A Firenze un tribunale per i delitti contro il giornalismo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 maggio 2004 00:43
A Firenze un tribunale per i delitti contro il giornalismo

firenze- Istituire a Firenze un tribunale che giudichi i casi più eclatanti di crimini commessi contro il giornalismo. E’ la proposta emersa durante l’incontro La televisione pubblica in Europa, organizzato a Palazzo Vecchio dall’Osservatorio per la libertà d’informazione - organismo costituito da Regione Toscana e Isf – e raccolta dall’assessore regionale alla Comunicazione, Chiara Boni. “Una stampa libera – ha detto l’assessore - è tra gli elementi irrinunciabili di una democrazia.

Il diritto all’informazione rientra tra i diritti fondamentali dell’uomo, ma oggi su questo diritto gravano pesanti minacce. Per questo terremo in considerazione la proposta portata avanti da ‘Informazione senza frontiere’ di creare a Firenze un Tribunale per i delitti contro il giornalismo, e ne valuteremo la fattibilità. Inoltre la Regione Toscana ha già deciso di dedicare alla libertà di informazione il 10 dicembre, giorno del meeting per i diritti umani”.
L’incontro sullo stato e sul futuro della televisone pubblica in Europa, organizzato in occasione della Giornata mondiale per la libertà d’informazione, ha fornito anche l’occasione per riflettere su alcuni dati diffusi da Fredom House.

Secondo la Freedom of the press 2004, la tabella che schematizza lo stato della libertà di informazione nei vari Paesi del mondo, l’Italia risulta drasticamente scesa nel settore degli stati “partly free”, ultima nella lista rispetto a tutti gli altri Paesi occidentali. “La situazione è preoccupante – continua l’assessore – basta pensare alle vicende che coinvolgono la Rai, e che non possono lasciare indifferenti le istituzioni. La televisione pubblica è un bene comune, e la sua ricchezza dipende soprattutto dalla sua capacità di aprirsi a opinioni e esperienze differenti”.
L’assessore ha ricordato gli appelli del Capo dello Stato e l’avvertimento all’Italia presentato dall’Unione Europea.

“Mi unisco a questi appelli – ha detto – perché nel gioco della democrazia o tutti hanno le stesse carte, o qualcuno sta barando”. (pp)

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