Uno Sguardo Dal Ponte inaugura venerdi' la Stagione di Prosa al Verdi di Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2004 00:38
<I>Uno Sguardo Dal Ponte</I> inaugura venerdi' la Stagione di Prosa al Verdi di Pisa

Apertura, venerdì 12 novembre ore 21 al Teatro Verdi, con repliche sabato 13 ore 21 e domenica 14 ore 17, della Stagione di Prosa 2004/2005 della Fondazione Teatro di Pisa con uno dei capolavori del teatro del '900: UNO SGUARDO DAL PONTE di Arthur Miller, nella traduzione di Gerardo Guerrieri, spettacolo di forte impatto emotivo e tensione drammatica ambientato nella comunità italoamericana di Brooklyn.

Presentato da Sicilia Teatro e diretto da Giuseppe Patroni Griffi, scene e costumi firmati da Aldo Terlizzi, lo spettacolo si avvale della magistrale interpretazione di Sebastiano Lo Monaco e Marina Biondi, affiancati da una compagnia di attori molto affiatati, fra cui Alfonso Liguori, Melania Giglio, Michele Riondino e Giuseppe Zeno.

“Ho una denuncia da fare.

Immigrati illegali. Sì, due. Sì. Saxon Street 441, Brooklyn, sì. Pianterreno…”. A uno sguardo da quel ponte tra passato e futuro, sospeso fra i quartieri degli immigrati e Manhattan, si consuma il "tradimento" di Eddie Carbone, il personaggio più tormentato di tutto il teatro dell’autore statunitense. Ispirato da un episodio di cronaca nera accaduto nel sobborgo di Brooklyn nei primi anni ’50 e dalla storia di un avvocato che dedicò la vita alla difficile integrazione dei nuovi americani, Miller scrisse questa commedia nel 1955, nata dal bisogno di affrontare un tema che gli era particolarmente caro: l'esplorazione delle piccole speranze e delle delusioni delle persone comuni alle prese con le fatiche di ogni giorno.

È proprio la voce caustica dell’avvocato Alfieri ad aprire il sipario sulla vicenda dello scaricatore di porto di origine siciliana, morbosamente geloso della nipote orfana accolta in casa come una figlia, sbocciata nel suo malizioso candore in tempo per concedersi a uno dei due giovani arrivati clandestinamente in America e ospiti dai connazionali coniugi Carbone.

Il sanguigno protagonista sprofonda in una furente perdizione e disonora il codice dell’ospitalità con l’atto vile, che lo condurrà ad un'ultima sfida rusticana, dal sapore acre di una voluta espiazione. Ma il dramma consiste proprio, ancora una volta, nell'impossibilità di comunicare. Una impossibilità però, secondo Miller, che non va accettata come destino onnipresente, ma piuttosto studiata e rappresentata per poterla conoscere e, forse, vincere. Compito questo tra i più importanti che l'autore assegna al proprio teatro.

Patroni Griffi raccoglie l’importante eredità di Luchino Visconti e Peter Brook, e riconsegna “una secca e violenta tragedia sociale”, come indicò l’autore.

Lo spettacolo, asciutto e lineare, è incorniciato in un paesaggio urbano in cui domina la gigantesca struttura in ferro del Ponte, svettante verso le luci di New York che incombono sul sottofondo di fatica e lavoro nero del porto e sui mattoni sbiaditi di una casa popolare. In questo spazio interno ed esterno, metaforico e quotidiano, s’impone la potente evidenza plastica di Sebastiano Lo Monaco, primo siciliano a interpretare il ruolo che fu di Paolo Stoppa e Raf Vallone. Nell'italiano sporcato dai nativi accenti, brusco e diffidente, lo straordinario artista esprime il dramma dell’incomunicabilità e la sofferenza della disillusione, vinta infine dallo stridore di gabbiani e sirene di navi.

Biglietti ancora disponibili con prezzi che variano da 25,50 a 7,50 Euro.

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