Teatro Studio da lunedì Krypton con "L'ultimo nastro di Krapp"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2005 22:31
Teatro Studio da lunedì Krypton con

Lunedì 17, martedì 18 e mercoledì 19 gennaio alle ore 21.15 al Teatro Studio di Scandicci va in scena lo spettacolo che è valso a Giancarlo Cauteruccio, che ne cura regia, scene e luci, il secondo posto nella terna dei migliori attori protagonisti italiani del Premio Ubu 2004, alle spalle di Roberto Herlitzka e prima di Fabrizio Gifuni.

Giancarlo Cauteruccio, al suo quarto Beckett, torna a “L’ultimo nastro di Krapp” dopo dieci anni con una lettura inedita e completamente diversa rispetto a quella della fortunata edizione del 1993 che vedeva in scena un doppio Krapp: il vecchio, interpretato da Massimo Verdastro e il giovane, a lui speculare, interpretato da Fulvio Cauteruccio.

Questa pièce, scritta nel 1957, mette in scena un solo personaggio.

Il vecchio Krapp, rintanato nella sua stessa stanza in compagnia di un registratore e un numero cospicuo di scatole ben ordinate, sperimenta un viaggio nel suo passato.

Tanti nastri, registrati ogni compleanno per tramandare brandelli di vita e di esperienza, vengono riascoltati e mescolati per poi dichiarare il fallimento.

Una resa dei conti di un vecchio triste e ridanciano insieme, ironico e autoironico, spesso con venature patetiche, sentimentali, struggenti che alla fine si adegua consapevolmente allo scacco.

Il monologo dialogante tra Krapp e la sua voce registrata su un allora avveniristico magnetofono corredato di bobine - quindi il rapporto tra memoria umana e memoria magnetica, il conflitto tra uomo e macchina, natura e tecnologia, tematiche intorno a cui sorgono alcuni tra gli interrogativi più drammatici e problematici del ‘900 - per Cauteruccio, qui regista e attore, diventa un importante momento di autoanalisi.



In questo suo ritorno a Krapp, Cauteruccio attinge al suo passato di sperimentatore di un “teatro tecnologico” per generare spazi scenici dove inserire le caratteristiche fisiche ed espressive sue e del suo personaggio. Uno spettacolo sofisticatissimo sul piano acustico, vocale e visivo in cui è forte la necessità di creare una coincidenza tra attore e personaggio.

Così in un luogo “siderale” prende vita il noto rituale e il vecchio Krapp si esibisce con vere e proprie performances fisiche tra chiavi, bobine, banane e registratori per intrattenere il pubblico.

Poi pause, solitudine e l’elogio al buio e al silenzio.

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