembre, ha conseguito un’importante vittoria per difendere l’agricoltura toscana e permettere il rispetto della normativa europea sull’attività venatoria sbloccando la Regione dal suo immobilismo dopo che il decreto De Castro era decaduto”.

Questo il commento del Presidente del Gruppo Regionale di Forza Italia Maurizio Dinelli e del Consigliere Regionale Piero Pizzi, sulla presentazione di una Pdl che raccolga un largo consenso del Consiglio Regionale. “Forza Italia ha spinto la Commissione Agricoltura e il Consiglio Regionale ad affrontare la protesta del mondo venatorio, stimolando i partiti della maggioranza un impegno preciso nei confronti dei cacciatori e per difendere le nostre colture. Grazie allo strumento proposto, quello della Proposta Di Legge, le determinazioni che usciranno dal Consiglio Regionale saranno al riparo da eventuali ricorsi al Tar degli ambientalisti estremi di turno.

Esprimiamo viva soddisfazione – proseguono Dinelli e Pizzi – per essere riusciti a porre le basi per recuperare i danni che il Governo Prodi, attraverso il Ministro De Castro, e l’Assessore Regionale Cenni hanno prodotto nei conforti dei cacciatori toscani. Nel dibattito in Aula Forza Italia voterà a favore della riapertura della caccia allo storno senza limitazioni di sorta, nel rispetto della precedente delibera regionale, e per la concessione delle autorizzazioni per gli impianti di cattura dei richiami vivi, riproponendo la necessità di ristabilire anche la caccia in decora del fringuello, specie anch’essa dannosa per la nostra agricoltura”.
“Ricorrere ad una legge per introdurre una deroga alla caccia allo storno per un mese e mezzo ci fa coprire di ridicolo – ha affermato Fabio Roggiolani (Verdi), motivando il suo voto contrario – E’ una strada che presto porterà a introdurre di nuovo il fringuello tra le specie cacciabili”.
Roberto Benedetti, Vicecapogruppo di Alleanza Nazionale, spiega: «I due documenti sono frutto certo dell’impegno diffuso di noi di An.

Soprattutto, però, si tratta del buon esito dello sforzo di mediazione fra le esigenze di tutti che abbiamo realizzato anche attraverso consultazioni con i cacciatori. Non il risultato di un solo gruppo, dunque – sottolinea Benedetti – bensì della Commissione nella sua collettività». Il documento appena formulato è stato presentato oggi in aula proprio da Benedetti: «Essendo decaduto il decreto legge n. 251 del 16 agosto 2006 del ministro dell’ambiente – ha dichiarato – è chiaro che il provvedimento è necessario a colmare una lacuna normativa in un ambito rilevante sia dal punto di vista della tutela e salvaguardia delle colture, che da quello venatorio.

Perciò An è favorevole al prelievo venatorio in deroga e alla concessione dell’autorizzazione delle licenze per gli impianti di cattura dei richiami vivi, Pdl che abbiamo prodotto in Commissione mediando tra diverse esigenze e punti di vista». «Noi riteniamo che il ripristino dei prelievi in deroga – continua Benedetti – sia necessario per due ordini di motivi: il primo concerne l’oggettivo impatto negativo che queste specie causano alle colture tipiche della nostra regione, in particolar modo ai vigneti ed agli uliveti.

Il secondo, invece, riguarda la possibilità di mantenere in vita pratiche venatorie tradizionali e particolarmente sentite dai cacciatori toscani, soprattutto quelli di vecchia e lunga tradizione». «Siamo fieri di aver potuto inserire nella legge il ripristino delle concessioni delle licenze per gli impianti di cattura dei richiami vivi – puntualizza il Vicepresidente del Gruppo di An affrontando l’altro argomento del provvedimento – visto che ormai da tempo vige il divieto di cattura dei richiami vivi, e che è dunque evidente la necessità di rinnovare i capi.

Dobbiamo purtroppo rilevare, invece, la preclusione ideologica per quanto riguarda il prelievo venatorio in deroga dei fringuelli, per il quale abbiamo presentato un emendamento al provvedimento in esame». «Ci tengo a ribadire – queste le parole conclusive dell’intervento in aula – che noi siamo per una caccia che affonda nelle regole e nel rispetto dell’ambiente e della sua dignità ma che non può essere oggetto di sistematiche preclusioni ideologiche da parte di chi si occupa della cosa pubblica».

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