Dans les cuisines du Moyen Age: Abbadia San Salvatore sulle riviste francesi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2004 21:40
Dans les cuisines du Moyen Age: Abbadia San Salvatore sulle riviste francesi

E' di questi giorni l’uscita in Francia di un fascicolo della serie Histoire Médiévale, dal titolo “Dans les cuisines du Moyen Âge”, contenente uno splendido articolo della studiosa Odile Redon, professore emerito di storia medievale all’Università di Parigi 8, dal titolo “La vogue des banquets médiévaux” (pp. 68 sgg). Nell’articolo si trovano numerosi riferimenti e immagini della Festa dei Censi di Abbadia San Salvatore, analizzata dal punto di vista della voga medievale dei borghi italiani e di una riflessione sulla gastronomia medievale al giorno d’oggi.

Redon, lo si ricorderà, è autrice anche di un importante ricettario medievale, “La gastronomie au Moyen Âge. Cent-cinquante recettes de France et d’Italie” (1991), pubblicato in Italia da Laterza e ha più volte collaborato con la Pro Loco di Abbadia per la realizzazione della festa medievale.

Scrive Redon su Abbadia nell’articolo in questione: “Una piccola città a 800 metri d’altezza, sporgente sul versante est di un vulcano spento, il Monte Amiata, che culmina a 1739 m sul confine estremo della Toscana del Sud.

In origine, una abbazia dedicata al san Salvatore, fondata nell’VIII secolo. Poi una comunità di abitanti rinchiusa da una cinta muraria, sotto la signoria dell’abbazia. Signore e comune lottarono per tutto il XIII secolo per la difesa dei loro diritti rispettivi, lo sfruttamento di un territorio di montagna, ricco d’acqua e di foreste. Le feste di metà luglio evocano questo passato medievale nella scenografia (reale) degli antichi vicoli, del chiostro, dell’abbazia. Un corteo storico in costumi creati sulla falsariga della pittura toscana del XIV secolo (Simone Martini, Lorenzetti), con grande cura nella riproduzione di colori, delle materie usate, dei tagli, fa rivivere la cerimonia dell’offerta dei censi all’abate.

La sera il chiostro si anima per un banchetto medievale, composto – come i costumi – in uno spirito di riproduzione storica”.

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