FIRENZE – Via libera a larga maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana alla legge che stanzia oltre mezzo milione di euro di contributi, esattamente 565 mila, per incentivare la stipula di assicurazioni contro i danni causati dai predatori, fra cui i lupi, negli allevamenti toscani. Il contributo regionale prevede l’indennizzo totale nelle aree più svantaggiate mentre copre fino all’80 per cento del costo dei premi assicurativi, con uno scoperto contrattuale del 30 per cento, nel resto del territorio regionale.
Lo stanziamento verrà utilizzato anche per aiuti diretti agli allevatori che realizzano opere di prevenzione, recintando, per esempio, i loro pascoli. In Aula consiliare ha illustrato il provvedimento Fabio Roggiolani dei Verdi, presidente della Seconda commissione Agricoltura, che ha evidenziato come il numero di attacchi contro mandrie e greggi da parte di lupi e cani selvatici sia aumentato negli ultimi anni e come di conseguenza per la prevenzione sia molto importante anche l’introduzione di sistemi di allerta fotografica che permettono di scattare foto istantanee intorno ai pascoli per capire che tipo di animali minaccia gli allevamenti.
In quest’ottica Roggiolani ha parlato di “lupovelox” perché grazie a questi sistemi di allerta fotografica sarà possibile misurare gli eccessi di voracità in molti casi riconoscendo anche i veri assalitori delle greggi, spesso non lupi, ma cani o addirittura uomini nelle vesti di aizzatori di altri animali. In Toscana, secondo quanto detto da Roggiolani, dal 1999 al 2003 si sono verificati 2749 casi, ben 535 nel 2003, contro i 495 del 2002 e i 455 del 2001. I territori provinciali più colpiti risultano essere quelli di Grosseto e Siena anche se nessuno è immune dal fenomeno.
L’accelerazione degli attacchi è dovuta alla crescita di animali predatori protetti, primo fra tutti il lupo, che secondo le stime riportate dal presidente della Seconda commissione, è presente in Toscana in più di cento esemplari. Il lupo, ha precisato Roggiolani, si trova in forma più o meno stabile in tutte le aree toscane ed il suo ritorno in zone dalle quali sembrava scomparso da molti decenni è stato favorito dall’abbandono delle zone montane, dall’aumento degli ungulati selvatici e dal regime di protezione stabilito dalla legge 157 del 1992 e dai regolamenti comunitari.
(mc)