Teatro comunale, Amato (FI): «Deficit spaventoso, al posto di Van Straten mi sarei già dimesso. Ora è indispensabile coinvolgere il consiglio per evitare una fine ingloriosa»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2005 23:23
Teatro comunale, Amato (FI): «Deficit spaventoso, al posto di Van Straten mi sarei già dimesso. Ora è indispensabile coinvolgere il consiglio per evitare una fine ingloriosa»

«I conti della "Fondazione del Teatro del Maggio musicale fiorentino" sono allarmanti». Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato. «Lunedì scorso c'è stata la riunione del consiglio di amministrazione per l'approvazione del bilancio di previsione del 2005 - ha spiegato Amato - che all'unanimità ha deciso di rinviare alla seduta del 7 febbraio perché il sovrintendente Van Straten ha portato un preventivo di bilancio che contiene un inatteso e impressionante deficit che oscilla tra i 16 ed 18 miliardi delle vecchie lire».

«Siamo di fronte ad un fallimento gestionale ed al fallimento del piano di risanamento triennale che prevedeva proprio per il 2005 un pareggio - ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia - se il pareggio era aleatorio almeno speravamo in un deficit contenuto. Ognuno ha il suo stile, certo, ma se fossi il sovrintendente Van Straten avrei rassegnato le dimissioni. Lo dico senza polemica ma perché ritengo sia fondamentale anche un'assunzione di responsabilità: un deficit del genere non matura in pochi giorni, è il risultato di una gestione che non sa realizzare economie, non sa creare investimenti e che, soprattutto, non è riuscita a incidere sulla struttura dei costi.

Ho notato che Van Straten accusa il governo di aver ridotto i trasferimenti dal "fondo unico dello spettacolo". E' vero ma su 80 miliardi di vecchie lire di bilancio, ben 40 sono contributi governativi mentre il ricavo della vendita dei biglietti è di appena 8 miliardi ovvero il 10% del bilancio complessivo. Il che la dice lunga su come il sovrintendente ha gestito il Teatro comunale. Peraltro su un bilancio di 80 miliardi, 56 sono destinati agli stipendi di un organico di circa 500 dipendenti fissi ed il cui costo è il più elevato d'Italia rispetto alle altre fondazioni».

«La sinistra - ha proseguito Amato - sa gestire la cultura solo con i contributi pubblici. Cosa sempre più impossibile, vista la situazione della finanza in tutta Europa. Occorre ripensare "la cultura della gestione della cultura" e costruire un nuovo modello manageriale aperto al mercato La situazione della Fondazione è aggravata dal fallimento progettuale e operativo di "Opera prima", una spa che il consiglio comunale ha troppo frettolosamente costituto nell'aprile scorso per realizzare un polo museale.

In realtà "Opera prima" non ha fatto nulla e non è nemmeno riuscita a utilizzare, come prime risorse, i contributi stanziati dal governo per la costruzione del nuovo auditorium. Se la sfida del sovrintendente e del consigli di amministrazione era il pareggio di bilancio della Fondazione e lo sviluppo di infrastrutture necessarie all'attività musicale ebbene la sfida è stata persa. Occorre quindi spiegare perché, rendendo conto alla città che ama e considera suo il Teatro comunale. Ritengo che il consiglio comunale debba occuparsi dell'intera vicenda acquisendo informazioni sul disastro della Fondazione e sulla morte annunciata di "Opera Prima"».

«Invito pertanto il presidente della commissione cultura Nardella - ha concluso il capogruppo di Forza Italia - ad attivarsi per chiedere audizioni, chiarimenti e acquisire tutte le informazioni necessarie per aprire un serio dibattito. E' indispensabile fare chiazza sulle responsabilità se si vuole coinvolgere tutti in un piano di salvataggio: nessuno può chiamarsi fuori dalla salvezza di un bene culturale della nostra città. Il presidente Nardella potrebbe anche prendere l'iniziativa di aprire un tavolo di confronto tra responsabili della Fondazione.

sindacati, amministratori comunali e rappresentanti degli schieramenti per vedere come e dove intervenire per evitare una fine ingloriosa. Questa triste storia della fondazione del Teatro dovrebbe far riflettere il sindaco e la sua maggioranza che, troppo spesso in questo campo, si lanciano in fantasiosi progetti: se non si risana questa diventa difficile scommettere sulla "Fondazione per la cultura"».

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