Localizzazione del termovalorizzatore: No dai DS di Campi Bisenzio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2005 16:11
Localizzazione del termovalorizzatore: No dai DS di Campi Bisenzio

“Non condanneremo questo territorio all’emergenza: andiamo avanti con determinazione”. Così l’assessore all’ambiente Luigi Nigi oggi in Consiglio provinciale sul termovalorizzatore della Piana fiorentina. “Non è più il momento di appelli generici – ha aggiunto Nigi – è il momento di decidere”.

Le forze politiche costituenti la maggioranza del Consiglio Comunale di Campi Bisenzio (D.S., Margherita, P.d.C.I. e S.D.I.) che sostengono il Sindaco Fiorella Alunni, in ordine alle questioni dei rifiuti e della gestione dell’intero ciclo, ribadisce l’attualità delle scelte programmatiche espresse nel programma elettorale per il governo del Comune, peraltro pienamente conformi alle previsioni del Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti urbani, alla cui elaborazione l’Amministrazione comunale ha dato un contributo significativo.
Si esprime pertanto la piena consapevolezza che il problema dei rifiuti nell’area fiorentina non è risolvibile se, a chiusura del ciclo, non si realizza un termovalorizzatore che utilizzi i rifiuti residui per la produzione di energia.
Nello stesso tempo occorre confermare la necessità che sul territorio dell’ATO n.

6 vengano costruiti, come previsto nel piano provinciale, tre diversi termovalorizzatori, anche se le economie di scala consigliassero diversamente. Poiché la realizzazione di tali impianti comporta un carico territoriale e ambientale, riteniamo necessario che tale carico venga distribuito equamente sul territorio: noi siamo disposti a fare la nostra parte a condizione che anche gli altri facciano la loro.
Questo non significa che la strategia dei rifiuti debba essere basata esclusivamente su tale impiantistica.

Deve in primo luogo, come indicato nelle leggi emanate dai governi di centro-sinistra (Decreti Ronchi) e come recepito dal Piano regionale della Toscana e dal Piano provinciale di Firenze, puntare alla riduzione della produzione dei rifiuti, con un impegno in tale direzione di tutti i livelli istituzionali (Stato, Regione, Provincia, Comuni), per quanto nelle possibilità di ciascuno, lavorando in particolare alla riduzione degli imballaggi delle merci e facendo leva su iniziative di sensibilizzazione della popolazione.

Occorre inoltre puntare con grande decisione sulla raccolta differenziata. In questi anni l’impegno dei Comuni, in particolare di quello di Campi Bisenzio e dell’Azienda di gestione, e le politiche incentivanti della Provincia e della Regione hanno portato a risultati significativi, facendoci conseguire gli standards temporali previsti dal piano, che vanno ben oltre gli obiettivi di legge. Siamo perché le politiche di riduzione della produzione dei rifiuti e di differenziazione della raccolta e riutilizzo dei materiali vengano sviluppate al massimo possibile e ci impegniamo a proseguire sulla strada intrapresa al fine di ottenere standars ancora più elevati.
Tutto questo però non è sufficiente.

Ottenuto il massimo possibile dalla riduzione dei rifiuti, dalla raccolta differenziata e dal riciclaggio dei materiali, esistono dei quantitativi da avviare a smaltimento. Non è pensabile al riguardo che seguiti il mercato dell’esportazione fuori del territorio dei rifiuti da esso prodotti, che è immorale oltre che costosissima. Non è del pari pensabile l’utilizzo in prospettiva delle discariche per rifiuti indifferenziati (il cui superamento peraltro è imposto dalle leggi) perché compromettono fortemente l’igiene del suolo.

