Statuto regionale: primo nodo il voto agli immigrati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 maggio 2004 22:52
Statuto regionale: primo nodo il voto agli immigrati

FIRENZE – E’ iniziata in Aula consiliare la votazione dell’articolato relativo al nuovo Statuto della Regione Toscana. I primi due articoli sono stati approvati all’unanimità, sul terzo invece sono emersi i primi nodi politici e le prime differenziazioni, tanto che alla fine il terzo articolo, sul quale si è svolto un ampio dibattito, è stato approvato a maggioranza con i voti favorevoli dei gruppi del Centrosinistra e di Rifondazione comunista e l’astensione del Centrodestra. Il primo articolo afferma che “la Regione Toscana rappresenta la comunità regionale ed esercita e valorizza la propria autonomia costituzionale nell’unità e indivisibilità della Repubblica Italiana sorta dalla Resistenza e nel quadro dei principi di adesione e sostegno all’Unione Europea” mentre il secondo definisce il territorio (che comprende i territori delle province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, ndc), Firenze come città capoluogo, lo stemma e il gonfalone.

Il primo nodo politico, come detto, si è avuto sul terzo articolo che è quello dei principi generali. In particolare è emersa una differenza di vedute in relazione al voto ai cittadini stranieri residenti in Toscana. L’Aula consiliare ha respinto sia un emendamento sostitutivo dei commi 4, 5 e 6, un emendamento presentato da Forza Italia che proponeva un unico comma in sostituzione dei tre citati, sia un emendamento soppressivo del comma 6 presentato da Alleanza nazionale. In altre parole, entrando nel merito, l’articolo 3 è rimasto l’articolo con cui lo Statuto regionale, fra le altre cose, afferma che “la Regione sostiene i principi di sussidiarietà sociale ed istituzionale, opera per l’integrazione delle politiche con le Autonomie locali, riconosce e favorisce le formazioni sociali ed il loro libero sviluppo” garantendo al contempo “la partecipazione di tutti i residenti e dei toscani residenti all’estero alle scelte politiche regionali” e promuovendo “l’effettivo esercizio dei diritti politici ai toscani residenti all’estero”.

Nella formulazione approvata a maggioranza dall’Aula, inoltre, “la Regione promuove, nel rispetto dei principi costituzionali, l’estensione del diritto di voto agli immigrati”. Lorenzo Zirri di Forza Italia ha spiegato che il senso dell’emendamento che proponeva un comma unico al posto dei tre citati era quello di “garantire i cittadini toscani residenti in Toscana” pur “salvaguardando tutte le sensibilità” e “senza mettere liberi”. Zirri e gli altri del Centrodestra che sono intervenuti su questo punto, ovvero Franco Banchi dell’Udc, Maurizio Bianconi di Alleanza nazionale e Jacopo Ferri di Forza Italia, hanno respinto l’osservazione avanzata dai consiglieri del Centrosinistra, fra cui Alessandro Starnini dei Democratici di sinistra, secondo cui “non si può accettare la discriminante del fatto che il diritto di voto agli immigrati residenti è promossa invece che garantita”.

D’accordo con Starnini si è detto Mario Ricci di Rifondazione mentre il presidente della Giunta regionale, Claudio Martini, ha parlato di “diverso approccio alla stessa questione” ed Alberto Monaci della Margherita si è soffermato sulla differenza fra “garantire e promuovere”. Altro punto di scontro sul comma 6 che “promuove il diritto di voto agli immigrati”. Secondo Bianconi occorre infatti “rimanere dentro la dimensione costituzionale che definisce il corpo elettorale come coloro che hanno la cittadinanza”.

Si tratta, secondo Bianconi, di una “differenza ontologica” che può essere superata solo con una nuova definizione dei significati di cittadinanza e residenza. Secondo Bianconi quella posta dal suo partito “è una questione di credibilità e plausaibilitrà”. Zirri ha sostenuto Bianconi annunciando il voto favorevole di Forza Italia. Ma Paolo Cocchi dei Democratici di sinistra ha affermato che “con questo articolo intendiamo marcare l’apertura di un campo” e Monaci ha aggiunto che “La Costituzione è un testo disarmonico che va aggiornato per quanto possibile” e sull’onda di questi interventi Barbagli per Rifondazione e Fabio Roggiolani per i Verdi hanno annunciato il voto favorevole.

L’emendamento di Alleanza nazionale è stato così respinto dalla maggioranza di Centrosinistra e da Rifondazione comunista.
Sarà più chiaro l’impegno della Regione Toscana per valorizzare la differenza di genere, relativo alle pari opportunità. I contenuti dell’emendamento presentato dalle consigliere Ds Bruna Giovannini, Ambra Giorgi, Marisa Nicchi, Alessia Petraglia, Anna Annunziata e di Forza Italia Anna Maria Celesti, durante il dibattito sul nuovo Statuto, hanno trovato spazio grazie alla mediazione del presidente della Giunta Claudio Martini.

L’emendamento, formato da due commi, è stato formalmente ritirato come articolo autonomo, con la promessa di essere poi accolto diviso in due parti. Il primo comma verrà inserito all’articolo 4 ‘Finalità e principi’ che specifica il diritto alle pari opportunità e la valorizzazione della differenza di genere nella vita sociale, culturale, economica e politica. Il secondo comma farà parte delle ‘Norme finali’, dove sarà specificato che l’uso, in tutto lo Statuto, del genere maschile corrisponde solo ad esigenze di semplificazione quando indica i soggetti dei diritti, dei doveri, degli incarichi pubblici di qualsiasi tipo, degli stati giuridici e personali.

La soluzione eviterà le incomprensioni suscitate inizialmente dall’emendamento, che aveva portato ad un posizione contraria parte del centrodestra e all’astensione del presidente del gruppo Ds (a favore Ghelli dei Comunisti Italiani e Ricci del Prc). Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, nel riprendere, comunque, la disponibilità sia ad una modifica da parte della prima firmataria Bruna Giovannini (Ds), che ad accettare i contenuti manifestata sia dalle opposizioni (An con Bianconi e Fi con Zirri) che dalla maggioranza con specifici interventi di Monaci e Franchini (Margherita) e Roggiolani (Verdi), ha avanzato la proposta di mediazione che è stata accolta, sia dalle proponenti con il ritiro dell’emendamento dell’articolo 3Bis, che dal Consiglio per la successiva riproposizione dentro l’articolato.

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