Martini sollecita più impegno da Governo e Unione Europea per il sistema moda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2004 23:59
Martini sollecita più impegno da Governo e Unione Europea per il sistema moda

Firenze- “La crisi del settore moda non è transitoria. Questa è una crisi seria e profonda. Per questo non può essere sottovalutata, da nessuno. Tutti, istituzioni, imprese, organizzazioni economiche e sociali, devono fare la propria parte: solo così possiamo pensare di offrire una prospettiva positiva ad imprese e lavoratori del settore”. E’ con queste parole che il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha esordito intervenendo nel corso del convegno sulle “Prospettive del sistema moda” che si svolge oggi a Prato.
“Dall’Europa ci aspettiamo una maggiore consapevolezza.

Non chiediamo misure protezionistiche. Il sistema moda non si difende con dazi e barriere. All’Ue chiediamo un impegno analogo a quello espresso da altri settori. Oggi registriamo uno squilibrio: da una parte c’è un forte impegno verso certe produzioni, penso all’agricoltura, mentre in difesa del tessile e della moda registriamo ancora troppa timidezza. In questo modo lo stesso obiettivo fissato dall’Ue a Lisbona, quello di incrementare il livello di competitività entro il 2010, anziché avvicinarsi si allontana”.
Rispetto ai rapporti con il governo nazionale Martini ha sottolineato che i numerosi tentativi compiuti dalla Regione per attivare un confronto sono rimasti senza esito.

Ciò rende tutto più complicato, “poiché è difficile chiedere all’Ue un maggiore impegno quando lo stesso nostro governo è sfuggente”. Martini ha quindi rivolto un esplicito invito al Governo: “lavoriamo insieme per costruire una nostra più efficace presenza in Europa in modo da dare centralità a questo problema”.
Il presidente ha poi ricordato che solo pochi giorni fa in Toscana è stato firmato, dalle istituzioni e organizzazioni economiche e sociali, un nuovo ‘Patto per lo sviluppo e l’occupazione’.

Tra gli obiettivi fissati c’è quello della riorganizzazione dei distretti industriali. “E’ una questione complessa, difficile ma necessaria. Non ci dobbiamo far spaventare dalle difficoltà. Se tutti faremo la propria parte il settore manifatturiero avrà un futuro, anche qui da noi. Certo avremo imprese diverse da quelle di oggi, ma con un futuro solido. La condizione è che tutti, dall’Europa fino all’ultima impresa, si lavori insieme non per perseguire una fittizia sopravvivenza, ma per riorganizzare un distretto capace di svolgere un ruolo strategico nel mondo”.(coll/rf)

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