Occorre prendere atto che il sistema più ambientalmente corretto per l’eliminazione dei rifiuti residui (non eliminati cioè con la riduzione e la raccolta differenziata), come dimostrano la copiosa letteratura scientifica e le esperienze realizzate in Italia e in Europa, è la termovalorizzazione: i relativi impianti di ultima generazione consentono un inquinamento atmosferico minimale oltre che la possibilità di recuperare energia.
Nel programma di legislatura abbiamo espresso la disponibilità ad ospitare un impianto di termovalorizzazione nella Piana, condizionando comunque tale scelta al fatto che dalla VIS (Valutazione di impatto sanitario) allora in corso di svolgimento da parte della Provincia, non emergessero particolari rischi per la salute umana.
L’esito della VIS conferma che l’impianto di per se non comporta livelli di inquinamento atmosferico particolarmente significativi, il problema semmai è dato dalla Piana, porzione di territorio su cui insiste una quantità eccessiva di funzioni che mal sopporta un incremento sia pur modesto del carico inquinante che comunque il termovalorizzatore comporterebbe.
Di conseguenza diventa per noi irrinunciabile che un termovalorizzatore possa essere costruito nella Piana soltanto a condizione che la sua realizzazione sia accompagnata da interventi di risanamento e miglioramento ambientale, di misura e consistenza tale che il carico inquinante complessivo (l’aumento dato dal termovalorizzatore e la diminuzione data da tali interventi) venga a diminuire, non ad aumentare.

TERMOVALORIZZATORE SI MA A CONDIZIONE CHE LA SUA REALIZZAZIONE SIA PRECEDUTA E ACCOMPAGNATA DALLA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI RISANAMENTO E MIGLIORAMENTO AMBIENTALE CHE DEVONO ESSERE CONTENUTI IN UN PROTOCOLLO D’INTESA PRIMA E IN UN ACCORDO DI PROGRAMMA POI CHE DEFINISCA LE OPERE, I FINANZIAMENTI e I TEMPI DI REALIZZAZIONE.
Nel momento in cui affrontiamo il "governo" della questione rifiuti non possiamo non tener conto del nuovo elemento emerso in questi giorni della concreta possibilità che l’ambito territoriale di Prato possa costruire il proprio termovalorizzatore nel Macrolotto, in zona quindi prossima ai confini con Campi Bisenzio.

E’ evidente che, in virtù del principio che il carico venga distribuito in maniera equanime sul territorio, noi non possiamo accettare che si costruiscano sia un termovalorizzatore nella Piana che uno nel Macrolotto, a pochi chilometri di distanza tra loro, con l’abitato della nostra città in mezzo.
Pur ribadendo quindi la piena convinzione della necessità di realizzare un termovalorizzatore e la disponibilità ad accoglierlo nella Piana, si esprime la convinzione che non è possibile per il Comune di Campi Bisenzio chiudere una qualsiasi intesa con le altre istituzioni interessate relativa alla costruzione del termovalorizzatore se prima non abbia ottenuto concrete e certe garanzie che non avremo due impianti ai confini della città.
Nella consapevolezza tuttavia che i problemi non si risolvono dicendo semplicemente dei no ma avanzando e sostenendo delle concrete proposte di governo,che tengano conto di tutte le esigenze in campo, le forze politiche della maggioranza ritengono che il Comune di Campi Bisenzio debba farsi promotore di un confronto tra le istituzioni interessate per la costruzione di un unico termovalorizzatore che possa soddisfare le esigenze sia dell’area fiorentina che di quella pratese.
La localizzazione sul territorio fiorentino o pratese non potrà ovviamente che essere oggetto di una decisione comune (Regione, Province, Comuni).

Qualora la scelta fosse di collocare il termovalorizzatore della Piana, per Campi Bisenzio è irrinunciabile che sia nel sito di OSMANNORO 2000, come previsto nel vigente piano provinciale dei rifiuti. L’altra possibile localizzazione di cui si discute, quella di Case Passerini, non è assolutamente praticabile in quanto contrasta con le esigenze di risanamento e qualificazione della zona (la presenza nei pressi dell’Oasi di Focognano, la possibilità di recuperare a parco l’attuale discarica una volta dismessa, la realizzazione del parco metropolitano, contiguo al parco urbano di Villa Montalvo, pensato per costituire un polmone verde di fondamentale importanza non solo per la Piana ma per tutta l’area metropolitana).
Riteniamo quindi, nella consapevolezza dell’importanza che riveste la soluzione della questione rifiuti nel territorio metropolitano, che la Regione Toscana assuma il ruolo di governo che le compete, promuovendo e favorendo l’accordo tra le varie realtà interessate impegnandosi anche con adeguati e certi finanziamenti.

“Ci piace che i Ds di Campi Bisenzio abbiano chiesto la costruzione di un solo termovalorizzatore fra Firenze e Prato e che, contestualmente, abbiano chiesto alla Regione di diventare protagonista della vicenda”
E' quanto afferma in un comunicato il Comitato Regionale di Legambiente Toscana.
“Quella dei Ds campigiani - prosegue l’associazione ambientalista - è una posizione che si avvicina alle proposte di Legambiente.

