L’opinione dei fiorentini sui bar di Piazza della Repubblica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2005 22:56
L’opinione dei fiorentini sui bar di Piazza della Repubblica

Un sondaggio di Freni Ricerche di Marketing, commissionato dal Consigliere Comunale UDC Mario Razzanelli, con interviste telefoniche a 366 persone, ci da conto della reazione dei fiorentini alla notizia del rischio di chiusura per i 2 storici bar di Piazza della Repubblica, Gilli e Paszkowski, fra i locali più antichi e prestigiosi della città, a seguito della richiesta da parte della proprietà, in occasione del rinnovo del canone di locazione, di un raddoppio dell’affitto (attualmente di quasi 40mila euro al mese per i 2 locali).

Al loro posto sarebbero interessati a subentrare nei locali marchi internazionali del settore fashion-abbigliamento, attratti da una collocazione commerciale di elevata visibilità.
Dopo che la stampa locale aveva concesso ampio rilievo, la divulgazione della notizia al momento della rilevazione aveva raggiunto un po’ meno della metà dei fiorentini adulti; la reazione prevalente è stata pertanto di sorpresa e sgomento davanti alla velocità ed inesorabilità con cui procede lo smantellamento del patrimonio commerciale di valore storico e culturale della città, il processo che un intervistato ha efficacemente definito “la trasformazione del centro storico in un salotto-allodola per i turisti”.
Indipendentemente dal ceto sociale, sesso, età e zona di residenza i fiorentini hanno reagito con amarezza ed indignazione, più che con rassegnazione, allo stravolgimento al quale, con disinvoltura, viene sottoposto il Centro di Firenze con la sparizione dei negozi di prestigio e tradizione che rappresentano la storia e la cultura della nostra città nel mondo intero.
Il sentimento predominante è che Firenze venga pezzo per pezzo, ma inesorabilmente, sottratta ai fiorentini: “Firenze non appartiene più ai fiorentini”.

Notorietà e frequentazione dei 2 bar storici
Mentre il livello di notorietà è plebiscitario, constatiamo che quasi un fiorentino su 3 ha avuto occasione di frequentare come avventore i bar storici di P.zza della Repubblica.

L’ascolto della musica serale invece corrisponde al 2% della popolazione adulta e si prospetta quindi come un servizio offerto soprattutto ai turisti.
La frequentazione sale al 44% fra i residenti del Quartiere 1, i più prossimi ed assidui frequentatori della celebre piazza.

Diffusione della notizia sulla possibile chiusura dei 2 locali per gli alti costi di affitto
Al momento della rilevazione un po’ meno di un fiorentino su 2 aveva avuto notizia della minaccia di chiusura che grava su Gilli e Paszkowski.

Si è dichiarato pienamente informato oltre un fiorentino su quattro, probabilmente la quota di popolazione più esposta alla stampa locale, nelle fasce d’età più mature. Il rischio della perdita dei 2 locali non ha lasciato indifferenti i fiorentini che hanno reagito, dopo la sorpresa per la possibilità di un simile evento, con sdegno.

Reazione alla notizia
La quasi totalità dei fiorentini intervistati ha reagito negativamente alla prospettiva di chiusura che si profila per Gilli e per Paszkowski.

Il sentimento più diffuso oscilla tra l’indignazione ed il rammarico mentre un atteggiamento di indifferenza alla prospettiva di chiusura dei 2 locali storici è stato manifestato solo da una fetta decisamente circoscritta della popolazione.
Quartiere 1 (i più coinvolti in una eventuale riconversione dei locali) sono le fasce di popolazione che hanno reagito con la maggiore intensità “bisognerebbe abbassare gli affitti perché questi sono bar storici”, “è un'ulteriore perdita per il centro storico”, “è un peccato, sono esercizi che hanno una loro storia ed un valore storico”, “è gravissimo”, “a me sembra uno scandalo inaudito! ”.
Riscontriamo la maggiore indignazione presso i cittadini senior per la prospettiva di perdere un altro pezzo della Firenze storica e il più elevato grado di indifferenza presso il gruppo dei giovanissimi che forse non hanno avuto modo di vivere con una prolungata emotività i luoghi storici della città.

