I controlli sui depuratori nel 2004 da parte del Dipartimento ARPAT di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 maggio 2005 16:56
I controlli sui depuratori nel 2004 da parte del Dipartimento ARPAT di Firenze

Nel corso del 2004 il Dipartimento ARPAT di Firenze ha eseguito i controlli presso i 16 depuratori di acque reflue urbane presenti sul territorio di propria competenza, secondo le frequenze stabilite dalla normativa vigente (D.Lgs. 152/99).
Nel corso dell’anno in totale sono stati effettuati circa 200 sopralluoghi agli impianti ed effettuati oltre 160 campionamenti.
Per quanto riguarda la depurazione dei reflui urbani dell’area fiorentina, c’è da rilevare che, sulla base di dati forniti dal gestore Publiacqua spa, l’impianto di San Colombano provvede, al momento attuale, alla depurazione di circa il 65% della rete fognaria (6000 mc/h), mentre il restante circa 35% (3000 - 4000 mc/h) non è ancora depurato.
parametri chimici, evidenziano un buon rendimento depurativo degli impianti ed il rispetto dei limiti di legge (tab.

1 e 3 allegato 5 D.Lgs 152/99).
I valori riscontrati per i parametri azoto totale e fosforo totale sono in generale superiori ai limiti indicati della tab. 2 dell’allegato 5 del D.Lgs 152/99, limiti che gli impianti dovranno rispettare in quanto recapitanti nel bacino dell’Arno, recentemente classificato area sensibile ai sensi dell’articolo 18 del D.Lgs 152/99.
I gestori hanno tempo sette anni per adeguarsi.
Il parametro microbiologico Escherichia coli, presenta valori generalmente superiori a 5000 UFC/100 ml, limite consigliato dalla norma.
In alcuni di questi impianti i valori sono mediamente più alti di circa di un ordine di grandezza con punte anche superiori (Agaccioni - San Colombano).
In altri, generalmente quelli di dimensioni più ridotte, i valori riscontrati rientrano nel limite o sono di poco superiori.
Si può ipotizzare che negli impianti di depurazione con valori di E.coli molto elevati, i tempi di ritenzione talvolta non siano adeguati a raggiungere condizioni di ossidazione efficace per l’abbattimento dei microrganismi patogeni e conseguentemente il rendimento sia inferiore.
I test di tossicità acuta effettuati sugli effluenti degli impianti hanno dato sempre un risultato di accettabilità.
Nel corso del 2004, è stata condotta una specifica indagine presso il depuratore di San Colombano rivolta ad accertare la presenza di alcune delle sostanze pericolose previste dal DM 367/2003.
In totale 60 sostanze fra metalli, idrocarburi policiclici aromatici, composti organici volatili e semivolatili, nitroaromatici, aniline, alchilfenoli sono state ricercate in ingresso ed in uscita dell’impianto con campionamenti mensili nell’arco di un quadrimestre.
La maggior parte di queste sostanze non sono state ritrovate.

Quelle rilevate presentavano concentrazioni, anche in ingresso all’impianto, generalmente molto basse, talvolta di un ordine di grandezza inferiori agli standard di qualità per i corpi idrici superficiali al 2008.
E’ da rilevare inoltre che la depurazione, escluse pochissime eccezioni, riesce ad abbattere una quota consistente di queste sostanze.

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