Inceneritore: sulla petizione popolare la maggioranza provinciale si divide

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2006 09:35
Inceneritore: sulla petizione popolare la maggioranza provinciale si divide

Il Consiglio provinciale ha approvato ieri sera, con 18 sì (Ds, La Margherita, PdCI) e 12 no (Fi, An, Udc Prc e Verdi) la delibera di risposta alla petizione di iniziativa popolare per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Respinto con 18 no e 4 sì (Prc e Verdi con la Cdl che non ha partecipato al voto) l’Ordine del Giorno d’accompagnamento presentato da Prc ed emendato dai Verdi. Il capogruppo di Rifondazione Comunista Sandro Targetti ha spiegato di non condividere la risposta della Giunta: “Ed aumenta i problemi ed i dubbi sul rispetto alla salute degli impianti di incenerimento e di altre fonti di inquinamento.

Chiediamo che si approfondiscano gli studi sulle problematiche collegate o collegabili alle nano polveri. Oggi, dopo anni di ragionamenti, di discussioni, di forti scontri sociali, il consenso intorno alla scelta dell’incenerimento come strada prevalente non c’è. Questo Consiglio deve scegliere se a fronte di un aumento delle problematiche ambientali e sanitarie, a fronte della mancanza del consenso delle popolazioni vuole continuare su questa strada oppure se prevale il principio di precauzione e si guarda se ci sono altre soluzioni possibili”.

Il capogruppo dei Democratici di Sinistra Riccardo Gori ha ricordato che: “Anche nel centro e nel nord Europa c’è il modello della termovalorizzazione come soluzione terminale del ciclo dei rifiuti. E questo avviene in tutte le realtà metropolitane e in tutte le città europee. E questo processo è accompagnato da un forte risparmio energetico. Noi diciamo, con grande semplicità, ai cittadini che il 70% della raccolta differenziata in un’area metropolitana di questo genere è un obiettivo difficilmente raggiungibile se non con prospettive decennali.

Possiamo puntare a quegli obiettivi che sono contenuti nel Piano provinciale: il 55% della raccolta differenziata, mentre possiamo spingerci un po’ più avanti rispetto alla diminuzione dei rifiuti (fissata al 15% in meno) con grandi impegni economici e grandi patti che debbono entrare in campo ma resta attivo uno zoccolo duro che noi non possiamo non proporre a termovalorizzazione”. Graziano Grazzini, a nome di Forza Italia ha rilanciato l’idea del referendum: “Non vogliamo entrare, come forza politica, nella costrizione di dover optare tra due tesi tecnico-scientifiche.

Ci atteniamo ai dati forniti dagli uffici e agenzie preposte, pretendendo il massimo aggiornamento dei dati. Rileviamo che l’unica novità proposta dalla Regione Toscana su questo fronte, in un anno, è l’unificazione delle società che si occupano di rifiuti: una bella torta da spartire. Il rischio di far precipitare la situazione in un’emergenza e in una conflittualità sociale è ormai dietro l’angolo. Il referendum consultivo è, in questo senso, uno strumento che potrebbe aiutare ad un dibattito più consapevole e ad una vera partecipazione democratica”.

Massai, Sensi e Nascosti di alleanza Nazionale ritengono, invece, che: “Una discussione tecnica non era da portare in Consiglio provinciale. Ci chiediamo: Vale o non vale il Piano provinciale dei rifiuti? Si vuol fare, oppure no il termovalorizzatore? Sosteniamo che deve essere presa una decisione definitiva su questo argomento. La delibera di risposta alla petizione dei cittadini fa capire che siamo di fronte ad un nuovo rinvio”.

L’assessore all’Ambiente Luigi Nigi, ha risposto - nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Provinciale - alla “Petizione di iniziativa popolare per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente” che sollevava la questione di eventuali problemi provocati dalle cosiddette nanopolveri, ovvero particelle dell’ordine di grandezza di 0,01 / 0,1 nanometri prodotte dai processi di incenerimento dei rifiuti.


L’assessore Nigi ha ricordato in primo luogo come la Giunta provinciale si sia richiamata allo studio di valutazione di impatto sanitario condotto dal Cnr, dall’agenzia regionale di sanità dall’università di Firenze e dal centro sistemi complessi dell’università di Siena, segnalando come lo studio di VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) a seguito di uno studio diffusionale condotto su tutti gli inquinanti prodotti dal processo di termovalorizzazione dei rifiuti, sullo stato di salute della popolazione residente e sulle possibili conseguenze epidemiologiche, si sia concluso con il parere favorevole alla realizzazione dell’impianto nell’area della piana fiorentina.
L’Assessore ha poi sottolineato come, in base alla documentazione raccolta, le argomentazioni relative alle nano patologie, così come richiamate nella petizione, trovino eco unicamente sui media non scientifici, restando invece prive di riscontro sulla letteratura scientifica, che nessun ulteriore approfondimento scientifico risulterebbe quindi dovuto.
“In merito alle conclusioni dei nostri dirigenti, sulla base di quanto comunicato da Arpat, ARS e USSL 10 – ha specificato l’assessore Nigi - si possono pertanto avanzare le seguenti considerazioni: le nanoparticelle rappresentano un aspetto da anni conosciuto, ma fino ad oggi assai poco indagato, la cui pericolosità deriva dalla composizione chimica delle molecole di cui sono costituite e non dalle loro dimensioni.

