Eros Pagni e Ivana Monti in scena al Teatro Manzoni di Pistoia da venerdì 16 a domenica 18 gennaio in un classico di Carlo Goldoni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2004 15:41
Eros Pagni e Ivana Monti in scena al Teatro Manzoni di Pistoia da venerdì 16 a domenica 18 gennaio in un classico di Carlo Goldoni

Arriva sul palcoscenico del Teatro Manzoni uno dei grandi caratteri del teatro goldoniano, SIOR TODERO BRONTOLON, per la regia di Andrée Ruth Shammah e interpretato da Eros Pagni (reduce dalla premiazione “Eti – Gli Olimpici del Teatro” come migliore attore non protagonista per Un nemico del popolo ) e Ivana Monti.
La commedia, scritta dall’autore veneziano tra il 1759 e il 1762 – un arco temporale che poi sarà indicato dalla critica come il periodo della piena maturità del drammaturgo – è un testo che riflette un Goldoni all'apice, non solo quanto a capacità professionale, ma anche per la pienezza di motivi umani e per la coscienza civile e politica.

Parente stretto dei Rusteghi, da cui ha ereditato il modo di porsi e le battute più incisive, anche Sior Todero è un nemico del vivere civile e inoltre, forse perché quando un rustego invecchia la sua natura peggiora, ha fatto dell'avidità il suo principio esistenziale. Insomma, un “caratteraccio” che mette a dura prova le aspirazioni da bravi borghesi goldoniani dei familiari del sior Todero, dando il via a una serie di intrighi ed espedienti per avere la meglio sul vecchio tiranno. Addirittura, qualche studioso ha visto in Sior Todero la figura del vecchio mercante, ormai involgarita dalla smania di guadagnare e conservare, dall’avidità borghese che lo rende un piccolo tirannello soprattutto nei confronti di un figlio smidollato, vigliacco, oltre che del suo agente Desiderio e del vecchio servitore Gregorio.
La vicenda si svolge a Venezia, nella casa di Sior Todero, un vecchio mercante burbero e antipatico che tiranneggia tutta la famiglia, fino al punto di rendersi odioso e vivere in solitudine la propria cinica cattiveria.

La situazione familiare precipita quando Pellegrin, figlio di Todero, e sua moglie Marcolina decidono di maritare la loro figlia Zanetta con il giovane Meneghetto. Ma i due non sanno come convincere l'arcigno Todero, che, invece, per risparmiare sulla dote, vorrebbe far sposare la nipote con il povero Nicoletto, figlio del suo fattore Desiderio. I contrasti all'interno della famiglia si fanno sempre più tesi, soprattutto a causa della testardaggine di Todero. Ma Marcolina, che è l'unica della famiglia a tenere testa alle angherie del suocero, riesce ad aggirare il problema facendo sposare Nicoletto con la bella cameriera Cecilia, di cui il giovane è innamorato.

A questo punto, scansato il pericolo, Marcolina ha gioco facile a convincere Todero del matrimonio della nipote con Meneghetto. Per di più, il giovane si dice pronto a rinunciare alla dote di Zanetta, la qual cosa rende felice l'avaro e taccagno Todero, che può a questo punto dare il proprio assenso al matrimonio tra Zanetta e Meneghetto, tra la felicità e l'approvazione di Marcolina e Pellegrin.
Tenendo ben presente il principio secondo cui tanto più incisivo è il personaggio antagonista tanto più interessanti diventano le avventure dei protagonisti, Andrée Ruth Shammah ha diretto il Sior Todero brontolon in modo da farne collimare tutti gli elementi con la notevole interpretazione di Eros Pagni (va sottolineato che questa commedia, cara ai grandi capocomici veneziani come Zago e Baseggio, è fra le meno frequentate della scena italiana perché richiede un interprete con caratteristiche attoriali particolari; tra i grandi attori nazionali non si può non ricordare la grande interpretazione di Gianrico Tedeschi), tesa soprattutto a sottolineare la lucida cattiveria del “quinto rustego”.

La gestualità nervosa degli interpreti, l'ossessivo ripetersi sulla scena degli stessi movimenti, il vuoto scenografico organizzato in modo da emanare squallore, l'illuminazione estremamente cruda studiata per accentuare il contrasto, tanto quello formale quanto quello espressivo, tutto in questa messa in scena è finalizzato a trasmettere un opprimente senso di insofferenza ed esasperazione.
Con Sior Todero Brontolon è attivo il servizio “A teatro con il Copit”, iniziativa legata agli spettacoli della stagione “Novecento e Mille”.

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