11 settembre a San Salvi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2004 11:11
11 settembre a San Salvi

Nell'ex-città manicomio di Firenze i Chille de la balanza presentano lo spettacolo di teatro estremo PAURE, epilogo della trilogia su TEATRO TRA RAPPRESENTAZIONE E VITA (dopo Kamikaze 2002 e Macerie 2003, i cui filmati video saranno proposti nella serata del 10 settembre) ma anche terzo momento della ricerca su Friedrich Nietzsche "Al di là del bene e del male".
Ecco alcune anticipazioni di Claudio Ascoli, regista dei Chille e creatore dell'intera trilogia, sull’evento: “Se Kamikaze fu spettacolo della coercizione fisica e Macerie unguento per lenire le sofferenze dell'umanità scavando e ritrovando nella propria memoria il senso della vita, Paure si presenta come un urlo disperato contro il vuoto della società contemporanea, solo apparentemente non sempre violento.
Ho pensato quest'anno di proporre ad attori e spettatori di vivere per un giorno in un mondo futuro dove tutto scorra senza contraddizioni.

E quanti di noi, anche se non lo ammetteremo mai, vorremmo proprio un mondo tranquillo “con una vogliuzza per il giorno e una vogliuzza per la notte, salva restando la salute”, come diceva Nietzsche? Un mondo in cui sia immutabilmente chiaro cos’è bene (da trattenere e far crescere) e cos’è male (da espellere e mettere altrove: in altri paesi, in altre persone, in altre relazioni).
In questa dimensione ha preso corpo l’idea che per omologare compiutamente la vita dovessi inventarmi una nuova lingua, semplificata e chiusa che rendesse tutti uguali.

Sejzji, la lingua del Bene e forse per una strana visione di contrappasso, mi sono ritagliato personalmente il ruolo di chi presenta, spiega e impone questa terribile nuova lingua. La presentazione della lingua sarà lunga e noiosa. Tra le cose che insegnerò è la necessità, per eliminare il male, di perdere definitivamente il corpo, di evitare ogni contatto tra corpi. In questa nuova lingua non ci saranno parole, fonemi che riguardino il male: e così non ci sarà più il male e vivremo felici (!) in un mondo senza contraddizioni, un mondo di eguali, dove regni una presunta democrazia.

Anche le mie lezioni saranno scelte ed indirizzate democraticamente, con il consenso della maggioranza…ma dove voglio io.
Un mondo di eguali implica che tutti, attori e spettatori, siano anche esternamente eguali; ecco l’idea di far indossare a tutti una sorta di divisa: casacca, pantaloni, zoccoletti tutti rigidamente bianchi. Chi si è prenotato per lo spettacolo (i 60 posti si sono subito esauriti e molti sono gli spettatori in disperata lista d’attesa!) ci ha comunicato taglia di abito e numero di scarpe.

Inizialmente gli spettatori saranno accolti da uno steward ed una hostess sorridenti che li inviteranno a cambiarsi d’abito e a lasciare i propri indumenti personali, inclusi documenti, telefonini ed orologi; fatti salvi portafogli, chiavi, sigarette ed accendini.
Tutti gli spettatori saranno truccati (a cura di Filistrucchi) e resi omogenei a modelli prestabiliti e sorridenti, un pò lunari.
Un sorvegliante metterà al polso destro di tutti un sensore, darà un cubo personale in polistirolo in dotazione fissando su di esso una contromarca personale, li inviterà a deglutire una pillolina sedativa, controllando il corretto funzionamento degli allarmi in caso di accidentale e malaugurato contatto tra i corpi.
Una musica di suoni della natura accompagnerà tutta l’azione.


Come ho già detto, tutto sarà rigorosamente bianco per una necessità di purezza (apparente). Anche l’ambiente sarà bianco e gli spettatori seguiranno le lezioni di lingua seduti proprio su quell’algido cubo in polistirolo, avuto in dotazione ad inizio della serata: sorta di coperta di Linus che non dovranno mai abbandonare. Tutti saranno controllati elettronicamente e non correranno alcun rischio, per cui non ci sarà più spazio per le tanto temute paure. Verrà loro consegnato il vocabolarietto della nuova lingua, il Sejzji, da imparare rapidamente.


Poi..."gheplé" (spostarsi). In un'altra sala troveremo lo studio di un pittore (Amedeo Lanci) incaricato di dipingere, a futura memoria, lo scontro tra Bene e Male: Amedeo ha intitolato questo affresco "Il giorno della notte". Sarà, io spiegherò, un riferimento visivo a un mondo che fortunatamente non esiste più, avendo vinto il Bene.
E’ Lanci, sorta di mio doppio/alter-ego, l'elemento che metterà in moto le contraddizioni. E’ infatti innanzi tutto l’Arte, nella sua esplicita e necessaria ambivalenza, a impedire la fine di un mondo di contrasti; è ancora l’Arte che, nel passaggio tra rappresentazione e Vita, lascerà eternamente “qualcosa di nuovo e di antico” negli spazi di San Salvi che presto, forse già il prossimo anno, noi dovremo abbandonare.

E lo spazio destinato ad accogliere la creazione di Lanci è proprio la sala in cui quotidianamente lavoro, cercando emozioni e gioie ma vivendo anche tensioni, paure, dolori e delusioni.
Ed ecco, siamo poco oltre la mezzanotte ed è appena terminata una affascinante (ed inutile) performance di danza in un volume gonfiabile trasparente, un...incidente mette definitivamente insieme attori e spettatori in una situazione di totale protezione da ogni pericolo esterno. Non posso dire molto su ciò che accadrà sino alla fine, che dovrebbe collocarsi tra le 7 e le 11 del mattino seguente.

Qui posso solo anticipare che la parola nietzschiana (soprattutto da Così parlò Zarathustra) prenderà il sopravvento e che Paure non terminerà per tutti nello stesso momento poiché sarà ogni singolo spettatore/attore a conquistarsi e meritarsi l’epilogo di quest’esperienza.
Un abbraccio e un ringraziamento a quanti mi hanno accompagnato in questo sogno: gli attori Cecilia Bellini delle Stelle, Jacopo Braca, Sabina Esposito, Costanza Lanzara, Massimiliano Larocca, Arnaud Leblond, Nela Lucic, Stefano Orlandini, Cecilia Pinto, Benno Steinegger, lo scenografo Ottavio Viavattene e naturalmente Amedeo Lanci e la sua bottega di pittore: Stefano Bensi, Cristiana Freguglia, Daiana Menichetti.
Anche "Paure", come i precedenti Kamikaze e Macerie, diventerà un film, grazie ai videomakers Nestore Buonafede e Roberto Galassini.
Per informazioni, telefono 055/6236195 o e-mail chille@ats.it.

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