Prato: lunedì 2 agosto all'Anfiteatro del Centro Pecci Il Signor Rossi e la Costituzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2004 12:40
Prato: lunedì 2 agosto all'Anfiteatro del Centro Pecci <I>Il Signor Rossi e la Costituzione</I>

Dopo il successo di Sabina Guzzanti e di Antonio Albanese, la rassegna Fuori dagli Sche®mi ospiterà Paolo Rossi. Lo spettacolo Il Signor Rossi e la Costituzione, inserito nel calendario di Pratoestate 2004, si terrà alle 21.30 all’Anfiteatro del Centro per l’Arte Contemporanea Pecci.

Sono quasi cinque anni che Paolo Rossi porta in giro per l’Italia la sua compagnia del Teatro di Rianimazione stravolgendo testi classici – da Shakespeare a Molière – e riconsegnandoli alle platee in serate di puro happening recitato con e per, e mai semplicemente al pubblico.

Se nel Romeo & Juliet si attraversava il testo assieme agli spettatori, i quali venivano chiamati a fare gli attori, se in Questa sera si recita Molière il passo fu quello della sintesi chimico-alchemica fra un canovaccio e la realtà odierna; ne Il signor Rossi e la Costituzione Paolo Rossi è l'instancabile spirito-guida che ci accompagna attraverso il testo della nostra Legge Fondamentale, testo che viene sfruttato come un vero e proprio canovaccio che meglio di ogni altro può descrivere la nostra realtà contemporanea.

Paolo Rossi è dunque il cicerone, il capo-popolo, il presidente d’assemblea che prende la parola anche per noi in questa infuocata riunione del condominio Italia. Il sottotitolo dello spettacolo recita “Adunata popolare di delirio organizzato”. Il delirio organizzato di Paolo Rossi oramai è ben conosciuto, il tema dell’adunata popolare deriva invece direttamente dall’art. 17 della Costituzione, il quale decreta e tutela il diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi; si è deciso di avvalersi di questa legge per chiamare i cittadini a trovarsi in un luogo pubblico per parlare della Costituzione, per conoscerla prima di vederla modificata, per discuterla, magari per riscriverla, certamente per capirla, scandagliarla, renderla fruibile.

Un continuo dialogo con il pubblico quindi, che, investito ironicamente (ma non poi troppo), produce un immediato corto circuito teatro-parlamento-popolo-politica dagli effetti deflagranti in termini di profondità di riflessione e, al tempo stesso, di riuscita comica.

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