Artigianato: la crisi colpisce anche l'edilizia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2004 16:15
Artigianato: la crisi colpisce anche l'edilizia

firenze 26 luglio 2004- Peggiora, nel primo semestre 2004, la fase congiunturale dell’artigianato in Toscana. E’ una crisi forte, generale che abbraccia non più soltanto i settori della moda, dei metalmeccanici e degli altri manifatturieri, ma coinvolge anche l’edilizia ed i servizi, che sembrano così perdere lo slancio manifestato al termine del 2003. Sono meno del 15% le imprese che hanno conseguito aumento di fatturati. E’ la micro-impresa, con meno di 4 addetti, la componente più debole di tutti i comparti che continua a mostrare risultati di fatturato comunque e sempre peggiori dell’azienda più strutturata.
Lo rileva l'Osservatorio Regionale sull'Artigianato nell'indagine congiunturale 2004 (consuntivo primo semestre e previsioni secondo semestre), condotta su un campione di circa 6000 aziende, realizzata da Regione e Unioncamere Toscana, in collaborazione con le organizzazioni regionali della Cna, di Confartigianato, delle Associazioni Sindacali Cgil-Cisl-Uil, e con il supporto tecnico-scientifico di Irpet.

SETTORI
Resta il più vulnerabile e problematico, il settore del manifatturiero; la maglieria è ancora una volta il subsettore della moda più aggredito, seguito dalle calzature e dalla concia mentre sono più contenute le perdite della pelletteria.

Nella metalmeccanica desta stupore il dato negativo della cantieristica che aveva finora retto meglio alla crisi. Risultati negativi si registrano anche in tutti gli altri settori manifatturieri, compresi gli alimentari. Il più colpito è nuovamente il settore orafo, seguito dalla ceramica. I sub-settori dell’edilizia registrano adesso perdite significative, soprattutto quelli dei lavori edili di completamento e dei servizi.
La dinamica negativa di questo primo semestre ha riguardato tutti i subsettori, dimostrando, così, i limiti strutturali della tipologia imprenditoriale artigiana, soprattutto quella tradizionale, incapace di far fronte al mutamento qualitativo degli scenari.

Un’impresa, di fatti, che appare centrata sulle funzioni tecnico produttive, poco disponibile a recepire funzioni fondamentali per inserirsi in segmenti di mercato a più elevato valore aggiunto (ricerca e sviluppo, marketing, commerciale ecc.), anche a causa di una capacità finanziaria troppo limitata per supportare processi di sviluppo profondi. Si pone, così, un problema di rinnovamento non solo strutturale della tipologia imprenditoriale e del suo modo di proporsi al mercato, ma anche delle aree di attività, a favore di settori più innovativi e caratterizzati da una minore densità concorrenziale.



PROVINCE
Dall’analisi provinciale, risulta che l’artigianato dell’area sud-costiera (Siena,Grosseto e Livorno) è ancora una volta fra quelli più reattivi, superiore all’artigianato della costasettentrionale; e appare più in difficoltà, con un comportamento omogeneo, nelle province
pratese, pistoiese, fiorentina aretina e pisana, soprattutto a causa dei settori legati ai beni di lusso in generale e della moda in particolare.
In particolare, soltanto l’artigianato livornese segna una variazione di fatturato positiva, grazie al saldo della componente edile (+6,8%), mentre Grosseto e Siena perdono sì in tutti i settori, ma in maniera contenuta, e a Siena la variazione media di fatturato è migliore del dato regionale.
Nel lucchese, l’artigianato continua a comportarsi complessivamente meglio della media regionale, pur subendo variazioni medie molto negative, per lo più nei servizi alle imprese e alle persone.
Variazioni di fatturato mediamente peggiori della media regionale, si registrano nella provincia di Massa Carrara causa la brusca frenata dell’edilizia; e nell’artigianato pisano, complici le variazioni molto negative del sistema della moda e della metalmeccanica,.
L’artigianato della provincia di Firenze mostra variazioni negative accentuate, ma migliori di quelle delle aree limitrofe; contenute le perdite del settore della moda, forse grazie al rallentamento della crisi della pelletteria.

Il primo semestre 2004 sembra rappresentare anche un punto di svolta nei rapporti fra il resto della provincia fiorentina e l’area empolese, oggi in maggiore difficoltà soprattutto nei settori manifatturieri e nei servizi.
Si rivelano le aree più in crisi, le province di Pisa e di Arezzo, dove gravano la crisi delle aziende moda, con ripercussioni anche sulla domanda di immobili, tanto che i locali settori edili registrano flessioni preoccupanti. Peggiora enormemente l’andamento dell’artigianato pistoiese, a causa dello stato negativo dei comparti manifatturieri artigiani e di quelli dei servizi, ma è soprattutto nella componente edilizia che adesso si verificano le variazioni peggiori di fatturato.



DISTRETTI
L’andamento delle specializzazioni distrettuali sembra avere forti ripercussioni anche su tutta l’economia dei distretti con una variazione media negativa di fatturato nei settori di specializzazione produttiva, più che doppia della complessiva economia artigiana regionale. Ciò dipende, secondo la rilevazione dell’Osservatorio Regionale, principalmente dal fatto che i distretti gravitano principalmente intorno a settori produttivi manifatturieri che continuano ad essere pesantemente colpiti dall’attuale crisi economica (della moda casentinese ed empolese, e dell’orafo aretino) e dipendono largamente dalle sorti delle attività produttive di più antico e radicato insediamento.

Restano fortemente in difficoltà i distretti della pelle e del cuoio, (S. Croce, Castelfiorentino,Valdinievole, Valdarno) e quello pratese del tessile. I distretti manifatturieri del mobile sembrano invece reggere, con quello di Poggibonsi che registra una variazione di fatturato negativa abbastanza contenuta e stavolta migliore di quella del distretto del mobile di Sinalunga. Su posizioni intermedie, tra moda e mobile, il distretto lapideo di Carrara mentre tende a diminuire anche il fatturato nel distretto cartario di Capannori.

OCCUPAZIONE
Per la prima volta i dati sull’occupazione rimandano segnali veramente negativi, che colpiscono anche i comparti dell’edilizia e dei servizi, e sono diffusi in quasi tutte le province.

Grosseto, Livorno e Siena sono le uniche, insieme a Lucca, a registrare variazioni positive degli addetti; ed, a sorpresa, si registra un dato positivo in quello della moda valdarnese. Crescono ovunque le forme più flessibili e si ridimensiona quella dei dipendenti a tempo pieno, con una diminuzione netta di oltre 4.500 persone.

INVESTIMENTI
Si contengono gli investimenti delle imprese artigiane, ancora una volta orientate verso logiche di breve termine, caratterizzate da un basso orientamento al futuro e allo sviluppo.

In controtendenza le aziende più strutturate che tendono ad aumentare gli investimenti in una proporzione più che doppia, rispetto alle imprese con meno di 4 addetti, e più che tripla nell’edilizia e nel manifatturiero.

PREVISIONI
Nelle previsioni degli imprenditori artigiani, per il secondo semestre 2004, sembra allentarsi l’atteggiamento positivo sull’avvenire, mostrando un atteggiamento di lieve sfiducia verso una possibile ripresa.

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