Giudeate dell’Amiata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2006 11:59
Giudeate dell’Amiata

Amiata, 10 aprile 2006- È tradizione di tutti e quattro i comuni dell’Amiata senese inscenare per il venerdì santo – quindi il prossimo venerdì 14 aprile – una giudeata, o processione con il trasporto del Cristo morto. A Radicofani, Castiglion d’Orcia, Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore si ripeterà anche quest’anno un appuntamento che conserva spesso un sapore mistico di sacra rappresentazione e colpisce per la suggestione della messa in scena, per le splendide scenografie naturali (i quattro borghi amiatini), per l’illuminazione a torce e fiaccole, per il coinvolgimento silenzioso del pubblico, ma anche per il valore spirituale che la rappresentazione assume agli occhi dei partecipanti.

A Rocca d’Orcia l’appuntamento è invece il 13 aprile con la tradizionale processione del giovedì santo.

Fino a qualche anno fa, tali rappresentazioni erano spesso anche cruente: non di rado vi prendevano parte, come in certi paesi del sud d’Italia, fustiganti e penitenti. Oggi si tratta invece di semplici processioni, vuoi con rielaborazioni sceniche del racconto evangelico – come ad Abbadia e Piancastagnaio – vuoi semplicemente come funerale del corpo del Cristo, di solito accompagnato da incappucciati delle varie associazioni di Misericordia.

Velati e scalzi sono i portatori delle tre croci di Piancastagnaio, in una delle giudeate più coinvolgenti della zona; mentre ad Abbadia, la processione si arricchisce non solo di soldati romani a cavallo, ma anche di una messa in scena della via crucis, con tutti i personaggi della passione.

A Castiglion d’Orcia, processione con le effigi settecentesche di Gesù morto e della Madonna addolorata. Partecipano gli uomini della Misericordia nella veste storica e la banda musicale “La Castigliana”. Le vie del paese sono illuminate da fuochi e torce.

Ma forse la più affascinante di tutte è la giudeata di Radicofani, una delle più antiche e senz’altro più belle dell’intera Toscana. Da non perdere giovedì e venerdì prossimi.

L’evento inizia la sera del giovedì santo, con la messa che rievoca l’ultima cena e l’apertura del sepolcro del Cristo.

Segue una processione di penitenza, detta “buia” proprio perché commemora la morte della divinità, alla quale partecipano i 12 fratelli della congregazione di Sant’Agata, in cappa rossa, e i 12 membri della confraternita di Misericordia, in cappa bianca. Il numero 12 rievoca naturalmente quello degli apostoli.

Più luminosa e proiettata verso la resurrezione è invece la processione del venerdì santo che parte verso le 21.30 dalla chiesa di San Pietro, con il cadavere del Cristo portato da quattro scalzi incappucciati in cappa nera, seguiti dalle due congregazioni in cappa rossa e bianca, dalle donne dolenti, dalle riproduzioni della deposizione e della pietà.

Culmine dell’evento è qualcosa di unico al mondo: l’arrivo della processione alla chiesa di Sant’Agata dove avverrà l’adorazione del Calvario: un apparato di straordinario richiamo viene costruito tutto attorno allo splendido altare di Andrea Della Robbia: una parete di bosso arricchita di 750 luminarie allegoriche. Uno spettacolo davvero unico.

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