I segretari regionali del Centrosinistra difendono compatti lo Statuto toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 agosto 2004 16:25
I segretari regionali del Centrosinistra difendono compatti lo Statuto toscano

I contenuti dello Statuto della Regione Toscana impugnato dal governo Berlusconi non possono essere oggetto di stravolgimento, né di una contrattazione con il Centrodestra che ha chiesto un adeguamento rispetto alle istanze del governo, teso ad anticipare la pronuncia della Corte per dare attuazione alla nuova legge elettorale regionale.
E’ questa, in estrema sintesi, la posizione emersa durante il dibattito fra i segretari regionali dell’Ulivo, tenutosi lunedì sera (30 agosto) alla Festa regionale dell’Unità di Grosseto.
“Lo Statuto toscano – ha sottolineato Filippeschi – ha riscosso un vasto consenso da parte di costituzionalisti, mondo della cultura e settori della società che vanno al di là dello schieramento di Centrosinistra, godendo anche di una ‘buona stampa’ a livello nazionale.

Questo è dovuto al fatto che ci è stato riconosciuto un grande equilibrio nell’aver affrontato temi delicati come i nuovi diritti sociali e di cittadinanza relativi alle forme di convivenza diverse dal matrimonio e all’integrazione dei cittadini extracomunitari, così come rispetto all’autonomia fiscale e finanziaria o alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico regionale. Le innovazioni introdotte per la prima volta in Italia con uno Statuto regionale, cioè, sono state viste come coerenti con il dettato costituzionale, e aderenti ai mutamenti sociali che attraversano la nostra società.

Per questo siamo fiduciosi sulla pronuncia che la Corte renderà rispetto all’impugnazione promossa dal governo Berlusconi, ed alla quale ci adegueremo rispettosi del ruolo della suprema Corte. Piuttosto i Ds esprimono una preoccupazione per i tempi della pronuncia sul ricorso, e chiedono alla Corte una sentenza rapida, che consenta alla Toscana, se ce ne fosse bisogno, di adeguare lo Statuto alle eventuali prescrizioni, in modo da poter affrontare le elezioni regionali del 2005 con una carta costituzionale ed una legge elettorale vigenti.

Il problema della celerità della pronuncia – ha concluso Filippeschi – rimarrebbe anche nel caso in cui la Corte respingesse tutte le contestazioni avanzate dal governo. Questo rischio, però, non può aprire margini di trattativa con il Centrodestra per modificare lo Statuto in cambio di un immediato via libera alla legge elettorale. Le due cose sono intimamente legate“.
A difendere lo Statuto sul tema ‘spinoso’ del riconoscimento delle diverse forme di convivenza, è stato poi il segretario della Margherita, Antonello Giacomelli.

“Abbiamo saputo ascoltare le istanze che provenivano da migliaia di persone – ha detto – senza imporre una visione rigida tipica di uno Stato etico, che condiziona le libere scelte di chi decide di convivere in tante forme diverse. Forse c’è stato un difetto di comunicazione, per cui il dibattito pubblico è stato limitato alla diatriba sul riconoscimento o meno delle coppie gay, ma abbiamo approvato uno Statuto laico che guarda con coraggio a tutte le realtà della convivenza che si articolano nella società toscana, tenuto un approccio laico sulla libertà delle persone, mantenendo distinto il fenomeno diffuso delle convivenze dal riconoscimento della centralità della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio”.
Anche il Pdc, che pure non ha votato lo Statuto perché conferma la scelta della forma di governo presidenzialista, ha espresso il proprio appoggio allo Statuto.

“Noi – ha sottolineato Paola Pellegrini, membro della direzione nazionale – non abbiamo votato la carta costituzionale toscana, per un atto di coerenza rispetto all’opposizione che conduciamo sulla riforma presidenzialista del governo, ma sinceramente condividiamo fino in fondo il nocciolo duro dei principi civili e sociali cui s’ispirano gli articoli contestati dal governo. Per questo auspichiamo che la Corte non bocci lo Statuto, ma ne riconosca i caratteri innovativi rispetto a ciò che nella società toscana si sta movendo”.

Fabio Roggiolani, dei Verdi, ha sottolineato invece “l’apertura dello Statuto a temi per la prima volta menzionati in una carta costituzionale, come la tutela della biodiversità, la salvaguardia del clima ed i diritti degli animali. Un’innovazione culturale enorme, che si fa carico di dare dignità legislativa a temi importantissimi per la vita delle persone”.
Il dibattito si è poi esteso alla nuova legge elettorale regionale. In questo caso, Giacomelli ha ribadito le critiche all’abolizione della preferenza, che ha spinto la Margherita a non votare la legge.

La risposta, condivisa da Ds e Verdi, gli è arrivata dal segretario dello Sdi, Pieraldo Ciucchi: “queste obiezioni sono state già ampiamente dibattute in sede di discussione della legge. La riforma della legge elettorale, in buona parte condivisa anche dalla Margherita, è nata anche come contributo della Toscana a favorire il processo di aggregazione tra forze affini come quelle che hanno presentato la lista dell’Ulivo alle ultime Europee, della quale la Margherita ha fatto parte con convinzione.

Mi auguro quindi che non si voglia rimettere in discussione il percorso del patto federativo fra Ds, Sdi e Margherita. Quanto alla preferenza, essa è stata abolita per scoraggiare i fenomeni di ‘patrimonializzazione’ delle candidature di cui è l’emblema Berlusconi, e che ha prodotto un boom delle spese elettorali dei candidati, per cui magari vince chi può spendere di più. D’altra parte – ha concluso – tutti quanti ci siamo impegnati a regolare per legge la procedura democratica delle primarie, in modo da dare voce agli elettori nella fase di scelta delle candidature”.

In evidenza