Un Label europeo per diffondere le buone pratiche nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2006 13:55
Un Label europeo per diffondere le buone pratiche nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue

25 maggio 2006- Un corso plurilingue per carabinieri di quartiere, volto a fornire ai partecipanti competenze linguistiche di base in inglese, tedesco e arabo e a far conoscere il significato della convivenza fra diverse culture; due manuali per l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera¸ destinati agli studenti delle scuole superiori egiziane e specificamente mirati all’inserimento lavorativo nei settori del commercio e del turismo; un percorso di formazione linguistica per i docenti di discipline non linguistiche partecipanti a progetti transnazionali nell’ambito dei programmi educativi europei: sono solo alcuni dei progetti vincitori nel 2005 del Label europeo delle lingue, iniziativa lanciata nel 1998 dalla Commissione europea per stimolare l’interesse allo studio delle lingue straniere e giunta quest’anno alla sua ottava edizione.



L’obiettivo del Label è incoraggiare la realizzazione di progetti innovativi nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue e informare insegnanti, studenti e mondo del lavoro, in modo da favorire la diffusione di nuove metodologie e nuove idee. Il Label europeo non è uno strumento di finanziamento, ma un attestato di qualità per iniziative concrete, nuove e originali che promuovono i valori del plurilinguismo.

L’iniziativa è coordinata a livello comunitario dalla Direzione generale Istruzione e cultura della Commissione europea, ma è gestita in modo decentrato dai singoli Stati membri.

I progetti da premiare con il Label sono scelti da giurie nazionali in base a criteri qualitativi stabiliti a livello comunitario, alle priorità europee fissate annualmente dalla Commissione e a eventuali criteri aggiuntivi definiti in ciascun paese.

In Italia il programma si muove lungo i due binari paralleli dell’istruzione e della formazione professionale. I coordinatori nazionali del Label sono il Ministero dell'istruzione, Direzione generale per gli affari internazionali dell'istruzione scolastica, e il Ministero del Lavoro, Direzione generale per le politiche per l'orientamento e la formazione, che si avvale dell'assistenza tecnica dell'ISFOL, Agenzia nazionale del programma Leonardo da Vinci.

Per far conoscere e promuovere l’iniziativa e gettare le basi per la realizzazione di una rete di collaborazione tra tutti i soggetti che nel territorio operano nel campo dell'insegnamento linguistico, il 22 maggio scorso si è svolta presso l’Università per stranieri di Siena una giornata interamente dedicata al Label, nel corso della quale sono stati presentati alcuni dei progetti premiati lo scorso anno.

Dall’incontro è emersa la necessità di passare dal semplice riconoscimento delle buone pratiche alla valorizzazione e alla diffusione delle caratteristiche di qualità dei progetti che hanno ottenuto il Label, in modo da metterle a disposizione di tutto il sistema formativo e trarre il massimo profitto dalle esperienze realizzate, soprattutto sotto il profilo dell’adeguamento dell’offerta di formazione linguistica alle esigenze concrete.

Nel corso dell’incontro di Siena è stato inoltre presentato il bando 2006 per il settore della formazione professionale.



Possono concorrere all’assegnazione del Label i progetti riguardanti l’insegnamento e l’apprendimento linguistico che sono già stati realizzati o sono in fase di realizzazione e che si concentrano sulla lingua specialistica o strettamente connessa con bisogni ed esigenze professionali.

Le priorità europee per il 2006 sono la formazione iniziale e continua degli insegnanti di lingua e la diversificazione dell’offerta linguistica. In quest’ottica rientra anche l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua o lingua straniera, in risposta - fra l’altro - alle emergenze linguistico-comunicative che sempre più investono il nostro paese in quanto terra di immigrazione e di accoglienza.

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