Se poi è anche la posizione di tutti i partiti che stanno in maggioranza a Campi Bisenzio ancora meglio. Noi non ci esprimiamo né su Case Passerini né sulla soluzione Osmannoro 2000, ma chiediamo invece un tavolo congiunto fra Regione, amministrazioni provinciali di Firenze e Prato e comuni interessati, per trovare un’intesa circa l’individuazione del sito ottimale”.

"La posizione assunta in queste ore dai DS di Campi Bisenzio sulla possibile nuova localizzazione del termovalorizzatore è criticabile, non ne capisco né condivido le motivazioni".

È il commento della presidente del Quartiere 5, Stefania Collesei, sul documento approvato ieri, a maggioranza, dal direttivo dei DS di Campi Bisenzio che ripropone la sede dell'Osmannoro come il luogo per fare sorgere il nuovo termovalorizzatore. "Il dibattito sulla localizzazione dell'impianto va avanti da tanti anni - ha proseguito Stefania Collesei -, analizzando gli elementi a favore e contrari sulla scelta di una sede per il termovalorizzatore rispetto ad un'altra. L'esame ci ha già consegnato il risultato: il sito preferibile è Case Passerini e non soltanto perché così dice la Valutazione di Impatto Sanitario, che di per sé non mi pare cosa di poco conto, ma per le seguenti motivazioni che ritengo forti e determinanti.

Innanzitutto l'area di Case Passerini è già attrezzata dal punto di vista della viabilità con rotatorie, collegamenti con i mezzi pubblici, strutture viarie che permetteranno, tra l'altro l'ottimizzazione del trasporto dei residui da incenerimento che vanno trattati nell'impianto di selezione e compostaggio, completando così un ciclo produttivo integrato tutto in loco. Inoltre, la zona di Case Passerini è di proprietà pubblica e non necessita di espropri come invece succederebbe per un'eventuale scelta di Osmannoro 2000 i cui costi di esproprio ricadrebbero interamente sulla collettività andando a cambiare i programmi urbanistici su quella zona".

"La discussione giusta è quella relativa alla riduzione dei rifiuti e agli interventi di mitigazione ambientale che riguardano l'area nel suo insieme - ha concluso la presidente del Quartiere 5 -.Viene da credere che certi ripensamenti siano funzionali solo ad alzare il prezzo delle contropartite ma mai, come in una decisione di questo tipo, è necessario ricercare l'unitarietà degli intenti, sia politica che territoriale, responsabilmente".

"Eravamo tutti persuasi che il problema di Campi fosse quello, giustamente sollevato, di non trovarsi due impianti nelle immediate vicinanze del proprio territorio.

Apprendiamo oggi che il problema è un altro e che in questa vicenda, dove non facciamo certo una bella figura come partito, prevale un riflesso conservativo in cui il particolare prevale sul generale". Commenta così il voto della direzione di Campi Bisenzio il consigliere comunale e segretario cittadino dei Ds Michele Morrocchi. "Avevamo pensato che dopo i risultati della VIS ci fosse uno spazio per una valutazione serena della localizzazione all'interno di un percorso che portasse a valorizzare l'intera area della Piana ed a un suo miglioramento ambientale e che si potesse valutare il luogo più adatto non nei termini della vicinanza ma sulla base della migliore destinazione ambientale, industriale ed economica".

"Anche Firenze - ha proseguito il consigliere diessino Morrocchi - potrebbe ragionare sulla stessa logica del minore impatto per il proprio territorio e dunque bloccare entrambe le localizzazioni previste che sono tanto prossime agli abitati di Firenze che a quelli degli altri comuni. Tuttavia in questa vicenda i DS di Firenze e del quartiere 5 non hanno mai impostato così la propria azione, ma si sono fatti carico di gestire anche il dissenso e le proteste dei cittadini e di trovare soluzioni che rendessero l'impianto meno impattante possibile".

"Restiamo convinti - conclude Morrocchi - che sulla base dei risultati della VIS e del cammino fatto non si debba interrompere il percorso fin qui avviato, procedere dunque al protocollo d'intesa e permettere all'amministrazione provinciale, di concerto innanzitutto col comune sul cui territorio dovrà sorgere l'impianto, di ridefinire definitivamente la localizzazione e di procedere alla costruzione dell'impianto".

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