Il sistema sanitario toscano vanta un bilancio fra i più virtuosi delle Regioni d’Italia pur a fronte di sempre minori risorse a disposizione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2004 18:38
Il sistema sanitario toscano vanta un bilancio fra i più virtuosi delle Regioni d’Italia pur a fronte di sempre minori risorse a disposizione

E’ quanto emerge dalla comunicazione dell’assessore alla Sanità Enrico Rossi, intervenuto oggi in commissione Sanità, presieduta da Federico Gelli. “Il dato che più ci preoccupa – ha detto Rossi – E’ la progressiva diminuzione delle risorse destinate alle Regioni dal Fondo sanitario nazionale”. Secondo i dati dell’assessore, nel 2001 sono aumentate dell’8,6% rispetto al 2000, mentre nel 2004 sono cresciute “solo” del 3,6% rispetto al 2003. “Questo ha costretto il sistema regionale ad adeguare l’andamento dei costi – ha affermato Rossi – Tanto che nel 2002 si è dovuto ricorrere ad alienazioni del patrimonio, misura alla quale non si è ricorso nel 2003”.

Risultati significativi sono stati raggiunti nel 2003, con un aumento dei costi pari al 3% e una crescita della disponibilità di risorse del 4%. Per raggiungere questi livelli, è stato ridotto il personale, il cui costo nel 2003 è aumentato “solo” dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Questo dato è molto importante dato che il personale incide per il 45% sulla spesa complessiva. La riduzione di personale, comunque, non ha riguardato quello sanitario, ma quello tecnico e amministrativo.

Altro elemento importante è stata la diminuzione della spesa farmaceutica del 6,3%. “Questo grazie al comportamento delle aziende sanitarie e dei loro medici”, ha commentato Rossi. Infine, sono stati abbattuti i costi sull’acquisizione di beni e sui servizi appaltati. “Il successo del sistema toscano è emerso anche in una ricerca dell’Università di Tor Vergata, dove la nostra Regione risulta essere l’unica, fra quelle a statuto ordinario, in grado di fornire un servizio pubblico con parità di accesso per i cittadini”, ha concluso l’assessore.

Per il consigliere regionale Giovanni Barbagli (Rc), dopo un periodo di importanti trasformazioni, il sistema sanitario ora necessita di una fase di consolidamento. “Il dato preoccupante – ha detto Barbagli – è che la fase di contenimento dei costi possa corrispondere con uno scadimento della qualità delle prestazioni”. Secondo il consigliere, questo sarebbe proprio deleterio dopo che la Toscana ha raggiunto un punto di equilibrio ottimale fra costi e servizi. Secondo Marco Carraresi (Udc), la Direzione generale della Sanità dovrebbe realizzare uno studio per meglio comprendere il rapporto tra costi e mantenimento dei livelli di qualità, “dato che sull’aspetto del risparmio, la Toscana sta proprio tirando la cinghia”.

“Quello che contestiamo al piano sanitario regionale non è la scarsità di innovazione ma, al contrario, il suo eccesso”, ha detto Carraresi. Il consigliere, infine, non condivide il comportamento della Giunta che chiederà in sede nazionale nuove risorse, pur riuscendo a gestire il sistema sanitario con quelle attuali. Per Anna Maria Celesti, vicepresidente della commissione, al risultato positivo del bilancio non corrisponde il bisogno di salute dei cittadini, che hanno fondamentali esigenze in termini di qualità ed efficienza dei servizi.

“Ad esempio mi riferisco alle lunghe liste di attesa che riguardano in gran parte i cittadini anziani e in genere quelli che sono socialmente ed economicamente più disagiati”, ha aggiunto la Celesti. Secondo la vicepresidente, serve quindi un’analisi su tutte le Asl non solo in termini economici ma anche dal punto di vista della qualità dei servizi”. In conclusione, il presidente Gelli ha sottolineato come nel sistema sanitario toscano il principio dell’universalismo sia compatibile con la sostenibilità economica e finanziaria, che si incentra sulla fiscalità generale.

(ac)

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