La Consulta boccia il decreto ³tagliaspese² del 2004
Il ricorso fu fatto per la prima volta dal Consiglio delle Autonomie locali su impulso di Anci Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2005 17:31
La Consulta boccia il decreto ³tagliaspese² del 2004<BR>Il ricorso fu fatto per la prima volta dal Consiglio delle Autonomie locali su impulso di Anci Toscana

Firenze 14 novembre ¹05 ­ ³Inammissibile ingerenza nell¹autonomia degli enti quanto alla gestione della spesa². Questo si legge nella sentenza numero 417 della Corte Costituzionale che boccia il decreto che il Parlamento approvò con voto di fiducia nel luglio del 2004, il cosiddetto decreto ³tagliaspese².

Si tratta di vincoli che - si legge nella sentenza n. 417 depositata oggi in cancelleria - "non costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica, ma competono una inammissibile ingerenza nell'autonomia degli enti quanto alla gestione della spesa".



³Inammissibile ingerenza nell¹autonomia degli enti quanto alla gestione della spesa². Questo si legge nella sentenza numero 417 della Corte Costituzionale che boccia il decreto che il Parlamento approvò con voto di fiducia nel luglio del 2004, il cosiddetto decreto ³tagliaspese².

Il ricorso alla manovra correttiva del governo (decreto 168/2004) fu fatto in via diretta dalla Regione Toscana in seguito ad una delibera del CdAL Toscano, su impulso dell'Associazione dei Comuni Toscani.



Si trattò della prima volta in Italia in cui furono utilizzate le possibilità della legge La Loggia che permette agli enti locali tramite il Consiglio delle autonomie di chiedere alla Regione di sollevare la leggittimità costituzionale di un provvedimento.

L¹Anci Toscana aveva deciso di attivare questi passaggi perché il decreto approvato dal governo il 12 luglio del 2004 era nettamente in contrasto con i principi di autonomia e di pari dignità degli enti locali, prescritti nella Costituzione agli articoli 114, 117, 118, 119 e 97, nonché con il principio di leale collaborazione.

³La logica del decreto bocciato dalla Consulta ­ afferma Paolo Fontanelli, presidente di Anci Toscana e sindaco di Pisa ­ si ripropone moltiplicato in maniera insostenibile nella Legge Finanziaria 2006 proposta dal governo.

Anche con questa sentenza si conferma la fondatezza delle critiche che gli enti locali hanno fatto alla manovra finanziaria del governo².

“La pronuncia della Consulta – sottolinea Scheggi, presidente dell’URPT – dà valore alla obiezioni di merito che il sistema degli Enti locali ha sempre avanzato rispetto agli atti governativi che ne vincolavano l’operatività, limitandone l’autonomia decisionale senza peraltro concorrere al contenimento della spesa pubblica. Questa pronuncia, d’altra parte, al di là del fatto che legittima autorevolmente le riserve avanzate dall’UPI, riapre anche la partita su molte delle misure contestate della Finanziaria 2006.

Mi auguro, pertanto, che il Parlamento sappia correggere le storture della Legge di bilancio, tenendo conto dei rilievi della Corte”.

«L'odierna sentenza della corte costituzionale sul decreto 168/2004 che impose il taglio forzoso delle spese degli enti locali dà ragione alle critiche e alle proteste avanzate l'anno scorso e quest'anno dalle autonomie locali e impone al Governo e al Parlamento una modifica sensibile di diversi articoli del disegno di legge finanziaria 2006». Lo ha detto il vicecapogruppo DS, Antongiulio Barbaro.

«Nello scorsa seduta del consiglio comunale - ha aggiunto - avevamo giusto sostenuto che i provvedimenti finanziari del Governo negli ultimi anni avevano violato l'autonomia di spesa dei Comuni, come stabilita dal titolo V della Costituzione. Questa sentenza impone una riflessione generale non più rinviabile, anche alla luce del documento finale consegnato al Parlamento dall'alta commissione per il federalismo fiscale, sul riordino della finanza locale, che l'attuale compagine di Governo in cinque anni non è stata in grado di portare a compimento».

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