A Firenze un convegno su geologia e clima
L’Agenzia Europea per l’Ambiente segnala i pericoli del cambiamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 agosto 2004 15:54
A Firenze un convegno su geologia e clima<BR>L’Agenzia Europea per l’Ambiente segnala i pericoli del cambiamento

Geologi e climatologi a Congresso al 32° Internazionale di geologia che si apre domani alla Fortezza da Basso di Firenze, con la partecipazione di oltre settemila scienziati.
E’ contemporaneamente uscito il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) “Impatti del cambiamento climatico in Europa: una valutazione basata su indicatori” nel quale si rilevano i pesanti effetti del cambiamento climatico sul nostro continente.
Tempeste, inondazioni, siccità ed altri eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e onerosi sul piano economico.

Maggiore piovosità nell'Europa settentrionale, ma clima più secco nelle zone meridionali, che in alcune zone potrebbe minacciare l'agricoltura.
Ondate di calore sempre più frequenti ed intense, con conseguenze spesso letali per gli anziani e le persone di costituzione più debole. Scioglimento dei ghiacciai: tre quarti di quelli delle Alpi svizzere scompariranno entro il 2050. Innalzamento del livello dei mari nei secoli a venire.
Questi sono solo alcuni degli effetti del cambiamento climatico globale già osservabili in Europa o previsti per i decenni futuri in conseguenza dell'incremento delle temperature globali secondo la EEA.
Esistono prove inconfutabili che la maggior parte del riscaldamento globale verificatosi negli ultimi 50 anni è imputabile alle attività umane, in particolare alle emissioni di gas ad effetto serra, come ad esempio il biossido di carbonio (CO2) generato dall'uso di combustibili fossili, che intrappolano il calore.
Nelle fasce basse dell'atmosfera la concentrazione di CO2, il principale gas a effetto serra, ha raggiunto il livello massimo da almeno 420.000 anni - forse persino da 20 milioni di anni - ed è del 34 % superiore al livello prima della rivoluzione industriale.
L'aumento risulta accelerato dal 1950.
Le alluvioni dell'estate del 2002 e l'ondata di calore dell'estate scorsa sono solo i più recenti esempi dei gravi danni causati dagli eventi meteorologici estremi.
Le gravi inondazioni dell'agosto del 2002 hanno causato circa 80 morti in 11 paesi, colpito oltre 600.000 persone e causato perdite economiche quantificabili al minimo in 15 miliardi di dollari.
Nell'estate del 2003 l'ondata di calore che ha interessato l'Europa occidentale e meridionale ha fatto registrare oltre 20.000 morti in più, in particolare tra gli anziani.

In molti paesi sud-europei i raccolti sono stati fino al 30 % inferiori alla media e solo nel 2003 la massa dei ghiacciai alpini si è ridotta di un decimo.
L'entità e la frequenza dei cambiamenti climatici in atto, molto probabilmente, superano qualsiasi variazione naturale del clima nel corso degli ultimi mille anni, se non oltre. Gli anni '90 sono stati il decennio più caldo mai registrato ed i tre anni più caldi - il 1998, il 2002 e il 2003 - si sono verificati nell'arco degli ultimi sei anni.

Il tasso di riscaldamento globale è attualmente di almeno 0,2 °C per decennio.
L'Europa si sta riscaldando più velocemente del resto del mondo.
La temperatura in Europa si è alzata in media di 0,95 °C negli ultimi cento anni e si prevede che nel secolo corrente salirà di altri 2,0-6,3 °C in conseguenza del costante accumulo di gas ad effetto serra.
Oltre a questi effetti, la relazione evidenzia una vasta gamma di impatti futuri sul clima in Europa, tra cui i seguenti:
• In Europa il numero annuo delle inondazioni e delle loro vittime continua a salire.

È molto probabile che il cambiamento climatico causerà inondazioni sempre più frequenti ed in particolare piene improvvise, che rappresentano il pericolo maggiore per le popolazioni esposte.
• Il cambiamento del clima verificatosi negli ultimi trent'anni ha decimato la popolazione di varie specie vegetali in diverse aree europee, ivi comprese le regioni montuose. Alcune piante rischiano l'estinzione poiché altri fattori, ad esempio la frammentazione degli habitat, limitano la capacità delle specie vegetali di adattarsi al mutamento climatico.
• La quota di regressione dei ghiacciai di otto delle nove regioni glaciali europee ha raggiunto un livello superiore a quello degli ultimi 5 000 anni.
• In Europa il livello dei mari è salito di 0,8-3,0 mm all'anno nell'ultimo secolo e si prevede che durante quello in corso il tasso di innalzamento potrebbe raddoppiare, se non addirittura quadruplicare.
• Secondo le ultime proiezioni entro il 2080 gli inverni freddi potrebbero scomparire quasi del tutto e le estati torride, le siccità e i nubifragi o le tempeste di grandine diventare molto più frequenti.

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