La composizione dipende naturalmente dalla sorgente da cui sono prodotte, le fonti di emissione delle nano particelle sono rappresentate da tutti i processi di combustione ma la fonte di produzione di gran lunga prevalente è costituita dal traffico veicolare. Il contributo aggiuntivo di emissioni di polveri totali da un impianto di incenerimento dei rifiuti rispetto al quadro di uno scenario fortemente urbanizzato, rappresenta una percentuale quasi impercettibile, meno dello 0,0011%. Le tecnologie di filtraggio e depurazione funi adottate nei moderni termovalorizzatori sono in grado di trattenere particolato ultrafine nel range 2.5 micron e fino a 0,02 micron.

Gli studi scientificamente attendibili sull’effetto provocato dalle particelle ultrafini sulla salute umana sono assai scarse e ove esistenti riferite a situazione di inquinamento da traffico. Le particelle ultrafini sembrano comunque comportarsi in modo a analogo a quelle fini e la loro tossicità dipende in primo luogo dalla loro composizione. In ogni caso la valutazione del rischio dovrebbe essere fatta per ciascun caso specifico. Non è possibile giungere a conclusioni di tossicità del nano particolato, tali da modificare le valutazioni di impatto sulla salute espressi sull’impianto di termovalorizzatore previsti sul piano rifiuti”.


Secondo quanto riferito in Consiglio dall’Assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze: “È possibile ritenere che gli interventi previsti nella piana fiorentina in particolare quelli relativi al traffico e alla rinaturalizzazione dell’area, piantumazioni dei boschi nelle vicinanze di Osmannoro 2000 e di Case Passerini, siano suscettibili di eliminare l’impatto delle nano polveri prodotte dall’impianto di termovalorizzatore”.

Nel dibattito in Consiglio provinciale sulla delibera di risposta alla petizione di iniziativa popolare per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente il capogruppo di Rifondazione Comunista Sandro Targetti ha spiegato di non condividere la risposta della Giunta: “Ed aumenta i problemi ed i dubbi sul rispetto alla salute degli impianti di incenerimento e di altre fonti di inquinamento.

Chiediamo che si approfondiscano gli studi sulle problematiche collegate o collegabili alle nano polveri. Oggi, dopo anni di ragionamenti, di discussioni, di forti scontri sociali, il consenso intorno alla scelta dell’incenerimento come strada prevalente non c’è. Questo Consiglio deve scegliere se a fronte di un aumento delle problematiche ambientali e sanitarie, a fronte della mancanza del consenso delle popolazioni vuole continuare su questa strada oppure se prevale il principio di precauzione e si guarda se ci sono altre soluzioni possibili”.

Il capogruppo dei Democratici di Sinistra Riccardo Gori ha ricordato che: “Anche nel centro e nel nord Europa c’è il modello della termovalorizzazione come soluzione terminale del ciclo dei rifiuti. E questo avviene in tutte le realtà metropolitane e in tutte le città europee. E questo processo è accompagnato da un forte risparmio energetico. Noi diciamo, con grande semplicità, ai cittadini che il 70% della raccolta differenziata in un’area metropolitana di questo genere è un obiettivo difficilmente raggiungibile se non con prospettive decennali.

Possiamo puntare a quegli obiettivi che sono contenuti nel Piano provinciale: il 55% della raccolta differenziata, mentre possiamo spingerci un po’ più avanti rispetto alla diminuzione dei rifiuti (fissata al 15% in meno) con grandi impegni economici e grandi patti che debbono entrare in campo ma resta attivo uno zoccolo duro che noi non possiamo non proporre a termovalorizzazione”. Graziano Grazzini, a nome di Forza Italia ha rilanciato l’idea del referendum: “Non vogliamo entrare, come forza politica, nella costrizione di dover optare tra due tesi tecnico-scientifiche.

Ci atteniamo ai dati forniti dagli uffici e agenzie preposte, pretendendo il massimo aggiornamento dei dati. Rileviamo che l’unica novità proposta dalla Regione Toscana su questo fronte, in un anno, è l’unificazione delle società che si occupano di rifiuti: una bella torta da spartire. Il rischio di far precipitare la situazione in un’emergenza e in una conflittualità sociale è ormai dietro l’angolo. Il referendum consultivo è, in questo senso, uno strumento che potrebbe aiutare ad un dibattito più consapevole e ad una vera partecipazione democratica”.

Massai, Sensi e Nascosti di alleanza Nazionale ritengono, invece, che: “Una discussione tecnica non era da portare in Consiglio provinciale. Ci chiediamo: Vale o non vale il Piano provinciale dei rifiuti? Si vuol fare, oppure no il termovalorizzatore? Sosteniamo che deve essere presa una decisione definitiva su questo argomento. La delibera di risposta alla petizione dei cittadini fa capire che siamo di fronte ad un nuovo rinvio”.

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