Acque minerali e termali: un canone di sfruttamento che va da 0,50 a 2 euro per metro cubo di acqua imbottigliata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2004 16:56
Acque minerali e termali: un canone di sfruttamento che va da 0,50 a 2 euro per metro cubo di acqua imbottigliata

Nuove norme e nuove tariffe in Toscana per le acque minerali, ma anche per le acque di sorgente e quelle termali. La III e la IV Commissione, presiedute rispettivamente da Loriano Valentini dei Ds e da Federico Gelli della Margherita, in seduta congiunta hanno licenziato a maggioranza la nuova legge regionale dal titolo “Norme per la disciplina della ricerca, della coltivazione e dell’utilizzazione delle acque minerali, di sorgente e termali”. La nuova normativa mette ordine in un settore di fondamentale e crescente importanza, visto il sempre maggior valore che viene attribuito alla risorsa acqua e i grandi interessi economici che da anni il settore ha suscitato.

Con essa la Regione Toscana si impegna a promuovere l’utilizzazione delle acque, tutelando e valorizzando al contempo l’assetto ambientale e idrogeologico dei territori, l’utilizzazione sostenibile e durevole delle risorse, lo sviluppo sostenibile dei territori interessati. E con essa si sancisce che le acque minerali, di sorgente e termali esistenti nel territorio regionale costituiscono patrimonio indisponibile della Regione Toscana; per la prima volta, inoltre, vengono attribuite ai Comuni interessati le funzioni amministrative in materia di ricerca e di coltivazione.

Le concessioni di sfruttamento delle acque non sono più “a vita”: la loro durata non potrà essere superiori a venticinque anni e, in ogni caso, dovrà essere proporzionata all’ammontare degli investimenti programmati in relazione al loro ammortamento. Un altro punto nodale della legge, e sicuramente il più dibattito in Commissione, riguarda il pagamento del canone per la concessione di sfruttamento, che sarà riscosso dai Comuni e non più dalla Regione. Rispetto al passato si registra un aumento considerevole: fino ad oggi i proventi incassati dalla Regione in tutta la Toscana per le acque minerali e termali ammontavano a circa 370 mila euro l’anno.

In Toscana, lo ricordiamo, sono presenti 17 stabilimenti di sfruttamento di acque minerali (seconda posizione in Italia per numero dietro la Lombardia). La nostra regione produce l’11 per cento delle acque imbottigliate rispetto al totale italiano, con un fatturato di circa il 7,5% rispetto a quello italiano (225 milioni di euro su 3000). Con la nuova legge, per le concessioni con annesso stabilimento di imbottigliamento dovrà essere corrisposto un canone annuo posticipato proporzionale alla quantità di acqua utilizzata, per un importo compreso fra un minimo di 0,50 euro e un massimo di 2 euro per metro cubo di acqua effettivamente imbottigliata.

L’acqua destinata a usi termali è soggetta a un canone annuale posticipato di euro 0,10 per metro cubo. A determinare gli importi dei canoni, all’interno della forchetta stabilita dalla Regione, saranno i Comuni. Nel caso però che le acque minerali siano imbottigliate in vetro anziché in plastica il concessionario ha diritto a una riduzione del canone fino al cinquanta per cento. “La proposta di legge ha subito numerose modifiche in Commissione – ha spiegato il presidente della III Commissione, Loriano Valentini -.

Mi sembra che il risultato garantisca un buon equilibrio fra la necessità, da parte delle comunità locali, di sfruttare al meglio una risorsa naturale in loro possesso e l’esigenza delle imprese di essere competitive sul mercato. La forchetta che abbiamo stabilito permetterà ai Comuni di valutare l’opportunità di sviluppo e di impatto locale delle aziende caso per caso. Certamente ci saranno aumenti rispetto al passato, ma sono aumenti che rientrano nella media di quelli previsti dalle altre regioni.

Del resto, le aziende che operano in questo settore hanno un grande vantaggio: qual è l’impresa che può sapere da subito e con sicurezza quale sarà il costo della materia prima per i prossimi 25 anni?”. “Il provvedimento ha un buon impianto, condiviso in fase di concertazione – ha commentato l’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna -. Alcuni aggiustamenti erano necessari: ad oggi il costo pagato dalle Regioni per smaltire la plastica delle bottiglie di acque minerali è infinitamente più alto di quello che riscuotono con la concessione delle acque minerali e termali”.

La proposta di legge è stata approvata con il voto favorevole di Ds e Margherita; i Comunisti italiani hanno espresso voto di astensione, così come Alleanza nazionale; Forza Italia e Rifondazione Comunista hanno votato contro. Mentre da parte del centrodestra è stato fatto rilevare che un aumento dei canoni potrebbe ridurre la competitività delle aziende toscane sul mercato, la sinistra ha posto l’accento sul fatto che per lo sfruttamento di una risorsa pubblica il guadagno per le comunità locali dovrebbe essere più alto.

L’opposizione ha espresso dubbi anche sull’opportunità di affidare ai Comuni il compito di fissare il canone. Adesso il provvedimento approderà in Consiglio regionale per il voto definitivo.

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