Scandicci: ancora disatteso il rispetto dei patti sottoscritti per il “Palazzaccio”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2004 22:13
Scandicci: ancora disatteso il rispetto dei patti sottoscritti per il “Palazzaccio”

Nella lettera, spedita il mese scorso al sottosegretario Maria Teresa Armosino, e per conoscenza al direttore dell’Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz ed al direttore generale di Fintecna Vincenzo Cappiello, Gheri esprime la sua meraviglia nell’aver appreso, a seguito di un incontro avuto proprio con quest’ultimo, che Fintecna “non intende rispettare l’accordo sottoscritto da Lei (il sottosegratario Armosino, ndr) e da questa Amministrazione”. Il riferimento di Gheri è al protocollo d’intesa per la valorizzazione del Palazzo delle Finanze, la struttura di proprietà ministeriale mai ultimata, firmato il 5 agosto 2003 dall’allora sindaco Giovanni Doddoli e proprio dall’onorevole Armosino.

In quel documento si stabiliva l’impegno dell’Agenzia del Demanio a vendere l’edificio, a presentare un progetto di riutilizzazione dell’intera area per la quale l’amministrazione avrebbe avviato una procedura urbanistica tesa a permetterne una migliore valorizzazione. L’intesa stabiliva infine che al comune di Scandicci sarebbe stato versato il 15% degli oneri di vendita che l’amministrazione avrebbe reinvestito in progetti per la città. La rabbia di Gheri è proprio sul fatto che questo aspetto sostanziale dell’intesa venga oggi completamento disatteso.

L’edificio è stato venduto, passato alla proprietà di Fintecna, ma come detto dal suo direttore generale al sindaco, la quota del 15% del valore dell’immobile non sarà versata nelle casse del comune. “A me non interessa se a pagare sarà il Ministero o Fintecna”, scrive infine Gheri, “mi interessa invece che i patti siano rispettati: noi abbiamo avviato l’iter per la valorizzazione dell’immobile, in modo che possa essere riutilizzato, contemporaneamente però vorrei da Lei, che ha sottoscritto l’accordo, una chiara risposta al riguardo”.

Intanto, ad oggi, nessuna risposta è arrivata ed “il Palazzaccio” è in uno stato di decadenza progressiva. Costato senza essere stato ultimato qualcosa come 120 miliardi di vecchie lire, doveva essere il Centro del Ministero delle Finanze per la gestione dei 740 delle regioni del centro Italia. Si tratta di una struttura mastodontica, costruita tra il 1991 ed il 1994, in cemento, su tre piani, 28.700 metri quadrati di superficie edificata su un lotto di 58.000. Realizzato all’85%, poi è stato lasciato in stato d’abbandono undici anni fa, perché nel frattempo le strategie del Ministero delle Finanze non erano più quelle, e l’edificio, a quel punto, non serviva più.

E’ stato definito “Monumento allo spreco”, e ha impegnato per anni i diversi sindaci che via via si sono succeduti alla guida di Scandicci. Dopo Bechelli e Doddoli, tocca a Simone Gheri raccogliere il testimone della protesta.

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