Al cinema: Lost In Translation – L’amore tradotto di Sofia Coppola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2003 18:48
Al cinema: <I>Lost In Translation – L’amore tradotto</I> di Sofia Coppola

Scritto e diretto dalla trentaduenne Sofia Coppola, figlia del famoso regista Francis Ford Coppola (Apocalypse Now, Il padrino, Dracula di Bram Stoker), che conferma con questo secondo film, dopo Il giardino delle vergini suicide, uno proprio stile ormai ben definito attorno all’incomunicabilità dei sentimenti e all’ “abbandono umano”, Lost In Translation racconta la storia dell’incontro tra un vecchio e disilluso divo americano, Bob Harris (Bill Murray - Ghostbusters, I Tenembaums, Charlie’s Angels) e una giovane connazionale, Charlotte, (Scarlett Johansson - Ghost Dog, L’uomo senza passato), nei momenti di vita notturna in una Tokyo tragicomica, magica, alienante, dispersiva, surreale, depressa.


Girato, in parte, all’interno del lussuosissimo Tokyo Park Hyatt (1000$ per notte), situato al 41^ piano del Shinjuku Park Tower (52 piani di morbidezza), tra il New York Grill e il Kozue Restaurant (vi consiglio di visitare il sito), il film riesce perfettamente a trasmettere lo smarrimento della propria vita, persa tra un quotidiano che (forse) non le appartiene più e la solitudine del sentirsi soli. A meno che… un giorno… per un momento… dimentichi tutto.
Bob Is An Actor… Bob Is Lost… Bob Doesn’t Speak The Language… Fortunately for Bob… Friendship Needs Non Translation… Era da lungo tempo che non provavo un simile stato d’animo nel vedere un film.

Esci dal cinema e non ne vuoi parlare con nessuno. Non vuoi alterare il sapore che lascia. Lost In Translation… ovvero perdersi a mezz’aria, perdersi nella traduzione (a volte difficile) dei sentimenti. E’ uno di quei film che appartengono a noi soli, al nostro intimo. Non saprei con quali altre parole descrivere meglio questo film, e lasciare piuttosto che l’occhio e l’animo colgano ciò che non si può scrivere.
(Andrea Veronese)

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