Eventualità della trasformazione di Gilli e Paszkowski in una boutique
I fiorentini non hanno mostrato il minimo apprezzamento per l’ipotesi di trasformazione di Gilli e Paszkowski in un nuovo punto vendita di abbigliamento, del quale non sembrerebbero avvertire l’esigenza: “Ma Gilli e Paszkowski sono dei punti di ritrovo storici per i fiorentini!”, “di negozi di abbigliamento ce ne sono 100mila, quelli sono bar storici!”, “negozi di abbigliamento ce ne sono già troppi!”, “Gilli e Paszkowski sono parte della storia della nostra città, guai a toccarli”.


Sono le fiorentine quelle che hanno espresse la maggiore avversione all’insediamento nei locali di Gilli e Paszkowski di un negozio di abbigliamento (manca in questo gruppo la quota di indifferenti, presente invece tra gli uomini più giovani).
Il vincolo sulla destinazione d’uso
In grande prevalenza (questo è il parere di oltre 4 intervistati su 5) i fiorentini ritengono auspicabile un intervento del Comune per vincolare la destinazione d’uso della superficie di Gilli e Paszkowski a pubblico esercizio.



Esprime invece riserve su un (eventuale) provvedimento di vincolo una quota molto minoritaria di fiorentini che propende per l’intangibilità del diritto della proprietà ad affittare al prezzo più vantaggioso anche cambiando la destinazione d’uso: “dovrebbero rimanere così ma i proprietari degli immobili decidono; il comune non può intervenire”, “la Fondiaria certo fa bene se trova qualcuno che glieli da”.
Sono, peraltro, più frequenti tra le obiezioni ad un provvedimento di vincolo le prese di posizione che escludono a priori qualsiasi modifica all’attuale assetto: “devono rimanere questi bar e con queste insegne”, “deve rimanere tutto così senza neppure alterare gli interni”, “dovrebbero rimanere Gilli e Paskowski”.


Altri intervistati hanno fatto esplicito riferimento anche al peso delle imposte comunali che gravano sui bar storici di Piazza della Repubblica “il Comune per primo dovrebbe ridurre le tasse, ho letto sui giornali di centomila euro per bar e chi ce la fa a reggere?”.
Alcune riserve hanno fatto riferimento (in termini negativi) al precedente di Giacosa: “rimane una presa in giro perché se poi sono costretti a fare un bar succede come da Giacosa dove Cavalli ha trasformato un bar storico in una volgarità”, “se bar deve essere che sia Gilli o Paskowski, in caso contrario può sorgere qualsiasi altra attività”.



Conclusioni
Al momento della rilevazione la consapevolezza della prospettiva di chiusura per Gilli e Paszkowski aveva raggiunto, prima attraverso i mezzi di comunicazione e poi il passaparola, circa la metà dei fiorentini adulti. Ma anche ad un livello di conoscenza solo parziale la percezione da parte dei fiorentini del danno all’immagine della loro città risulta di grande rilevanza.
La severità del giudizio degli abitanti dovrebbe far riflettere anche i protagonisti dell’operazione (la proprietà dell’immobile, gli operatori commerciali interessati a rilevare i locali e le Autorità Comunali) i quali rischiano a loro volta un grave danno alla propria immagine, agendo da moral suasion al momento delle scelte definitive, e inducendoli a salvaguardare per una volta gli interessi della città e della cultura.
Le Autorità Comunali, ci è stato detto, al di la della questione Gilli e Paszkowki, dovrebbero trovare una soluzione definitiva al problema della sistematica chiusura dei negozi storici nel Centro di Firenze e al subentro di attività commerciali monotematiche.

Questi esercizi commerciali rimuovono infatti dal Centro tutte quelle attività che garantiscono la necessaria pluralità delle funzioni d’uso che dovrebbero essere, in primo luogo, al servizio dell’interesse collettivo della cittadinanza.
Una delle soluzioni potrebbe essere quella, inserita nel questionario, apprezzata largamente dai fiorentini, del vincolo di destinazione d’uso associato alla conservazione della memoria storica.

Collegamenti
In evidenza