Riforma della Pac: la Toscana contesta le scelte del governo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2004 18:47
Riforma della Pac: la Toscana contesta le scelte del governo

FIRENZE- "Un documento che propone una visione distorta della nostra agricoltura sulla quale poi si basa una strategia altrettanto sbagliata". E' questo il duro commento che il governo regionale della Toscana, tramite l'assessore all'agricoltura Tito Barbini, esprime in relazione alle posizioni messe a punto dal governo italiano sull'attuazione della riforma della Pac, cioè della Politica agricola comune. "Posizioni - spiega l'assessore - che prefigurano un vero e proprio salto nel buio e che di fatto non potranno che tradursi in una veloce e radicale eliminazione delle aziende più deboli e in una situazione di crisi di diversi territori senza possibilità di appello.

Per questo noi esprimiamo nei loro confronti un totale dissenso". Ad essere oggetto delle critiche è in particolare la decisione a favore di un "disaccoppiamento" - cioè di una separazione tra gli aiuti e le produzioni - totale per tutti i settori. "Una scelta radicale - spiega l'assessore - che rischia di accelerare il disimpegno degli agricoltori e l'abbandono di molti territori. In realtà anche noi abbiamo sempre affermato che il disaccoppiamento totale è un obiettivo a cui tendere, ma questo non ci esime dal ricercare, con i tempi e le modalità giuste, l'eliminazione di tutti gli impatti negativi che questa rivoluzione provocherà.

Noi non siamo per cure da cavallo né per il tanto peggio tanto meglio e siamo convinti che veramente prioritaria sia solo la permanenza dell'attività agricola sul territorio e quindi la difesa del maggior numero di aziende. Che ce ne facciamo di ottimi risultati finanziari se poi riduciamo la presenza sul territorio e concentriamo gli aiuti sulle aziende più competitive?"
In realtà, spiega ancora Barbini in un documento che sarà consegnato al ministro per le politiche agricole, ciò che manca nella posizione del governo è proprio "una visione realistica dei nostri territori rurali", territori dove accanto ad aziende forti ci sono aziende familiari piccole e grandi, aziende part-time, aziende di giovani che si vogliono cimentare nella difficile professione dell'agricoltore.

Tutto questo a fronte di proprietari che riceverebbero gli aiuti anche senza coltivare. Per quanto riguarda lo specifico della Toscana, poi, le preoccupazioni maggiori per le conseguenze di un disaccoppiamento totale riguardano il settore zootecnico: "Le nostre simulazioni ci segnalano un impatto fortemente negativo, che metterebbe a rischio tutti gli sforzi di rilancio che, come Regione, stiamo compiendo in questo settore. Verrebbe di fatto vanificato non solo il nostro Piano zootecnico, che sta partendo proprio in questi giorni, ma anche gli sforzi che in questi anni abbiamo fatto per la riqualificazioned egli allevamenti e delle razze".

Fortemente criticata è anche la decisione del governo di utilizzare le dotazioni finanziarie destinate alle politiche di qualità - "una bandiera dell'agricoltura toscana e italiana" - come rimedio parziale agli effetti negativi del disaccoppiamento totale, "abbassandole così al rango di rincalzo e tappa buchi delle politiche settoriali".
Allo stesso modo si contesta la cancellazione di fatto di "ogni possibile contributo delle Regioni, perché viene richiamata all'autorità centrale qualsiasi decisione e forma di gestione".

(pc)

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