Gianni Maroccolo alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 2 Maggio ore 19.00 per Fabbrica Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 aprile 2004 12:45
Gianni Maroccolo alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 2 Maggio ore 19.00 per Fabbrica Europa

Di A.C.A.U. – La nostra Meraviglia bisognerebbe parlare come di un album epocale, se l’aggettivo non fosse stato svalutato da fatui entusiasmi per cose presto dimenticate. Ma epocale, questo A.C.A.U., lo è davvero. Nel senso che Marok, come lo conoscono amici e colleghi, ha provato a dipingere la propria epoca musicale. Gianni Maroccolo ha cominciato a raccogliere idee e visioni, ha aperto il cavalletto e ci ha piazzato sopra la propria tela nuova. Una tela molto grande, perché doveva includere mondi lontani dello stesso universo.

Così, nel 2002 ha confezionato due album strumentali a proprio uso e consumo. Con la ben nota riservatezza, accompagnata da una determinazione convinta, Marok ha cominciato a chiedersi cosa avrebbe potuto farne di questa musica. Così ha pensato ai tanti amici con i quali, qua e là e poi ovunque, ha seminato bellezza e novità nel panorama musicale italiano (ma non solo) dai primi anni ’80 ad oggi. Già perché Maroccolo è stato tante cose, cuore e motore ogni volta che “ci si è messo”: bassista e fondatore dei Litfiba negli anni ’80; artefice di uno storico incontro con gli ex-C.C.C.P.

Ferretti e Zamboni con i quali naviga dieci anni in un Consorzio di Suonatori Indipendenti, i C.S.I.; produttore (Timoria, Diaframma, CCCP, CSI); discografico naif ma visionario che con il C.P.I. lancia i Marlene Kuntz. E poi Marok che incontra Robert Wyatt e gli regala un amorevole e toccante album tributo al quale partecipano molti degli “amici” che oggi si rivedono in A.C.A.U (Lorenzo, Cristina Donà, Andrea Chimenti, Giorgio Canali, Manuel Agnelli, Raiz). Queste brevi note spiegano da sole perché A.C.A.U.

non è mai nato. Anzi, A.C.A.U. è un progetto che è sempre esistito, una cornice che ora ha preso forma attorno a un disegno che oggi appare chiaro nelle proprie linee. La nostra Meraviglia è l’anima sottile di questa figura bellissima che nel 2004 si incarna in questo cd di quindici canzoni. Mentre Gianni completava l’album di debutto dei P.G.R. e andava in tour, il “doppio album strumentale” (comunque avvincente, chissà un giorno…) cambiava volto e dall’inizio del 2003, ecco cosa pensa Marok: io mando a ogni “voce amica” qualche strumentale, gli chiedo di cantarci sopra scrivendo un testo, poi si vede.

Crea così un tappeto perfetto, uno specchio nel quale riflettere il proprio cammino artistico, rimanendo dietro le quinte esattamente come un regista. E si sa, la performance di un attore dipende moltissimo da come viene diretto. E’ così che vanno lette le quindici tracce, che in alcuni casi sono vere e proprie canzoni (a caso: Renga con “Sabbia”, Lorenzo con “Da raccontarti all’alba”, Donà con “Meloria’s ballade”, la canzone scelta per rappresentare il progetto come singolo, Consoli con “Carezza d’autunno”) e in altri passi arditi su paesaggi sonici che restano protagonisti (Battiato, Fiumani, Agnelli e Canali, Ferretti, Fiamma, Godano).

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